Ho tra le mani Tre sguardi su Pinocchio, di Robin editore, che non è un libro-libro, è un libro sguardo.

Lo sguardo di Dacia Maraini, Silvia Calamai e Paolo Tartamella su una delle storie più lette al mondo, quella di Pinocchio appunto. Il testo è illustrato a colori da Francesca Cerritelli.

Si tratta di una storia meravigliosa, quella dell’amore di un padre che sfida il mondo esterno e anche un po’ se stesso, e del viaggio di un burattino, che diventerà di carne e ossa dopo tante avventure.

È la nostra storia, di noi bambini cresciuti, del Gatto e la Volpe che seguiamo smarriti.

Il sogno della vita felice nel Paese dei Balocchi, il bisogno di un grillo coscienza e il rifugio nell’amore e nel perdono di una Fata.

Pinocchio è saltato fuori disobbediente, ingenuo, egoista, pigro, bugiardo, ma anche amabile nel suo candore, allegro, vitale e generoso come l’ha inventato il suo autore e come viene ancora letto e conosciuto da tantissimi lettori nel mondo.”

Un Pinocchio che ho vissuto, per la prima volta, in un botta e risposta con una Fata della letteratura Italiana, Dacia Maraini.

Grazie, Dacia.

D: Guardando a Pinocchio, la psicologia è in ogni sfumatura caratteriale dei personaggi: cialtroneria e astuzia nel gatto e la volpe, senso di protezione in Geppetto, adulazione in Lucignolo, opportunismo in Mangiafumo, ingenuità in Pinocchio, elevazione spirituale nella Fatina, che in maniera eterea e onnisciente incarna la figura materna, quasi come identificazione di un amore universale. Cosa di tutto ciò l’ha spinta a riprendere in mano la storia più letta al mondo?

R: Soprattutto il bisogno di paternità di Geppetto che mi ha commossa sempre. Un uomo che vuole farsi da solo un figlio senza la partecipazione di una donna, non è un presuntuoso  insopportabile? Eppure  Collodi riesce a rendercelo simpatico e  struggente. si capisce che la sua voglia di paternità non nasce da arroganza e sfida alla natura ma da una disperata solitudine.

Geppetto è brutto, vecchio, povero e certamente, anche volendo, non troverebbe una donna che lo ami. Da qui l’idea presuntuosa ma anche innamorata, di fabbricarselo da solo. Taglia un ciocco di legno, comincia a lavorarci sopra. Quando mette le gambe al burattino, questo  gli dà un calcio e scappa via,  proprio come fanno i figli inquieti. E lui lo insegue, lo asseconda, ne sopporta tutte le cattiverie e i capricci e quando penserà di averlo perso del tutto, finalmente lo ritroverà. ma questa volta dentro un ventre materno. Un vero miracolo dell’amore paterno.

D: Si coglie la volontà e l’intento di un’opera che vuole incarnare la collettività come “spirito guida”. Ritiene che sia la società che la letteratura siano uno specchio di un momento eccessivamente individualistico (oggi)?

R: Non lo so. So che le storie mettono in moto l’immaginazione, il motore più potente del nostro corpo, quello che ci fa capire il dolore e la gioia dell’altro, il fondamento dell’etica. Per questo credo sia importante leggere e incarnarsi nei personaggi, farli propri, e patire e godere con loro.

D: L’inganno dei poteri forti, il sogno di diventare di carne per un futuro migliore, il tradimento. Ce la facciamo davvero a spiegare tutto questo ai bambini, non facendo comunque perdere loro la fiducia e la speranza?

R: I bambini non sono stupidi, in fatto di psicologia capiscono meglio di noi. Capiscono le inquietudini di Pinocchio, come le disperazioni di Geppetto, come le cure dolci e severe della fata. .

D: Se questo libro fosse un nuovo film su Pinocchio, chi sarebbero i suoi attori ideali per interpretarlo?

R: Un buon lavoro l’ha fatto Benigni, forse l’attore  più vicino al distratto, furbetto di buon cuore che è Pinocchio. Per Geppetto mi sarebbe piaciuto uno come Buster Keaton, ma non c’è più. Peccato. Forse Luigi Locascio che ha qualcosa di sognante e gentile, sì forse sceglierei lui fra gli attori italiani di oggi per la parte di Geppetto. 

Natalia Ceravolo

Canta pure, Grillo mio, come ti pare e piace: ma io so che domani, all’alba, voglio andarmene di qui, perché se rimango qui, avverrà a me quel che avviene a tutti gli altri ragazzi, vale a dire mi manderanno a scuola, e per amore o per forza mi toccherà a studiare; e io, a dirtela in confidenza, di studiare non ne ho punto voglia e mi diverto più a correre dietro alle farfalle e a salire su per gli alberi a prendere gli uccellini di nido.”

Tratto da Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Collodi

Per approfondire la conoscenza di Robin Edizioni, ecco l’intervista presente nel nostro Catalogo delle case editrici indipendenti.