Wellness, di Nathan Hill, racconta la storia di un matrimonio in bilico tra effetto placebo e amore a prima vista.

Nella Chicago degli anni Novanta, città d’arte, trasgressione e modernità nascente, Elizabeth e Jack si osservano con curiosità dalle rispettive finestre. Abitano nella stessa stradina, allo stesso piano di due palazzi uno di fronte all’altro, nel quartiere hippy dove si sono trasferiti per studiare e inseguire sogni di libertà, indipendenza, una carriera degna di tale nome.

Non si conoscono ma si spiano a vicenda attraverso i vetri, immaginando una vita misteriosa e affascinante al di là del muro. E quando finalmente si incontrano in un locale, guardandosi negli occhi scoprono che la realtà supera l’immaginazione: così, i due si innamorano.

I protagonisti della nostra storia hanno vent’anni quando l’amore sboccia, irrefrenabile, a cambiare le loro vite. Elizabeth studia psicologia, anche se potremmo dire – e talvolta lo dice lei stessa – che studia “tutto”, sempre sepolta dai libri e incapace di rinunciare a una qualsiasi possibilità di dimostrare il proprio valore. Jack è un fotografo alle prime armi ed eserciterà su di lei il fascino tipico dell’artista. È tenebroso, tatuato, riflessivo ma pieno di agganci fra “quelli che contano”. Jack invita Elizabeth a seguirla, la prima sera, con un’espressione le ripeterà per tutta la loro vita: Vieni con.

Per quanto l’idea dell’amore a prima vista possa farci storcere il naso, i due si amano fin dal primo sguardo, e Nathan Hill prova in tutti i modi a farci cambiare idea costruendo una storia vera, toccante e stratificata, intrisa di momenti di giovinezza e incontro tra anime affini.

Quando il romanzo prende il via, però, i due sono già adulti alle prese con l’acquisto della loro casa per sempre e con l’umore altalenante di un bambino di quattro anni, Toby, sul quale riverseranno un’atavica ansia di protezione dai tablet e dal mondo, figlia delle loro infanzie costellate di insicurezze e recriminazioni.  

La crisi, insomma, è dietro l’angolo. O forse ha già varcato la soglia della nuova casa (in cui Elizabeth suggerisce l’introduzione della modernissima “doppia padronale”), appiccicandosi alle pareti come le foto appena sviluppate da Jack ai tempi dell’università.

Mentre Jack è diventato un professore, barcamenandosi fra mostre di fotografia e metri di giudizio basati sul gradimento degli utenti social, sua moglie lavora per la Wellness, un’azienda specializzata nello studio dell’effetto placebo. Il più nuovo e recente esperimento ideato da Elizabeth è niente meno che una pozione d’amore. Lei stessa ne avrebbe bisogno, ma bere la sua pozione sarebbe inutile. Pur alla ricerca del benessere matrimoniale, Elizabeth è carente del requisito fondamentale affinché l’esperimento funzioni: nessuno dei pazienti, infatti, deve sapere che la pozione è solo acqua colorata.

L’effetto placebo per Elizabeth, dunque, non può funzionare. Ma nel corso della storia, fra crisi, dubbi, goffi tentativi di ravvivare la coppia con sex toys colorati e amicizie con allegre coppie scambiste, la donna si chiede se l’uomo che ha accanto non sia in realtà la persona sbagliata per lei. Anche lui, dal canto suo, si pone la stessa domanda, ma non può avere contezza delle implicazioni dell’effetto placebo sul loro amore a prima vista.

Non è solo il matrimonio dei due protagonisti a evolversi. Nathan Hill, con una prosa delicata, leggera e bellissima, dipinge sullo sfondo un mondo attraversato da profondi mutamenti, primo fra tutti quello della tecnologia.

L’autore descrive l’ascesa di internet con un linguaggio senza tempo, slegato dallo specifico social network e più incentrato sul rapporto dell’utente con lo stesso. Leggendo Wellness fra dieci anni – ma forse anche solo cinque – non sarà più importante che nel romanzo si parli di Facebook quando, in realtà, Facebook non esiste più.

Ciò che conta è invece la speranza di un padre, il padre di Jack, che sfogherà la sua solitudine e il dolore di un rapporto padre-figlio ormai sbiadito attraverso continui post nella sua home, avallando bizzarre tesi complottiste al solo scopo di ritrovare un senso di comunità. È l’ossessione di un bambino per i videogiochi, di un’anima ancora acerba che non ritrova nei propri coetanei la stessa vita che risiede in uno schermo luminoso. Ed è la realizzazione di qualcosa di grande che sta accadendo al rapporto dei due protagonisti, quando il progetto della nuova casa viene ostacolato da attivisti che si oppongono al deturpamento di zone incontaminate della città a danno dei nuovi investitori.

In 700 pagine, che scorrono come fossero la metà, Nathan Hill trasmette toccanti momenti di vita, di disperazione e di ritrovata consapevolezza, raccontando due vite che si intrecciano rimarginando le ferite di dolorose storie familiari.

Elizabeth e Jack scopriranno che anche l’amore a prima vista è davvero un effetto placebo: ma questo il paziente perfetto non deve mai saperlo.

Rossella Lettieri

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