C’è il posto del cuore, quello dei ricordi e delle sere d’estate, quello al quale siamo legati da sempre pure se non ci appartiene più veramente, quello che ci ha visto nascere e sbagliare. E poi c’è un posto del quale ognuno di noi in un tratto della sua vita si è sentito di fare parte. Magari una parte scomoda ecco, ma che pure gli è servito per autodefinirsi.

È il posto dell’errore.

Ed è proprio in quel luogo scomodo nel quale ci vediamo diversi e sbagliati che cresciamo, superando i limiti e le costrizioni e le scelte che gli altri vorrebbero fare per noi. Di noi.

A questo posto non confortevole trova un posto per noi il bellissimo albo illustrato scritto da Natalia Ceravolo, che parte da una storia per bambini per farne invece un’opera anche per adulti con i doppi piani di lettura che, al pari di storie ormai universali entrate nell’immaginario condiviso, come Il Piccolo Principe, fanno parte della narrativa senza tempo. E senza i limiti dell’età.

C’era una volta un bellissimo pezzo di stoffa colorata. Di un colore acceso. Era giallo o arancione brillante, come un fuoco, quando inizia ad accendersi e fa luce e colore insieme, ecco così. Un pezzo di stoffa, che si svegliò dopo un pisolino e si trovò solo, tutto solo, terribilmente solo su una panchina.”

Questo l’incipit della storia che muove il pezzo di stoffa giallo, nel quale ognuno di noi, grandi e piccoli di un tempo, ci ritroviamo. Il pezzo di stoffa inizia la sua strada verso il riconoscimento, verso la sua definizione, imbattendosi in tutti gli amici di un tempo che avevano popolato la sua storia e che grazie alla loro raffinatezza sono stati selezionati per diventare capi definiti, nel mondo della moda (e della vita) che vuole tutto chiaro e ben delineato. O hai gli orli e le cuciture giuste o sei un errore.

“Improvvisamente, indossato da una altezzosa signora bionda con i boccoli, riconobbe Pantalone-nero-classico. Lui era sempre stato un ottimo dispensatore di consigli. Ricordava perfettamente quella cosa di non fare mai il passo più lungo della gamba, ad esempio. Correndo lo raggiunse, ma si accorse, che Pantalone-nero- classico faceva finta di non vederlo.”

Il viaggio picaresco del piccolo pezzo di stoffa passa dalla solitudine, alla scoperta, facendo i conti con la delusione fino ad arrivare alla domanda che poi è in fondo quella comune a tanti bambini e ragazzi e adulti, che nella conformità non si riconoscono: quale è il mio posto?

“Un errore è una cosa sbagliata, inesatta. Una cosa che non si doveva fare, una cosa che non ci doveva essere. Una cosa di cui si può e si deve fare a meni. Ora scusa devo andare.”

Un errore. Io sono un errore, ripeteva tra sé il bellissimo pezzo di stoffa. Quale sarà mai il posto di un errore?”

Natalia Ceravolo scrive a mezzo di una lingua semplice, come vuole un albo illustrato, ma dietro ogni passaggio c’è un forte simbolismo che tiene sempre la lettura su due piani diversi in grado di dialogare tra di loro: quello del lettore-bambino che segue le avventure di pezzo di stoffa farsi spazio tra i vecchi amici nella speranza di trovare una collocazione come è stato per loro, e quello del lettore-adulto che nella stoffa vede l’imperfezione in grado di inibire le nostre vite nel rapporto con gli altri e che, come il peggiore dei mali della nostra società, deve essere scongiurata.

Ma è proprio qui che risiede la magia e l’autrice ce la fa scoprire portandoci per mano nelle descrizioni, nei dialoghi e nelle riflessioni di pezzo di stoffa.

Edito da Saremo alberi, e grazie anche alle bellissime illustrazioni di Alessandra D’Amico questo volume è un albo imperdibile, che trova il giusto posto nelle librerie di ognuno di noi.

Angela Vecchione