Parlaci di te.

Mi chiamo Eleonora Faina, sono nata e cresciuta a Roma, da padre marchigiano e mamma romana. Ho 37 anni e attualmente sono la responsabile degli affari istituzionali del Gruppo api – italiana petroli. Non ho cani, gatti, figli o mariti. In compenso ho una famiglia allargata di amici da fare invidia! Sono bellissimi! Adoro viaggiare, prende l’aereo, chiacchierare, leggere, cucinare… in generale mi piace stare in mezzo alle persone. Amo il mio lavoro e credo che ci sia un gran bisogno di ridurre i gap di genere!

Da quanto tempo lavori per la tua azienda e in che consiste il tuo lavoro.

Lavoro in api da due anni, ma faccio questo mestiere da circa 12.

Sono a tutti gli effetti una “lobbista”, termine assai inflazionato e spesso usato con un’accezione negativa ma che invece indica una professione appassionante ed estremamente interessante che richiede solide competenze tecniche, capacità relazionali e quella che definirei “intelligenza sociale ed emotiva”.

Fare la lobbista vuol dire sostanzialmente raccontare un pezzo di società, alla politica, ai cittadini, ai consumatori, alle amministrazioni, arricchendo di informazioni e di punti di vista privilegiati la conoscenza dei decisori pubblici e dei portatori di interesse. Si chiamano portatori di interessi ma per lo più siamo persone che lavorano in un’azienda o per un soggetto privato, che dà lavoro a noi e a tanti uomini e donne, e che cerca di creare le condizioni perché il proprio business cresca e si rafforzi anche nel futuro.

Un lobbista ha il compito di raccontare cosa accade nelle aziende, nei territori dove ci sono gli stabilimenti, descrivere gli obiettivi e indicare le aspettative. Manifestare le preoccupazioni, aspettando le risposte, di imprenditori e lavoratori. Ogni giorno studia dossier, si informa, fuori e dentro l’azienda, si confronta, formula proposte, spiega, ascolta, spiega di nuovo, contropropone, segue la politica e le sue evoluzioni, i processi legislativi e le persone. Ma alla fine, accetta le decisioni del Parlamento sovrano e del Governo. Perché, anche se non sembra, chi decide è sempre e solo la politica.

Quanto è stata importante la tua formazione per quello che fai oggi?

Tantissimo: quello che sono oggi è il frutto di quello che ho studiato. E sono tra i fortunati!

I libri che ruolo hanno nella tua vita?

I libri sono un pezzo importante della mia vita, ne leggo quanti posso tra saggi e romanzi, leggo almeno un libro ogni due/tre settimane. Al mare divento onnivora di libri e nella mia casa il pezzo più importante resta la libreria. È fondamentale.

I libri sono stati importanti per il lavoro che fai?

Certo! Quelli sui quali ho studiato, quelli che leggo per approfondire, quelli che non c’entrano niente con il mio lavoro ma che servono per staccare, per ispirarsi e alimentare creatività e fantasia. Leggere è stato fondamentale per imparare a scrivere, a formulare pensieri complessi utilizzando parole semplici e ad arricchire il bagaglio lessicale. Soprattutto, leggere è fondamentale per formare il pensiero critico, che è lo strumento principale del mio lavoro.

C’è un libro in particolare che ha avuto un ruolo decisivo in quello che sei oggi?

Ne ho vari, da piccola sicuramente Piccole Donne e Il gabbiano Jonathan Livingston. Il primo per la piccola Jo e il suo femminismo spinto che si incastrava in un personaggio pieno di dolcezza e romanticismo; il secondo per la libertà, per l’impegno, per la fiducia; me lo regalò mio padre, rimarrà sempre nel mio cuore.

Da grande, tanti altri. Da L’amante di Yehoshua, a Cronache di poveri amanti, alle poesie di Baudelaire, a Memorie di Adriano. E poi i saggi: su tutti, forse, i libri sulla storia dei partiti politici italiani e sulla democrazia.