Nell’aprile del 1998 exlibris pubblicava un intero numero sulla letteratura catalana.

La Catalogna abbraccia quattro province spagnole che sono Lerida, Tarragona, Gerona e Barcellona. È una terra che ha da sempre vissuto una doppia vita, condividendo con il resto della Spagna la lingua ufficiale, la letteratura ufficiale, la cultura ufficiale, quella castigliana, ma conservando testardamente le sue tradizioni, la sua lingua, il catalano, e la sua letteratura, anche nei momenti storicamente più difficili: come la politica franchista di “rispagnolizzazione”. Senza dimenticare i fatti recentissimi.

Nulla si è perso neanche allora perché gli intellettuali catalani, molti dei quali costretti ad abbandonare la propria terra, hanno lavorato per la continuità anche fuori dalla Catalogna, permettendo così a una cultura, considerata ‘‘minoritaria”, di essere tramandata. Cultura minoritaria solo come luogo fisico di appartenenza perché il catalano è una lingua ricca, sempre viva e in evoluzione, depositaria di una letteratura dinamica al pari di tutte le letterature di lingua romanza. Ma come mai venti anni fa abbiamo pensato alla Catalogna? Perché avevamo notato un certo interesse da parte delle case editrici italiane per la lingua catalana; la Marcos y Marcos con le opere tradotte di Quim Monzó; la Fazi Editore e Carme Riera con la pubblicazione di Dove finisce il blu, primo libro in lingua catalana a rivecere il Premio Nazionale Spagnolo per la Letteratura; la Sellerio ha pubblicato un romanzo di Llorenç Villalonga, Morte di dama, ed Einaudi un grande classico della letteratura catalana del XV secolo, Tirant lo Blanch, di cui anticipammo un brano. Ma in quel numero di parlava anche di tanta poesia catalana, considerata all’avanguardia nel panorama letterario europeo.

Per creare il numero abbiamo chiesto aiuto a chi di letteratura catalana ne sa perché la studia: gli autori degli articoli erano tutti docenti, ricercatori o studiosi di letteratura catalana dell’Università Orientale di Napoli coordinati da Nancy De Benedetto.

Di Catalogna ne avevano già parlato ancora prima di ripubblicare questo numero raccogliendo tutti i titoli presenti nel portale e che potete rileggere qui.

Lea Iandiorio