Dice la saggezza popolare che il primo baluardo è sempre il più arduo da superare e forse anche Piero Rinaldi deve averla pensata così quando si accinse a scrivere il suo primo libro, Air Mail. Ora, a distanza di un centinaio di pagine scritte, della loro pubblicazione e soprattutto della loro messa in vendita tutto appare più tranquillo e sereno per il neo-scrittore: prova superata. Il romanzo su una serie di racconti e lettere il cui filo conduttore ci riporta a due protagonisti: il primo imprigionato nel vivere quotidiano, in una vita monotona, uniforme, statica, ma dopotutto tranquilla, il secondo acceso da uno spirito di libertà, in perenne asintonia con l’immobilità che lo circonda. Marco e Sirio sono attratti l’uno dall’altro proprio come prevede la legge degli opposti, ma il distacco inevitabile allorquando la quotidianità delinea il percorso di ciascuno su strade ferrate prive di qualsiasi incrocio. Marco non ha il coraggio di abbandonare la certezza del presente, la casa, il lavoro, la famiglia caratteristiche statiche di una vita normale che l’amico ripudia, e Sirio cede alla tentazione del diverso, dell’unico, del particolare, fiero del suo anticonformismo consapevole che la normalità sarebbe per lui solo una delusione. Il ritorno di Sirio non cambierà la sostanza dell’esistenza dei due giovani, entrambi intrappolati nella singolarità della loro vita: due strade, due scelte, un’amicizia.
La fluidità della narrazione rende possibile la forma epistolare e la visione unitaria caratteristica peculiare del romanzo non si allontana mai, anche quando inevitabile divisione strutturale viene a galla. L’ironia è la principale qualità della scrittura di Rinaldi che pur vivendo nel quotidiano riesce a mantenere una visione oggettiva della sua realtà, condizione indispensabile per critiche, analisi e giudizi. In questo modo la drammaticità del vivere di ogni giorno emerge dal sottile velo ironico sapientemente costruito dal giovane autore senza mai invadere la coscienza del lettore. La normalità in cui tutti, bene o male, siamo immersi non è spiacevole se assume i colori vivaci di una tavolozza ancora intatta. Il brutto è scoprire che il disegno è già stato fatto e che a nostra disposizione non restano che le tonalità poco brillanti.
Andrea Lobera
Piero Rinaldi è nato a Forlì nel 1963, dove vive e lavora. Nel 1997 ha pubblicato presso la casa editrice Mobydick la raccolta di racconti Air Mail, e per gli stessi tipi ha ideato e curato nel 1999 Il galateo del telefonino, venti scrittori per nuove regole di comportamento. Per l’editore Mugnaini di Firenze è uscito Elefanti, con incisioni di Wladimiro Elvieri. Nel 2006 pubblica per Sironi Pesca in acque dolci. È autore di testi teatrali e collabora con diverse riviste e agenzie pubblicitarie.
Il libro è fuori catalogo.
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