“Un giorno, la mia fidanzata è tornata a casa con un regalo: una pianta di ananas presa all’Ikea. Poco dopo mi ha lasciato e io sono rimasto solo, con quel piccolo frutto verde.”
La scena ci sembra surreale ma non del tutto impossibile, tutti noi siamo stati lasciati almeno una volta nella vita e tutti abbiamo pensato di imbarcarci in qualche progetto straordinario, al di fuori dei confini della normalità: prenotare un biglietto di sola andata per una località remota e esotica, licenziarsi da un lavoro che non ci è mai piaciuto senza pensare realmente alle conseguenze, iscriversi finalmente a quel corso di laurea che era stato fin da subito il nostro piano A ma forse un po’ troppo precario e senza prospettiva di guadagno. Lex Boon nel suo libro Ananas – Viaggio alla scoperta di un frutto sorprendente, fa proprio questo, si concentra su un particolare che può sembrare a un primo sguardo non importante, frivolo ma che diventa centrale e fondamentale per, in un certo senso, anche la sua sopravvivenza. Ananas – Viaggio alla scoperta di un frutto sorprendente non è però solamente un reportage sull’ananas, lo è anche, infatti è ricco di dati, curiosità, aneddoti ma è soprattutto la narrazione di un cambiamento, di quanto alle volte concentrarsi su qualcosa che in un primo momento può sembrare frivolo o privo di importanza invece si rivela appunto sorprendente.
Il narratore è stato lasciato dalla sua compagna, si ritrova a vivere in una casa galleggiante sull’Amstel che fin da subito è troppo grande e costosa per lui da solo, è un giornalista per un quotidiano nederlandese, l’unica cosa che gli rimane della sua ormai ex- compagna è appunto questo vasetto di questa piantina di ananas Ikea. È proprio questa piantina che non durerà molto, il punto di partenza di questo viaggio immenso, faticoso, costoso sulle tracce di questo a dir poco sorprendente frutto. Ripercorrere la storia dell’ananas non è certo un’impresa semplice, ciò che cattura l’interesse dell’autore è come sia possibile prima di tutto così famoso e che sia onnipresente nei supermercati europei a prezzi irrisori quando deve effettivamente crescere almeno per due anni, essere raccolto sul campo, imballato, spedito e trasportato dall’altra parte del mondo. La storia dell’ananas però si rivela fin da subito complessa, variegata e ricca di personaggi e non si può certo circoscrivere in un solo luogo. La stranezza e il mistero che avvolgono l’ananas affascinano il narratore che decide di procedere in modo metodico e preciso come per un reportage giornalistico a tutti gli effetti, gli alert di Google si rivelano essere degli ottimi strumenti in questa sua prima fase del progetto, e sarà proprio in base alle notizie che riceverà sull’ananas che il narratore organizzerà i suoi viaggi.
Così noi lettori ci ritroviamo in Thailandia con lui, la prima di una delle numerose tappe che questo progetto prevede, sulle tracce del famoso tempio a forma di ananas sull’autostrada di Phuket, poi nella dimora scozzese neoclassica Dunmore Pineapple, che come si deduce dal nome presenta una facciata rettangolare sovrastata da un ananas in pietra alto 14 metri, in Florida, in Costa Rica primo paese produttore mondiale di ananas, in Colorado dove incontriamo il professore che ne ha rivoluzionato il mercato introducendo una varietà a dir poco perfetta, passando per le Azzorre, il Ghana terra di utopie agrarie europee fino a giungere finalmente alle Hawaii: meta ideale dell’ananas nell’immaginario dell’autore fin dalla sua infanzia.
Il lettore viaggia con il narratore, non si limita ad assistervi passivamente, e fin dal suo primo viaggio, lo reputa già un amico, un compagno di viaggio con il quale andrebbe anche sulla Luna, il suo modo di scrivere in prima persona, semplice, chiaro, lineare, la presenza delle cartine all’inizio di ogni nuovo capitolo preparano il lettore al viaggio e lo incuriosiscono perché si domanda cosa c’entrano determinate località con l’ananas. Il narratore affascina il lettore anche quando fornisce dati, riporta statistiche, si interroga sul lato oscuro di queste frutto, sulle conseguenze che la sua coltivazione ha sull’ecosistema circostante e sui suoi effetti molto spesso non propriamente positivi sulle vite dei lavoratori impiegati nella sua coltivazione e nella sua distribuzione.
A ogni viaggio ci affezioniamo sempre un po’ di più all’autore, sentiamo con lui i sentimenti che prova ogni volta che si prepara a salire su un aereo, siamo con lui quando incontra personalità importanti e significative della storia dell’ananas come ad esempio il Professor David D.F. Williams, l’uomo che ha letteralmente inventato l’ananas che ha rivoluzionato l’intero settore: l’MD-2, la varietà che si trova in tutti i supermercati europei, considerato il migliore, dal gusto inimitabile contribuendo a rendere ancora più affascinante e curiosa la storia di questo frutto. A ogni viaggio del narratore ci si rende conto che questo suo progetto iniziato come una sorte di terapia per superare una triste e dolorosa rottura d’amore, si è rafforzato e concretizzato e nel giro di cinque anni gli ha permesso di fare incontri straordinari, di viaggiare ai quattro angoli del mondo, di visitare luoghi sperduti, inconsueti e in un certo senso ha ribaltato completamente il suo mondo o perlomeno quello che reputava tale. Il lettore incontra il narratore che è un ventenne che è stato appena lasciato dalla fidanzata, che si ritrova a vivere in uno minuscolo appartamento se così si può definire in un stabile nell’ex quartiere industriale De Pijp di Amsterdam e lo saluta trentenne, cresciuto, con un lavoro fisso nel giornalismo, esperto di ananas, padre con un conto cointestato e uno a risparmio, il nostro narratore è diventato adulto.
L’ultima tappa finale di questo suo viaggio alquanto articolato sulle tracce dell’ananas sono le Hawaii, precisamente l’isola di Lanai: una delle più grandi piantagioni di coltivazione dell’ananas fino agli anni Novanta, una sorta di luogo sacro per chi è cultore dell’ananas. Gli antichi sfarzi delle coltivazioni di ananas sono solo un lontano ricordo, l’isola è ora solo l’ennesimo paradiso artificiale acquistato da uno dei tanti miliardari dove l’unica attrazione è l’Hotel Four Seasons extralusso, ed è proprio nella piscina di quest’ultimo che il lettore saluta il narratore. Il suo desiderio verso l’esotico tanto agognato è stato esaudito, il frutto che fa parte delle bromeliacee l’ha portato in giro per il mondo ma il senso di magia e di avventura ormai sono svaniti. Questo capitolo della sua vita si è ormai concluso, molte cose sono cambiate, all’inizio di quest’avventura la vista di ogni pianta di ananas era un ricordo doloroso della sua ex fidanzata e di cosa fosse andato storto ma ad ogni viaggio che faceva il ricordo si indeboliva sempre di più fino a scomparire del tutto in quest’ultimo alle Hawaii.
Il narratore ci lascia mentre è in un negozio di souvenir a Maui in attesa di imbarcarsi su uno dei numerosi aerei che lo riporteranno in Olanda dalla sua famiglia e noi lettori siamo con lui, lo osserviamo mentre compra una cartolina destinata alla sua ex fidanzata, colei che gli aveva regalato la piantina, le scriverà semplicemente “grazie per la piantina” e anche noi le siamo riconoscenti perché se non gliel’avesse regalata e non l’avesse lasciato, noi non avremmo potuto viaggiare con lui e scoprire cosa si cela dietro allo strano frutto dell’ananas la cui buccia replica in maniera perfetta la sequenza di Fibonacci e la cui presenza è ovunque. Ananas – viaggio alla scoperta di un frutto sorprendente di Lex Boon è un diario di viaggio sulle tracce delle origini del frutto dell’ananas, assume anche la forma di un reportage giornalistico ma è anche una sorte di diario personale, la prova che alle volte concentrarsi su un dettaglio che può essere ritenuto inutile in un primo momento può rivelarsi successivamente pieno di sorprese e spingerci ad andare oltre.
Carlotta Millo
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