In questo periodo prediligo molto i libri nei quali ci sono personaggi forti che ti lasciano un segno e un insegnamento di vita e le mie aspettative sono state enormemente soddisfatte con Brisa di Paola Rambaldi, pubblicato da Edizioni del Gattaccio nella collana NARRATIVE.
Il racconto di una donna che non è perfetta ma che si dimostra allo stesso tempo, fragile, forte coraggiosa e che deve farsi strada nel mondo con le unghie e con i denti ha da subito colpito la mia curiosità tanto da voler leggere questo libro in qualsiasi luogo e momento della giornata in poco più di una settimana.
Passiamo alla trama: la storia è ambientata a Gorino, un paesino alla foce del Po di poche anime che vivono di pesca e pettegolezzi; le donne non hanno molto di cui parlare, non accade mai nulla di interessante se non fosse per un anno e una tragedia ben precisa.
Ci troviamo nel 1956 e sappiamo perfettamente quando si svolgono gli avvenimenti perché c’è una scansione temporale lineare che va dal 20 settembre fino alle festività natalizie dello stesso anno.
Brisa, la giovane protagonista, «è una perticona di un metro e settantacinque col naso gobbo, un treccione nero che le arriva fin dietro le ginocchia e un’eterocromia che la costringe a nascondere gli occhi- uno troppo chiaro e uno troppo scuro- dietro un paio di occhiali da sole che non leva mai. Una fitta peluria sul labbro superiore e dei vestiti da vecchia le danno il colpo di grazia.»
La sua descrizione la dice lunga sul suo modo di apparire agli abitanti del piccolo paesino di Gorino alla foce del Po tanto che è stata soprannominata “la stria”, la strega, un po’ per il suo aspetto un po’ per le sue capacità divinatorie. In paese non tutti credono alle sue doti ma per sicurezza se ne tengono alla larga.
Brisa ha il dono di conoscere tutto di una persona semplicemente toccando con la sua folta treccia la foto del diretto interessato e, anche se suo padre vorrebbe una vita più tranquilla per lei, magari sposata come le ragazze della sua età, Brisa non può accettare di conformarsi allo stereotipo della brava donna di casa. Da sempre si è sentita diversa, anche il suo aspetto rispecchia questo contrasto e lei non può soffocare la sua natura.
La vita di Brisa si intreccerà al filone principale della storia e cambierà radicalmente con la festa del Santo a Gorino durante la quale si esibiranno I cavedani di Gorino, un gruppo di amici d’infanzia che hanno una grande passione per la musica. Qui entrerà in scena Eoppas, il nuovo cantante della band, così strano nel modo di comportarsi e così simile al cantante Elvis.
Da qui in poi la vicenda prende una piega inquietante, grottesca.
La scomparsa del piccolo Lucianino durante la festa, il suicidio di Romildo lanciatosi dalla finestra del faro di Gorino dopo essere stato accusato ingiustamente, la sparizione di un baule in legno della Santissima Vergine sono solo alcuni dei misteri che attanagliano la polizia locale e che vedono intrecciarsi le vite del gruppo musicale, di Brisa e del nuovo arrivato.
Il ritmo della storia è di volta in volta più veloce, cattura il lettore fino alla fine e i dialoghi si prestano perfettamente allo scopo e rendono la narrazione fluida e accattivante.
Mi ritengo oltremodo soddisfatta di questa lettura e la consiglio vivamente a chi voglia provare emozioni forti al fianco di Brisa.
Paola Rambaldi, l’autrice del libro, è originaria di Argenta e ha pubblicato molti racconti in riviste e antologie; è arrivata in finale per il soggetto cinematografico a Storie del nuovo Millennio 2003 e Premio Teramo 2005 e continua a scrivere di cinema nella rubrica “La schermitrice” su Thriller magazine.
Irene Cambriglia
Puoi conoscere meglio le Edizioni del Gattaccio leggendo questa intervista.
E tu cosa ne pensi?