“Accadde una notte che una fata andò a trovare un ragazzo normalissimo di nome Hodder. La fata gli disse che era stato prescelto. Hodder, che non era mai stato prescelto né aveva mai visto una fata prima di allora, si alzò a sedere sul letto, si stropicciò gli occhi e domandò con discrezione se non si trattasse di un malinteso”.
Forse l’apparizione della fata è soltanto un sogno; Hodder soffre di insonnia, eppure è una visione talmente vivida, e lei insiste, con voce sottile ma ferma come la pioggia di ottobre: “Tu sei il prescelto, Hodder. Sei il prescelto. Devi salvare il mondo”.
Hodder è un bambino di corporatura esile, con collo e braccia sottili. I compagni sostengono che non sia in grado di sollevare nemmeno un cotton fioc. Piuttosto che scelto, di solito viene scartato. Per esempio, quando si formano le squadre a scuola. Non ha la minima idea di come si possa salvare il mondo. È così grande il mondo, c’è un sacco di roba da salvare!
La fata è una tipa di poche parole e intanto è già scomparsa prima di dargli alcuna indicazione pratica.
Difficile capire da dove cominciare. Hodder si mette d’impegno a sfogliare l’atlante; dopo aver scartato lo Jutland (una penisola immensa dove abitano i nonni), la Scandinavia, l’Europa e l’Asia, decide che Guambilua potrebbe essere proprio il posto giusto: un’isola minuscola, a destra dell’Africa, spersa in mezzo al grande oceano blu, abitata da forse dieci, al massimo quindici indigeni…
Comunque da solo non ce la può fare. Ha bisogno di qualche compagno d’avventura Sarà il caso di organizzare una specie di spedizione. Chi potrebbe accettare di affiancarlo in questa delicatissima missione? Lui non ha amici, a parte il papà, che però è molto impegnato perché lavora di notte affiggendo manifesti pubblicitari sui muri. Forse la signora col cappotto verde e le scarpe rosse che passeggia giù in strada? O il cane azzurro accucciato davanti al portone dirimpetto che compare solo al buio? Potrebbe chiedere a Filip, il ragazzo più forte e coraggioso della classe o a Big Mac Johnson, il famoso pugile campione di pesi massimi…
Hodder sogna a occhi aperti e chiusi, e il quotidiano si mescola con la fantasia e la fantasia entra nella sua quotidiana solitudine a fargli compagnia.
Potrebbe sembrare un libro triste, invece si ride tantissimo.
Bjarne Reuter (1950) è uno dei più noti autori danesi per bambini. Le sue opere, tradotte in più di venti lingue, hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti.
Hodder e la fata di poche parole, tradotto in Italia da Eva Valvo, ha vinto il premio Andersen nella categoria 9-12 anni.
Su Netflix c’è anche il film.
Sabrina Rondinelli
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