Parlaci di te.

Sono nata a Padova, vivo e lavoro a Milano, dove nel 2018 ho fondato Reading Room, spazio culturale dedicato all’editoria periodica.

Da quanto tempo lavori per la tua azienda e in che consiste il tuo lavoro.

Ho iniziato a lavorare al progetto circa un anno prima dell’inaugurazione, nel maggio del 2018. Il mio lavoro consiste prima di tutto nella selezione dei magazine che popolano gli scaffali di Reading Room, poi nell’organizzazione degli incontri e dei momenti di approfondimento. A queste attività si aggiungono i progetti e le collaborazioni con musei, università e altri centri culturali.

Quanto è stata importante la tua formazione per quello che fai oggi?

Direi molto, ho studiato management culturale e in parallelo coltivato professionalmente il mio amore per la fotografia e la cultura visiva. Tutto è confluito nel progetto Reading Room, più o meno direttamente. Alla base c’è ovviamente l’amore per il contenuto, però anche la voglia di sviluppare il progetto in modo che sia imprenditorialmente sostenibile.

I libri che ruolo hanno nella tua vita?

Un ruolo importante perché amo i libri e il lavoro che faccio mi dà l’opportunità di scoprirne tanti, sempre nuovi, e a volte di conoscere chi li realizza, il che è una grande soddisfazione.

I libri sono stati importanti per il lavoro che fai?

Direi proprio di sì. Reading Room vuole essere una finestra su questa nuova editoria periodica che fa ricerca e sperimentazione, un fenomeno che negli ultimi anni è esploso. Questi magazine che sono vere e proprie piattaforme creative che si prendono il tempo per sviluppare contenuti di qualità, il complemento alla velocità e ai contenuti “mordi e fuggi” a cui internet ci ha abituati. Considero queste pubblicazioni al pari dei libri, ciò che le distingue è appunto la loro periodicità.

C’è un libro in particolare che ha avuto un ruolo decisivo in quello che sei oggi?

Depero Futurista, anche noto come “libro imbullonato”, di Fortunato Depero

Ce ne vuoi parlare brevemente?

Pubblicato nel 1927, il “libro imbullonato” è considerato uno dei primi libri d’artista. Da un lato manifesto del pensiero futurista, dall’altro portfolio di autopromozione del marchio Depero a New York, il volume è un capolavoro di graphic design. La scelta di rilegare il libro con dei bulloni oltre ad essere un chiaro riferimento alle macchine, tanto care ai futuristi, voleva essere un invito al lettore a svitarli e per riorganizzare le pagine a piacimento.

Intervista a cura di Angela Vecchione