Tlon è un progetto di divulgazione culturale condotto da Andrea Colamedici e Maura Gancitano. Si manifesta attraverso una Scuola di Filosofia e Immaginazione permanente, una casa editrice, una libreria teatro e un’attività di divulgazione online attraverso i social network, mescolando cultura alta e bassa, analizzando bisogni e significati del nostro tempo e mettendo in connessione l’ambiente accademico con il mondo pop.
È una scuola di filosofie, una casa editrice, parlaci di Tlon. Com’è nata l’idea di fondare una scuola di filosofie?
Tlon nasce da me, Andrea Colamedici e Nicola Bonimelli nel 2015 dall’idea di rimettere la filosofia al centro del discorso. Lavoravamo insieme nell’ambito dell’editoria spirituale, ma notavamo la mancanza di una formazione filosofica in chi si avvicinava a un percorso interiore. Ci sembrava che la filosofia fosse percepita come qualcosa di distante dalla vita reale, mentre in realtà – soprattutto alle origini – era “arte di vivere”, quindi estremamente pratica. Tlon nasce dunque dal bisogno di parlare di filosofia riflettendo sull’attualità e sui fenomeni sociali, disegnando in modo sempre più chiaro un processo di fioritura.
Quest’idea si è concretizzata prima di tutto quando abbiamo iniziato a organizzare degli eventi culturali in giro per l’Italia, poi con la nascita della casa editrice, poi della Libreria Teatro, e il collante è sempre stata la narrazione e la riflessione che io e Andrea abbiamo portato avanti con le persone che hanno iniziato a seguirci. La nostra è una formazione filosofica a cui si aggiungono competenze imprenditoriali, digitali, editoriali, organizzative. Quando abbiamo iniziato a fare video sul web non sapevamo la portata che avrebbero avuto, perché eravamo abituati a una comunicazione tradizionale, ma la forza è stata il fatto di riflettere e criticare il web – ne parliamo in La società della performance – senza demonizzarlo. Abbiamo provato spesso negli anni a costruire un piano editoriale e una strategia chiara, ma la verità è che abbiamo sempre dato priorità ai contenuti e a quello che sentivamo di dire, all’urgenza che avevamo.
In Lezioni di meraviglia scrivete: essere filosofi è come essere gravidi, o lo sei o non lo sei. Si può diventare filosofi seguendo Tlon? O almeno sviluppare un atteggiamento filosofico?
Si può cambiare lo sguardo con il quale si guardano le cose e si può sviluppare il desiderio di approfondire. Seguire un podcast, leggere un libro o guardare un video non sostituiscono un processo di formazione universitario, ma possono dare strumenti di comprensione e decodifica dell’attualità e di sé. Del resto, il linguaggio che utilizziamo nei video sul web non è lo stesso di una conferenza che teniamo in università, perché in quel caso il linguaggio e i concetti sono più tecnici e calati nel contesto. Quello che cerchiamo di fare sul web è creare dibattito – trasmettendo idee e concetti di filosofia che cerchiamo di rendere comprensibili – e spingere a coltivare la meraviglia, che in un mondo cinico e disincantato come il nostro ha un’importanza fondamentale.
A cosa serve la filosofia in questo periodo di emergenza sanitaria, di chiusura e forse anche di depressione? Quali sono i filosofi che consiglieresti di leggere in questo periodo?
La filosofia può aiutare nel senso generale a creare dei ponti, districarsi tra le opinioni, spesso divergenti, e fare una selezione, un approfondimento, usando un ragionamento logico razionale. Per le voci alle quali accompagnarsi suggerirei Alain de Botton, che ottenne un successo internazionale nel 1997 con Come Proust può cambiarvi la vita, ma che ha poi scritto numerosi saggi su come gli insegnamenti di molti filosofi che abbiamo studiato al liceo possano tradursi in consigli pratici per affrontare gli affanni quotidiani. Poi c’è Pierre Hadot, e ancora 101 esperienze di filosofia quotidiana di Roger-Pol Droit dove con esercizi pratici, tipo – prendi un treno senza conoscerne la destinazione, immagina che il mondo finisca nel giro di venti secondi, pronuncia il tuo nome a voce alta dentro una stanza vuota – fornisce le chiavi di accesso per aprire le porte del pensiero filosofico, a livello pragmatico usando l’immaginazione.
In una delle presentazioni di un vostro libro dici che siete soliti criticare la divulgazione spirituale e la scienza: scienza e chiesa, secondo voi in questo periodo così inedito stanno davvero fornendo delle risposte, o almeno ci hanno provato fino in fondo?
Per la divulgazione spirituale, qualsiasi sia la tua posizione, è importante che tu ci creda. Creda a quella visione e a quella lettura del mondo. In questo caso direi che certamente la chiesa può aiutare i suoi fedeli, chi abbraccia una narrazione cattolica della realtà. La scienza invece studia dei fenomeni. E i fenomeni sono mutevoli, possono cambiare. In queste settimane, a proposito delle voci autorevoli chiamate a esprimersi sulla pandemia che stiamo vivendo, ho visto uno scontro di posizioni polarizzate, e questo non fa bene a nessuno. Credere nella scienza significa essere disposti a cambiare idea, la scienza può confutare anche quello che aveva precedentemente dimostrato. Quindi posizioni granitiche non sono d’aiuto a nessuno in un momento nel quale tutto può mutare e tutto muta molto velocemente. Certamente l’infodemia alla quale siamo esposti oggi non facilita il lavoro instancabile di ricercatori, spesso adirati per la circolazione di fake news, di informazioni che non sono supportate da basi scientifiche. Servirebbe raccontare in modo più autentico ciò che accade, magari anche ammettendo eventuali errori e cambi di posizione.
Avete condiviso molte interviste sul vostro canale YouTube a personaggi famosi nel mondo dello spettacolo, della letteratura: De Luca, Jovanotti, Saviano. Cosa vi hanno lasciato questi incontri e in particolare con chi avete stabilito una vera connessione.
Abbiamo fatto delle vere e proprie maratone in queste settimane – Prendiamola con Filosofia, GoFest, LiberiTutti, Venture Thinking – portando la filosofia in ambiti molto diversi. È strano che proprio ora che paradossalmente siamo più distanti, riusciamo a essere più vicini in un modo così spontaneo. Spontaneità e immediatezza che dal vivo spesso sono compromesse. Le connessioni vanno veloci, i concetti riescono a essere espressi in maniera più diretta di quanto accada nella vita fuori dalla quarantena. Per realizzarle abbiamo avuto dei partner – PianoB, Dude, eFM – e la grande disponibilità di personaggi (tra i quali quelli che citavi) che si sono messi a disposizione per riflettere sul presente e sul futuro.
Parlaci dei prossimi libri di Tlon in uscita.
Questa paralisi ha bloccato un po’ tutto il settore, a maggio ripartiamo. Con la casa editrice abbiamo una raccolta di poesie di René Daumal che si intitola Controcielo, ricerca mistica e metafisica dello scrittore che lo ha portato ad attraversare la “morte prima della morte”, la negazione dell’identità dell’Io, e ad accogliere una «teologia negativa» essenziale per iniziare il lavoro sul proprio Sé.
Poi c’è un saggio scritto da Jennifer Guerra, Il corpo elettrico, dove viene tracciato un percorso che parte dall’autocoscienza del corpo femminile e arriva fino ai gender studies contemporanei, per recuperare i concetti e le lotte femministe e adattarle al nuovo millennio. Al centro di questo percorso il corpo ribelle e desiderante, l’unico bene che nessuno può toglierci, il Soggetto da cui dovremmo ripartire.
Speriamo di ripartire anche noi bene quindi.
Ce lo auguriamo.
Intervista a cura di Angela Vecchione
E tu cosa ne pensi?