Parlaci di te.

Palermitano, pubblicitario. Da due anni vivo a Berlino. Prima a Palermo, Milano, Bruxelles e Londra.

Sono Client Service Director in antoni, l’agenzia di pubblicità di Mercedes-Benz per l’Europa, Germania e alcuni dei più importanti progetti internazionali. 
Prima di antoni ho lavorato per 12 anni in Saatchi & Saatchi.

Negli anni ho lavorato con Mercedes-Benz, Toyota, Dash/Procter&Gamble. Ma anche Giangiacomo Feltrinelli Editore, Visa Europe, Leroy Merlin, Plasmon.

Pubblicitario per mestiere e passione. Canottiere perché i calli nelle mani hanno il loro fascino. Goloso di pizza. Capriccioso del whisky. All’occorrenza cuoco (ma chi non lo è oggi?). Viaggiatore innamorato dello zaino, dei cambi di programma e della Moleskine. La Siria è il posto più bello mai visto. Milano è la città che amo e dove al 99% tornerò a vivere. L’1% lo lasciamo al fato.

Da quanto tempo lavori per la tua azienda e in che consiste il tuo lavoro?

Lavoro in antoni da Febbraio 2017. Faccio la reclàme, mi piace chiamarla così. La prima volta che mia nonna ha (vagamente?) capito cosa faccio è quando lavoravo per Dash; lei e le sue amiche ottuagenarie mi dissero “Ah, io il mio non lo cambio!”. È incredibile quanto la pubblicità e la comunicazione tutta siano presenti nella vita di chiunque. Dunque, citando i manuali sono a “capo di un conto e responsabile della relazione con il cliente”, nella fattispecie questo cliente è Mercedes-Benz Europe Tactical Communication e sviluppiamo tutta la comunicazione tattica di Mercedes-Benz per l’Europa, tranne la Germania. Bisogna spingere le vendite di un modello? Ci pensiamo noi. 

Quanto è stata importante la tua formazione/studi per quello che fai oggi?
I miei studi universitari (Pubblicità) non molto, a parte poche materie specifiche che mi hanno dato alcuni fondamentali. Il resto del piano di studi era troppo generico e scollato dalla realtà.
I miei studi partendo dal liceo classico tantissimo, perché mi hanno insegnato a guardarmi intorno, curiosare, apprezzare le sfumature dove spesso si annida il successo della comunicazione. Collegare. L’osservazione, l’analisi e la sintesi. Il resto l’ha fatto la quotidianità, ma sono un fortunato, ho lavorato con grandissimi maestri e fantastiche maestre che mi hanno insegnato tantissimo.

I libri che ruolo hanno nella tua vita? 

Se li rileggo di quando in quando sono dei compagni. 
Se li rileggo di nuovo immediatamente dopo averli finiti sono delle fidanzate.
Se li interrompo senza finirli sono dei carneadi.
Se li leggo una volta sola, l’intesa di una sola notte di passione, usando una perifrasi.

Quindi sono stati importanti per il lavoro che fai.
Sì, come quasi tutto in verità. La comunicazione e la pubblicità attingono dall’esistente, spesso per essere immediatamente riconoscibili e capaci di evocare in pochissimo tempo mondi di riferimento e valori condivisi. Inoltre, come pubblicitario ho la necessità di vedere il mondo come fanno altre persone, spesso molto diverse da me o con esigenze agli antipodi. I libri aiutano a farti vivere tante vite quante le storie che leggi. Poi ci sono i libri “tecnici”, indubbiamente alcuni utili (pochi), altri inutili (tantissimi).

C’è un libro in particolare che ha avuto un ruolo decisivo in quello che sei oggi?

Il Piccolo Principe, un compagno perché lo rileggo di quando in quando, magari anche solo dei passaggi. Ma non ha avuto un ruolo decisivo, mi intriga la semplicità con cui tratta temi enormi. Pone l’accento sulla semplicità, non la semplificazione, importante anche per la mia professione – sintesi, senza essere banali. Io credo poco nei momenti fulminanti, nei singoli ruoli decisivi, siamo la strada che percorriamo, all’inizio della quale spesso ci siamo trovati per caso. Bello anche Attentato al Piccolo Principe, dissacrante, visto che ormai questo libro è diventato popolare come il chutney di Masterchef!

Ce ne vuoi parlare brevemente?

L’essenziale è invisibile agli occhi. Ma la frase non è mia.