“Gli odori forniscono un sacco di indicazioni. Ho imparato in galera a usare le narici per riconoscere i tipi umani, o almeno lo stato emotivo in cui si trovano. Pochi sanno che il coraggio ha odore di pane abbrustolito; che la vigliaccheria sa di grasso rancido; che il fifone emette una nota acida e persistente; che il killer puzza di straccio bagnato”.
Chi non ricorda il famoso effetto Madeleine raccontato con grande maestria da Proust?
Lo dimentichi per un attimo e si prepari alla sorprendente teoria di Lola, molto meno famosa di Proust, ma pur sempre quella di una eroina / vittima dei nostri giorni.
Una donna che ha sbagliato, ha pagato i propri debiti, ma non completamente e per questo motivo rischia di continuare a pagarli, che riesce a riscattarsi, trovando il lato buono (e forse anche un tantino romantico) di quella vita che da troppo tempo odorava di rancido. Pure per lei.
Tallone e Carillo, attraverso una carrellata di personaggi caratterizzati dai segni che la vita gli ha lasciato addosso, passeggiando tra le strade e nei quartieri di quella Torino che noi tutti conosciamo e frequentiamo, ci portano in un noir dalla narrazione serrata che inizia con un crimine e poco alla volta, con la giusta suspence, ci conduce con logica e stupore alla soluzione di quel che aveva l’apparenza di un normale attentato politico, ma che si rivela essere un vero e proprio complotto, ovviamente sempre politico.
Su La riva destra della Dora il lettore si interroga non solo su chi sia stato a ordire quel piano che sembrava infallibile; ma riesce anche a entrare nell’intimo di quei personaggi che la parte rancida della vita di Lola non ha mai dimenticato, ne mai dimenticherà.
Maria Teresa Lo Gioco
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