La sera in cui ho incontrato Piergiorgio Pulixi da Binaria c’eravamo noi, un sacco di gente e un mistero da risolvere. Ed è iniziato tutto più o meno così.

Calabria, Siderno.
Rosa Lopez è una guerriera, una che non molla.
Nel suo carniere aveva centocinquantasette arresti, sessantaquattro espulsioni, due scontri a fuoco, trentasette onorificenze, una sessantina di lettere minatorie e un totale di quattordici proiettili nella casetta della posta.
In Calabria si è scontrata contro la ‘ndrangheta, sterminando la terribile cosca dei Macrì.
È nubile, senza figli, un lupo solitario piena di pensieri e ricordi pesanti.
Dopo dodici anni la ritroviamo a Milano, a capo dell’Unità speciale contro  il terrorismo di matrice islamica e coordinatrice regionale per l’unità antiterrorismo interforze.

 “Il terrorismo non si combatte con le buone maniere”.

Rosa Lopez è una donna che ragiona come un uomo, non usa non usa il rossetto perché visto come un segnale di frivolezza per un dirigente nella sua posizione. Deve apparire ai membri della sua squadra sempre come una sbirra tutto d’un pezzo, non lasciar mai trapelare le sue emozioni e le sue paure, che comunque ci sono, esistono nella sua testa e sente molto il senso di responsabilità che il suo compito richiede. Da lei e dalle sue azioni dipendono la vita di milioni di persone che vivono, lavorano, viaggiano e visitano i quartieri belli ed eleganti di Milano, mentre nelle viscere della città, nelle periferie degradate gruppi di persone, uomini e donne, si preparano per rispondere alla chiamata del Maestro e dar vita a stragi jihadiste.

“L’Isis esercitava una presa irresistibile su di loro perché era in grado di investirli di una causa con cui identificarsi, un’occasione di rivalersi nei confronti di una società razzista e ostile di cui non si erano mai sentiti parte attiva. La jihad sublimava la loro frustrazione e la loro ribollente voglia di riscatto”.

Rosa, a parte la relazione quasi esclusivamente fisica con un affascinate e ricco medico dalla voce calda e carezzevole, Alessandro Reale, un uomo ce l’avrebbe: Giulio Scalisi, membro della tua task force e vittima di un agguato, da due anni  in stato vegetativo nella stanza sterile di una clinica privata attaccato a tubi e macchinari che lo tengono in vita.

Tutta la vita di Rosa, da quel momento, è diventata un’eterna e costante voglia di vendetta e verità.
Voglia che la porterà ad essere ingrovigliata dentro trame difficili da spiegare.
A questo punto potrei davvero dirvi di più.
Ma non voglio.

Che mistero sarebbe?

Lo stupore della notte è un romanzo di poco più di 300 pagine, su. Son convinta che avete fatto cose più difficili.

E poi scoprire l’identità del Maestro merita da solo il viaggio.

Giuro.

Natalia Ceravolo