“Nature has made your Sense and Reason more regular than Art has your glasses”

(The Blazing World, 1666)

Aristocratica inglese e duchessa di Newcastle, drammaturga, saggista e filosofa, Margaret Cavendish fu una delle prime donne, nella seconda metà del Seicento, a sfidare lo sciovinismo maschile nel dibattito scientifico e filosofico, a snocciolare questioni come la parità di genere, le convenzioni e i costumi dell’epoca. Anticonformista nel modo di vestire, di comportarsi e di pensare, la Cavendish era una voce intrisa di cultura e lungimiranza, ma forse troppo timida e aliena alla mentalità di un’epoca faziosa, allora incapace di rappresentarla. Allora? Di anacronistico c’è ben poco, se pensiamo a quanto sia difficile per le donne, ancora oggi, far valere il contributo delle proprie conquiste al mondo della scienza. Una voce tra il passato e il presente, una voce che riflette la tradizione e la tradisce al contempo, una voce androgina e scomoda che echeggia nel presente, innescando nuovi spunti di riflessione.

Antesignano del femminismo moderno, The Blazing World [Il mondo sfavillante, Vanda Edizioni] è il romanzo fantascientifico con cui l’autrice tentò di spiegare il nesso tra la ricerca scientifica e l’immaginazione, descritte come le due facce speculari della conoscenza.

La storia racconta il rapimento e il naufragio di una giovane donna in un mondo parallelo con diverse stelle nel cielo, raggiunto attraverso il Polo Nord, un mondo in cui vige il principio di parità tra i sessi e in cui gli abitanti sono umili creature antropomorfe che speculano sulla natura e sulle ragioni dell’esistenza. La giovane donna, accolta come una divinità, diventa imperatrice del Blazing World, di questo mondo-chimera sfavillante, “pacifico, con una sola religione, un solo linguaggio e un solo governo”, contrassegnato da una sensibilità nuova e, per certi versi, più acuta. Grazie al confronto costante con le creature del suo mondo e con la duchessa di Newcastle, alter ego della scrittrice, l’imperatrice costruisce un suo mondo utopico, in cui l’intuizione soggettiva e l’esperienza sensoriale assumono un’importanza vitale.

Telescopi e microscopi, simbolo dell’affidabile e oggettiva osservazione della realtà, diventano agli occhi della Cavendish un filtro dietro il quale l’osservatore esperisce la sua soggettiva relazione con il mondo e non il mondo in sé. Ragion per cui, nel pensiero filosofico della scrittrice, l’immaginazione diventa il più potente mezzo di conoscenza, un prolungamento dei sensi, non una facoltà astratta o pura, bensì connaturata nell’essere umano, in quanto essere pensante e senziente al tempo stesso.

Una personalità poliedrica e originale, una donna del passato e dei giorni nostri, un esempio di coraggio senza tempo.

To The Duchesse of Newcastle, On Her New Blazing-World.

Our Elder World, with all their Skill and Arts,
Could but divide the World into three Parts:
Columbus, then for Navigation fam’d,
Found a new World, America ’tis nam’d;
Now this new World was found, it was not made,
Onely discovered, lying in Time’s shade.

Then what are You, having no Chaos found
To make a World, or any such least ground?
But your Creating Fancy, thought it fit
To make your World of Nothing, but pure Wit.
Your Blazing-World, beyond the Stars mounts higher,
Enlightens all with a Cœlestial Fier.
William Newcastle

Claudia Melcarne