Quest’anno il premio Astrid Lindgren Memorial Award, uno dei più prestigiosi al mondo nel campo della letteratura per bambini e ragazzi, è stato assegnato allo scrittore francese Jean-Claude Mourlevat (ed era ora, visto che è stato tra i candidati per dieci anni consecutivi…)

La giuria ha scelto di premiarlo per come è riuscito a rinnovare la tradizione fiabesca in una prospettiva contemporanea. Capace di raccontare il dolore come la bellezza, nei suoi mondi immaginari il tempo e lo spazio sono sospesi, e i temi eterni dell’amore e del desiderio, della vulnerabilità e della lotta sono ritratti in una prosa limpida e onirica.

Jean-Claude Mourlevat ha scritto oltre trenta libri, tradotti in venti lingue; tra quelli pubblicati in Italia, La battaglia d’inverno (Fabbri 2007), Il bambino oceano (Rizzoli 2019), Jefferson. Lo spinoso caso del detective più ricercato del paese (Rizzoli 2019) e Terrestre.

Quest’ultimo, un romanzo distopico uscito per Rizzoli nel 2012, trae spunto dalla fiaba di Barbablù di Charles Perrault.

Anche nella storia di Mourlevat c’è una Anne che deve salvare la sorella da un uomo potente e violento; e deve agire in fretta perché la porticina proibita è già stata varcata e la condanna a morte di Gabrielle è ormai decisa.

La donna è scomparsa all’indomani del suo matrimonio, una farsa messa in atto da un branco di cacciatori che l’hanno catturata e portata in un altro mondo.

Anne, diciassette anni di coraggio e risolutezza, passa nel mondo di là attraverso una stradina misteriosa, la strada per Campagne – un altro rimando alla fiaba di Perrault, in cui Barbablù possiede una sontuosa villa in campagna dove ha portato e ucciso le sei mogli precedenti.

È un mondo disumanizzato, quasi astratto, caratterizzato dalla totale mancanza della gioia di vivere, dove puoi avere tutto gratis, tranne una vita autentica; una dimensione asettica, senza odori né sapori, senza lacrime né risate: la gente non ride, al massimo ticchetta, fa un verso strano al posto della risata; non ascolta la musica, non si ammala, non respira.

“Mai, prima di questa folle sperienza, ho avuto coscienza del tesoro che possiedo: questo soffio tiepido e regolare, questo movimento profondo, questo legame continuo e silenzioso tra il dentro e il fuori, quest’onda invisibile che non smette mai di riempirci e svuotarci…” dice Anne.

Terrestre è un romanzo davvero bello, così avventuroso e ammaliante. Parla di donne che salvano una donna, però anche aiutate dagli uomini. Perché così come esistono uomini brutali che rapiscono e violentano, ci sono anche uomini che amano le donne al punto da rischiare tutto pur di poterle amare.

Un consiglio: se volete accompagnare la lettura con una colonna sonora adeguata, potete mettere in sottofondo la musica di Philip Glass, la stessa ascoltata dallo scrittore durante la stesura del romanzo.

Sabrina Rondinelli

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