“Era inevitabile: l’odore delle mandorle amare gli ricordava sempre il destino degli amori contrastati”.

L’amore ai tempi del colera, il romanzo dello scrittore colombiano Gabriel García Márquez, si apre con questo ricordo, che porta immediatamente il lettore al centro dell’argomento che verrà trattato: l’amore. I principali, quello di Fermina e Florentino, e quello di Fermina e il dottor Urbino, vivranno, appunto, di contrasti intensi, come l’odore delle mandorle amare. L’amaro amore terrà, infatti, nella distanza fisica ed emozionale questi tre personaggi negli oltre cinquant’anni che scorreranno all’interno della cornice di un Caribe attaccato da una malattia, il colera, che, come l’amore, coglieva all’improvviso, rendendo impotenti le persone al suo cospetto.

Sul finire dell’800 e l’inizio del ‘900 le vite di Florentino e Fermina percorreranno strade diverse, e saranno attraversate da differenti vicissitudini e sentimenti. Florentino attenderà mezzo secolo l’unica donna che sentirà di amare veramente, a dispetto del matrimonio di lei, dei suoi rifiuti, a dispetto del tempo e di tutto.

Attraverso una narrazione che corteggia la poesia, Márquez metterà nella penna e nelle azioni di Florentino l’idea più alta di amore tra un uomo e una donna, senza inciampare in una prosa melensa, o banale.

Mentre il sentimento “addomesticato” che lega Fermina e suo marito, il dottor Urbino, poco avrà a che fare con la passione, tanto che i due sentiranno solo nella vecchiaia di esser vicino l’una all’altra come non lo erano mai stai, ciò che proverà Florentino sarà qualcosa che arderà, non si placherà, sarà forte, puro, sempre reale davanti ai suoi occhi, non un semplice desiderio d’amore. Egli vivrà il piacere con altre donne (avrà oltre 600 amanti), l’amore carnale negli anni dell’attesa di lei, ma: “[…] nella solitudine della sua anima era convinto di avere amato in silenzio molto più di chiunque altro in questo mondo”.

Impavido, testardo, romantico, malinconico, Florentino non esiterà mai lungo tutta la storia, anche difronte all’indifferenza dello sguardo di Fermina le volte in cui s’incontreranno tra la gente. Márquez incarna in lui la vita che non ha limiti di tempo: “In realtà si comportò sempre come se fosse stato il marito eterno di Fermina Daza”, scrive.

L’amore ai tempi del colera, pubblicato nel 1985, a distanza di quasi vent’anni dal romanzo Cent’anni di solitudine che valse allo scrittore il Nobel per la letteratura, è classificato, come genere letterario, in quel realismo magico dove le visioni, realistica e magica, s’intrecciano tra le righe del racconto: qui l’amore si veste quasi di fiaba, non tanto per i toni usati nel descriverlo, quanto per l’atmosfera che Márquez riesce a creargli attorno. Inoltre, i personaggi principali sono ben caratterizzati: Florentino, il protagonista, è come se fosse già formato, non sembra subire un’evoluzione significativa nella storia, a differenza di Fermina, la quale matura come donna e come moglie. Il dottor Urbino, raffinato, aristocratico, metodico, ligio nel lavoro, ha un temperamento poco caloroso nei riguardi della moglie, seppur costante nei sentimenti, a parte alcuni tradimenti.

Simona Cocola