Se qualcuno vi dicesse di pensare all’isola di Malta sicuramente vi verrebbero in mente mare azzurro e spiagge assolate e gite in battello e Forte Sant’Elmo e i cavalieri di Malta.
Malta è certamente tutte queste cose, ma è anche un crocevia di affari non tutti leciti, un punto nevralgico sulle rotte dei migranti e un terminal per personaggi con legami con il terrorismo islamico.
Il romanzo I teschi di Malta di Andrea Monticone, edito da Buendia Books, è tutto questo e molto di più.
All’inizio del libro è riportata una citazione di Daphne Caruana Galizia, giornalista e blogger maltese impegnata in inchieste sulla corruzione, che è stata assassinata nel 2017 in un attentato dinamitardo nei pressi della sua abitazione. “Noi vogliamo mantenere il nostro spirito medio-orientale ma anche il nostro passaporto europeo e ci rifiutiamo di vedere che le due cose sono in conflitto.”
Queste parole ben riassumono lo spirito del romanzo che, pur essendo un’opera di fantasia, rivela da parte dell’autore una profonda conoscenza geo-politica dei conflitti medio-orientali e anche un’ottima conoscenza dell’isola di Malta.
La storia si apre con un antefatto avvenuto in Afghanistan nel 2008 in cui compare il protagonista del romanzo, il capitano Fabrizio Valori, pilota di elicotteri dell’aviazione dell’esercito italiano impegnato in missioni di salvataggio, che recupera e porta in salvo un misterioso capitano Wales dell’esercito britannico che altri non è che un membro della famiglia reale.
La vicenda prosegue nel 2016 quando il capitano Valori ha ormai abbandonato l’esercito e si guadagna da vivere con un servizio di eliski a Livigno con un socio pure ex-militare.
Fabrizio si è anche sposato con Elizabeth Mancini, italo-inglese docente universitaria a Milano e attivista per i diritti umani con l’Agenzia ONU per i rifugiati.
Elizabeth, che il marito chiama affettuosamente Betty, sta scrivendo un libro sui teschi di Malta, misteriosi reperti archeologici inspiegabilmente di forma allungata risalenti all’epoca preistorica e ritrovati a Malta all’inizio del ‘900 in una grande struttura sotterranea, probabilmente un tempio, scavata tremila anni prima di Cristo. Mentre tutti gli altri reperti trovati nell’ipogeo sono conservati nel Museo Nazionale di Archeologia della Valletta, i teschi sono scomparsi, non si sa se trafugati o semplicemente riposti in qualche inaccessibile magazzino o forse addirittura inesistenti.
Betty e Fabrizio arrivano a Malta nel settembre 2016 appunto per condurre ricerche su questi singolari reperti, ma dopo l’atterraggio all’aeroporto della Valletta Fabrizio si accorge che la moglie non è più con lui.
Da qui Valori inizia una forsennata ricerca che lo porterà in giro per l’isola e gli farà incontrare molti personaggi.
Possiamo anticipare che non tutti gli incontri di Fabrizio avranno buone intenzioni e non tutti arriveranno vivi alla fine, ma alcuni gli forniranno un valido aiuto come la sergente Qitta Al Bouzi, di Scotland Yard, e Miriam, la giovane receptionist dell’hotel in cui alloggia Fabrizio.
La vicenda è intervallata da flash-back di altri episodi risalenti alla guerra in Afghanistan che ha lasciato profondi segni sia nel corpo che nell’anima dell’ex-capitano, episodi che non sono estranei alla spirale di terrore in cui Fabrizio è precipitato con la scomparsa della moglie.
I teschi di Malta è un grande thriller spionistico ricco di azione, in particolare è memorabile la scena finale che porta i buoni e i cattivi a fronteggiarsi sulle acque di Balluta Bay, spettacolare luogo turistico che Andrea Monticone trasforma nel teatro violento e mozzafiato di uno scontro all’ultimo sangue.
Oltre all’azione l’autore ha saputo anche offrire un’acuta analisi psicologica dei personaggi sia militari che civili, in particolare Fabrizio Valori che è un protagonista che riscuote la simpatia del lettore per la vulnerabilità che la guerra gli ha arrecato.
In conclusione consiglio la lettura de I teschi di Malta non solo agli amanti del genere thriller d’azione, ma anche a chi preferisce i romanzi di fantapolitica che poi tanto fantasiosa non è e ha certamente legami con le vicende che avvengono ogni giorno.
Rita Garzetti
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