“Prendi la cosa che ti disturba e mettila tra parentesi.
Me lo sono ripetuta mille volte da quando siamo rimasti intrappolati in quel cul-de-sac. Metti tra parentesi la morte che ti schizza addosso. Ma non è passato un giorno in questi ultimi cento anni in cui non abbia ricordato il mio ultimo volo.”
Dice Cher Ami, piccione femmina che tutti credono maschio, che volò per l’ultima volta nell’ottobre 1918.
Prima Guerra Mondiale, i piccioni viaggiatori erano il mezzo più sicuro per consegnare messaggi, più dei fili telefonici, più delle radio, fragili e poco maneggevoli, più dei soldati che venivano catturati e uccisi. I piccioni non erano “ratti con le ali”, come spesso li apostrofiamo, salvavano la vita.
Cher Ami con il suo sottile foglio di carta infilato in un bussolotto, legato alla zampa con due fili di rame salvò il 308° battaglione della 77° divisione, conosciuto come il Battaglione Perduto guidato dal maggiore americano Charles Whittlesey nei boschi delle Argonne accanto ai Francesi contro i Tedeschi.
Dopo trent’anni allo Smithsonian Institution a Washington in una teca c’è Cher Ami, impagliato, eroe simbolo dei trionfi umani, esposto tra cimeli e medaglie come piace tanto fare agli uomini. “Non ci sono fiori sulla mia tomba, ma non mi lamento. Non ho una tomba. Io sono la mia tomba. Non ci sono fiori nemmeno sulla tomba di Charles Whittlesey, e nemmeno lui si lamenta, perché ha ottenuto ciò che voleva”
E cosa volevano? E cosa rimane veramente dopo una guerra? Come fu vivere in quel momento per un maggiore con poca preparazione alla guerra per un piccione femmina?
Abbiamo mai combattuto per la libertà?
Si può mai essere pronti ad una guerra?
Diciannove capitoli, alternando i punti di vista uomo/animale lo raccontano.
Raccontano l’anima di entrambi, nella battaglia che entrambi vivono all’esterno per il ruolo assegnato, ma soprattutto all’interno per affermare la propria identità, quella che non ci assegnano gli altri, la necessità di amare chi si vuole, di smettere di voler essere qualcun’ altro per compiacere.
Una storia potente, Il Maggiore e Cher Ami, raccontata con delicatezza dall’autrice americana Kathleen Rooney, traduzione di Cristina Cicognini per 8tto Edizioni, casa editrice indipendente che valorizzare autori anglofoni eclettici e di avanguardia.
Restano al lettore al termine di questo viaggio, la voglia di partire per il proprio viaggio di libertà, tanti spunti di riflessione, e la voglia di lasciare il libro sul comodino e rileggere passaggi come questo:
“Ho imparato che ogni cosa che pensa e sente” disse “cresce per sottrazione. Il distacco porta prospettiva. La saggezza viene dal lasciare andare. Vale anche per gli essere umani, ma la maggior parte di loro sembra faticare a capirlo”.
Sara D’Emilio
E tu cosa ne pensi?