Se come aveva detto Dante dovevo aspettarlo come Penelope, mi sentivo una Penelope molto confusa.

Il 2021 segna il settecentenario della morte di Dante e, in occasione di questo anniversario, molto si è scritto e detto sul Sommo poeta e le sue opere. La moglie di Dante della scrittrice Marina Marazza, pubblicato a giugno 2021, ci offre però una prospettiva diversa: ci racconta la storia di Gemma Donati, moglie di Dante e madre dei suoi quattro figli.

Le donne di Dante

Per molti di noi Gemma è quasi una sconosciuta, di lei non si sa molto perché normalmente si predilige parlare di Beatrice, la donna che Dante idealizza e trasforma in astrazione, elevandola a simbolo d’amore e musa ma a cui, nella realtà, probabilmente non ha mai nemmeno rivolto la parola. Al contrario, Gemma è una donna in carne e ossa, un punto fermo nella vita del poeta e la persona che lo ha sempre sostenuto, anche se per lungo tempo solo da lontano.

Gemma: una donna forte e determinata

Il libro inizia mostrandoci una Gemma giovanissima con una folta chioma rossa, motivo per cui il cugino Corso Donati le attribuisce il soprannome ‘testa di ruggine’. Gemma è affascinata da questo cugino ambizioso e violento che con lei però si dimostra sempre protettivo e premuroso. La ragazza sa che è un amore impossibile che non potrà avere il lieto fine che lei vorrebbe. Quando conosce Dante, Gemma è in età da marito e la sua famiglia sta già passando in rassegna potenziali candidati, ma lei è determinata a decidere per sé stessa e, grazie all’aiuto di Guido Cavalcanti, riesce a sposare Dante. La sua è una scelta d’amore perché Dante non è esattamente quello che al tempo veniva considerato un buon partito: non è ricco, non viene da una famiglia potente e, come se non bastasse, è anche un poeta.

Da subito Gemma si dimostra una donna determinata che affronta con coraggio tutte le sfide che la vita le mette davanti. Ha solo trent’anni quando diventa una vedova bianca e si ritrova sola a dover crescere i suoi quattro figli nonostante le difficoltà economiche e la sempre più forte ostilità politica contro Dante e il resto della famiglia Alighieri. Molte sono le prove che Gemma dovrà superare durante il lungo esilio del marito; in quello che probabilmente è uno dei momenti più difficili della sua vita, tutti i beni della famiglia vengono confiscati e lei, anche se incinta, deve fuggire e rifugiarsi a vivere in una palude malsana.  Nel frattempo Dante è lontano, su di lui pende una condanna al rogo e pesanti accuse di abuso del suo ufficio di priore e di tradimento verso la città. Il caso ha voluto che al momento della sentenza Dante fosse a Roma, mandato a incontrare Papa Bonifacio VIII in veste di ambasciatore. Questa fortunata coincidenza gli permette di riuscire a fuggire dal rogo ma lo trasforma in un esule e lo condanna ad una vita lontano dalla sua famiglia.

Dante visto attraverso gli occhi di Gemma

Gemma è la protagonista principale e la narratrice del libro e da lettori viviamo la storia dal suo punto di vista. Per la prima volta viene dato spazio alla sua voce e scopriamo il ruolo determinante che questa donna ha ricoperto nella vita di Dante. Anche se lontana, ha sempre continuato a lottare per aiutare il marito ad ottenere il perdono e non ha mai perso la speranza di poterlo riabbracciare, nemmeno quando tutto sembrava ormai perduto. Oltre a creare il ritratto di una donna forte che ha vissuto nell’ombra del marito e che la storia ha pressoché dimenticato, l’autrice ci fa conoscere Dante attraverso i suoi occhi. Lo vediamo come marito e padre con le sue paure e le sue contraddizioni ma anche con le sue passioni e la sua energia. Scopriamo, per esempio, che ama andare a caccia con il falcone, disegna bene, si veste in modo elegante e balla perfettamente.  Non è più solo il poeta perfetto, al di sopra del tempo e dello spazio, quasi sovrumano, è un uomo come gli altri e con cui il lettore riesce ad identificarsi.

Lo spaccato storico

In una struttura che ricorda in parte quella della Divina Commedia, la narrazione è divisa cronologicamente in 3 parti e 34 capitali e racconta la vita di Gemma dal 1285 al 1340. La storia di Gemma e le sorti della sua famiglia sono profondamente legate al contesto politico della Firenze del Trecento. La città è dilaniata da lotte fratricide che vedono spesso membri della stessa famiglia lottare gli uni contro gli altri. Odio, corruzione e sangue sono parte integrante della vita quotidiana della gente e vediamo come Gemma stessa viva nel costante terrore che qualcosa possa accadere non solo a Dante ma anche ai suoi figli e al resto della sua famiglia. Le sorti di una persona possono cambiare da un momento all’altro e ovunque regnano violenza e inganno. Nemmeno una famiglia importante come quella dei Donati è al sicuro da minacce e attacchi, soprattutto ora che ha un legame diretto alla famiglia degli Alighieri.

Le origini della divina Commedia

È proprio grazie a questo excursus storico che il libro aiuta il lettore a capire meglio come si sia sviluppata l’idea di scrivere la Divina Commedia. Nel romanzo si fa un chiaro riferimento a delle annotazioni che Dante avrebbe fatto prima dell’esilio e si spiega come Gemma decida di farli avere a Dante in esilio, sperando che possano rappresentare una distrazione e un motivo per dimenticare la politica e tornare a dedicarsi ai suoi versi. E così è stato. La Commedia è il frutto dell’esilio, un chiaro prodotto del suo tempo e racchiude tutti i problemi e le discordie di quel periodo storico. Leggendo il libro, comprendiamo cosa abbia spinto Dante a scrivere un’opera di quel tipo e dove abbia trovato l’ispirazione per creare un mondo che sembra surreale ma che in realtà rispecchia la corruzione e la decadenza della società del suo tempo.

Il libro e la sua autrice

Non è facile scrivere un romanzo storico su un personaggio come quello di Gemma di cui si sa molto poco. Anche se è immensamente più famoso, non abbiamo molti dettagli certi nemmeno sulla vita di Dante. Non conosciamo con certezza assoluta neppure la sua data di nascita e molti dei fatti della sua vita o non sono stati documentati o non possiamo essere sicuri della veridicità di quello che i suoi contemporanei hanno scritto. Marina Marazza ha fatto un lavoro certosino nel ricostruire la storia di Gemma e la sua vita con Dante, facendo una ricerca storica dettagliata e applicando il criterio di massima verosimiglianza lì dove non ci siano abbastanza informazioni. Non è la prima volta che l’autrice parla di una figura femminile che ha vissuto nell’ombra di un uomo importante. Nel suo libro L’ombra di Caterina Marina Marazza ci racconta la vita della madre di Leonardo Da Vinci. È una ragazza del popolo che proviene da una famiglia umile e subisce il fascino del ricco notaio ser Pietro da Vinci.  Rimane incinta del piccolo Leonardo che allatterà ma non vedrà crescere perché le sarà tolto dalla famiglia dei da Vinci.  Anche se le loro origini e le loro vite sono molto diverse, Gemma e Caterina sono entrambe donne che, grazie al loro carattere forte, riescono ad affrontare le difficoltà e le tragedie della vita. Sono anche accumunate dalla determinazione a non conformarsi alle aspettative e alle regole della loro società perché voglio poter decidere autonomamente del loro destino.  L’autrice ha una grande abilità nel dare voce a queste donne e a far scoprire al lettore quale sia stato il loro ruolo nella vita degli uomini importanti a cui sono state legate.  

Valentina Lorenzon