Confesso che ogni volta che leggo una graphic novel, rimpiango di non averne lette molte di più e sono stizzita sia dal fatto di non sapere nulla dei disegnatori e narratori che varrebbe la pensa di seguire, sia che questo genere di libri finiscono troppo in fretta.
Quando ho ricevuto In silenzio di Audrey Spiry ho aspettato qualche giorno per leggerlo: non volevo finisse subito, volevo gustare tutto, anche l’attesa di aprire le tavole e di vedere se avevo intuito qualcosa della storia solo guardando l’immagine della copertina. C’è una ragazza, che va sott’acqua, con scarpe da ginnastica e quella che sembra essere una muta: la ragazza guarda il lettore con due grandi occhi fissi, spalancati, e immediatamente si ha la sensazione di ricordare il silenzio, che sempre avvolge, ogni volta che si va sott’acqua, che tutto diventa ovattato e sembra che il mondo lì sotto sia diverso dal mondo là fuori.
La storia è semplice, ma molto condivisibile: una percorso di crescita, di trasformazione della protagonista che passa attraverso l’elemento acqua per capire cose di sé stessa e della sua vita intera.
Il tutto si svolge nell’arco di una giornata in cui Juliette, giovane ragazza, nell’estate delle grandi decisioni dopo la laurea, partecipa ad una escursione di canyoning inseme al compagno più grande, Luis, e una famigliola allegra che ha due bambine piccole.
Come detto, l’esperienza estrema a contatto con una natura forte e incontaminata costringe Juliette a fare i conti con le sue paure e le sue esperienze, perdendosi tra gli anfratti, ritrovandosi spesso sola nel silenzio, attraversando rapide e rocce pericolose e dove si sporge oltre i suoi limiti, quasi sempre senza volerlo, per accorgersi di poterli superare.
Il disegno direi emotivo, il segno potente e non convenzionale, i colori spesso carichi e sorprendenti, una narrazione in bilico tra il momento, il ricordo e la proiezione di sé ci regalano una storia non scontata: si intuisce che qualcosa succederà, si teme che possa succedere qualcosa di inaspettato e spiacevole ma mano a mano che il racconto si svolge si segue la protagonista nel suo viaggio interiore, accompagnandola, rilassandosi con lei.
In silenzio, appunto.
Elisa Campra
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