Parlaci di te.

Sono nata a Torino ma sono piemontese solo in piccola parte, le mie origini spaziano dal Veneto al Meridione, dalla Francia a Malta, mio marito è olandese, mia figlia ha la doppia cittadinanza, mia cognata è irlandese e i miei nipoti parlano il gaelico… insomma, mi considero europea a tutti gli effetti! Torino è una città che amo ma che al contempo mi è sempre stata un po’ stretta, non può competere con la modernità di città come Londra, Madrid, Dublino, Barcellona – dove ho avuto la possibilità di vivere per periodi più o meno lunghi – ma proprio il suo essere una città a misura d’uomo la rende perfetta per una dimensione famigliare.

Emanuela tu ti occupi di Corporate Strategy in Oracle. Parlaci del tuo lavoro e della tua storia professionale.

Da neolaureata ho declinato l’opportunità di un impiego nell’azienda di famiglia e sono partita per la mia strada, con una borsa di studio del progetto Leonardo e una valigia da 20 chili. Pochi anni dopo la valigia era diventata un container e ad ogni trasloco aumentavano i membri della famiglia, marito, cane e figlia! Ho avuto l’enorme fortuna di sviluppare la mia carriera all’interno di una multinazionale che offre molte opportunità a chi le sa cogliere. Non ho mai avuto paura di mettermi alla prova, ho cominciato dal basso, con un contratto da stagista, per poi crescere e lanciarmi ogni volta verso ruoli molto diversi dai precedenti. Ho sempre prediletto ruoli di respiro internazionale, con responsabilità di direzione in Europa, Medio Oriente ed Africa, nell’ambito di team globali. Perché mi piace viaggiare, conoscere, confrontarmi con culture diverse dalla mia. Oggi mi occupo dello sviluppo di strategie aziendali volte all’efficientamento dei sistemi di gestione di energia, gas e acqua, un settore in piena trasformazione, molto complesso e, come i fatti attuali purtroppo dimostrano, fortemente dominato dalla politica.

Quant’è stata importante la tua formazione, i tuoi studi per quello che fai oggi?

Direi molto, in fondo siamo la somma delle nostre esperienze e delle nostre scelte! Professionalmente, oggi i miei miei interlocutori sono alti dirigenti di aziende che operano nel settore dell’energia che è ancora fortemente declinato al maschile (con uno scarso 20% di donne in posizioni manageriali!). In questo, mi ha sicuramente aiutato la “gavetta” in una famiglia patriarcale, tradizionale, dove sono cresciuta alla pari dei miei fratelli esigendo le stesse libertà – concesse più facilmente a loro. Più che i miei studi quindi, hanno influito sul mio percorso un forte spirito di autodeterminazione, ed anche una innata sete di conoscenza e di scoperta del diverso, che ancora oggi mi spingono a preferire l’ignoto al noto – le cose già viste, già dette, già fatte mi annoiano facilmente!

Sappiamo che sei una avida lettrice e che ti piace la mitologia. I libri che ruolo hanno nella tua vita? In che modo sono stati importanti (se lo sono stati) per il lavoro che fai?

Ero un’avida lettrice, adesso lo sono meno, mi piacerebbe avere più tempo! Ma non parto mai per un viaggio, anche solo di un’ora, senza un libro in borsa.
Da giovane ero appassionata di romanzi di avventura, Salgari era il mio autore, Sandokan il mio mito. Da queste letture è nata la mia passione sfegatata per l’avventura, per il mare aperto, per i pirati (quelli bravi!), per spazi aperti senza limiti e confini.
Poi Jack London, Conrad, Stevenson! Bei tempi.
Oggi mi interessa più la saggistica, perché con i piedi a terra tra esigenze di famiglia e pandemia, la mia ricerca è diventata più introspettiva, attraverso alcuni argomenti della filosofia classica, della simbologia, della mitologia, che sono le chiavi di interpretazione del nostro passato e di chi siamo oggi.

C’è un libro in particolare che ha avuto un ruolo decisivo in quello che sei oggi? Ce ne vuoi parlare brevemente?

Ci sono tanti libri che porto nel cuore, di cui uno che ho letto tanto tempo fa e che ultimamente mi è venuta voglia di rileggere. Lo Zen e l’Arte della Manutenzione della motocicletta. Un viaggio in moto dal sapore di “On the Road” che si trasforma in un viaggio interiore intriso di domande sul nostro rapporto ineluttabile con la tecnologia, sul binomio Qualità e Ragione, sul divino che può dimorare negli ingranaggi di una motocicletta; domande le cui ricerca delle risposte è di una complessità tale da poter portare alla follia. Un romanzo carico di allegoria, di simbolismo, di introspezione filosofica, forse un po’ l’anello di congiunzione tra le letture di svago che hanno colorato la mia infanzia e la mia esigenza attuale di una ricerca verso l’interiore.

Intervista a cura di Angela Vecchione