Rachele Bindi è psicoterapeuta e psicologa: appassionata lettrice sin dall’infanzia, vive a Firenze, gestisce percorsi di libroterapia abbinati alla Psicoterapia Analitica di C.G. Jung, per la ricerca del benessere psicologico. Tiene corsi formativi per libroterapeuti e si occupa di formazione in generale.

È in uscita con il suo nuovo libro I libri che fanno la felicità edito da Vallardi.

Rachele, cosa è la libroterapia e come ti sei avvicinata a questa forma di terapia?

La libroterapia consiste per me nell’utilizzo di materiale narrativo volto a mettere in moto nella psiche degli individui i meccanismi di proiezione, identificazione e catarsi che servono per poter lavorare profondamente su se stessi.

Cosa significa leggere per te?

Leggere per me è conoscere il mondo e se stessi attraverso le storie di altre persone, vero o immaginate che siano, è diventare altro, nutrire la propria anima e collezionare modelli narrativi utili per amplificare, ovvero arricchire la propria storia personale.

Cos’è un gruppo di libroterapia? E che differenza c’è con un gruppo di lettura?

In un gruppo di libroterapia il focus dell’attenzione non è il libro ma l’effetto che produce sui lettori che partecipano al gruppo. Si mira non all’intellettualizzazione, ma al confronto sia con se stessi e il proprio inconscio (nella libroterapia vera e propria) sia con gli altri (obiettivo principale della libroterapia umanistica che non ha la base psicoterapica di supporto).

Cosa fa un libroterapeuta e che formazione ha?

L’esperto in libroterapia usa la metodologia libroterapica per far succedere nel gruppo quei fenomeni portatori di benessere che sono successivi all’assegnazione della lettura. Deve conoscere molto bene il materiale letterario con cui lavora e aver lavorato su se stesso per riuscire a guidare il gruppo in maniera sana. La formazione di elezione è quella psicologica e psicoterapica, per la libroterapia umanistica (centrata su temi di approfondimento e di confronto) sono da sempre prese in considerazione anche le figure dei bibliotecari e degli insegnanti…

Qual è la più grande soddisfazione che ottieni tu dai percorsi libroterapici?

Mi piace guidare gli altri nei boschi narrativi e mi diverte tantissimo vedere la loro espressione quando iniziano a rendersi conto che parlando delle storie stanno parlando di loro stessi. È un ottimo modo per fare anima e da junghiana non posso che gioirne.
Inoltre ho la scusa perfetta per passare parecchio del mio tempo leggendo, frequentando le librerie, i festival letterari e le presentazioni!

Da sempre sostengo che i libri arrivano a noi al momento giusto. I libri che fanno la felicità, come e perché?

Noi siamo in continuo mutamento, il nostro inconscio lavora incessantemente per riuscire a renderci consapevoli dei movimenti e delle elaborazioni presenti nelle profondità della nostra psiche, che descrivono il nostro assetto momento per momento. Una storia che riesca a colpirmi è necessariamente una storia che si inserisce nel mio dialogo interno, che va a toccare temi che in quel momento sono pregnanti per me, sia che io ne sia consapevole o meno. Lavorare con costanza per nutrire il nostro inconscio ed aiutarlo a trovare materiale narrativo con cui raccontarsi alla coscienza aumenta la mia percezione di felicità e i libri sono il miglior materiale possibile.

C’è un libro che rileggi periodicamente?

No, non c’è. Anni fa rileggevo Dostoevskij, ad oggi sono in continua corsa per ridurre i titoli da leggere per la prima volta, la mia reading list non mi lascia respiro ed essendo una librofila ho sempre un nuovo libro da iniziare…

Un libro per l’infanzia che a tuo parere non può mancare?

Nella mia infanzia non sarebbe potuto mancare Rodari e dopo di lui Calvino. Ad oggi la letteratura per ragazzi vanta autori splendidi, avrei voluto conoscere autori come John Green e Kevin Brooks nella mia preadolescenza.

Se parliamo di bambini, invece, le fiabe: terrificanti, preoccupanti, vivissime e generative.

Grazie Rachele per il tempo!

Intervista a cura di Patrizia Carrozza

Potete seguire Rachele Bindi sul suo sito www.rachelebindi.it