Quando la vissi, la mia disintegrazione mi sembrò improvvisa, come se un tempo fossi stata intera ma poi la mia realtà si fosse dissolta in sabbia”. Sono le parole con cui Juliet adulta ripercorre l’inizio della sua adolescenza, tormentata da una profonda sofferenza e segnata da una fatale diagnosi di disturbo mentale. Juliet Escoria in La squilibrata racconta di sé in modo sincero e coraggioso, lascia entrare il lettore in quel mondo che ha costellato la sua vita passata e che si porta dentro come un mistero fragile, spaventoso e prezioso allo stesso tempo. Il lettore non ne viene travolto, ma è accompagnato pagina dopo pagina in quello che potrebbe essere il diario segreto di una giovane ragazza.

Il romanzo è articolato in quattro libri, i capitoli sono brevi e concisi, intramezzati da lettere e documenti che testimoniano i fatti narrati. Immagini, ricordi, date del passato. Ai passaggi più descrittivi che mettono di fronte alla cruda realtà, se ne alternano altri di grande intensità emotiva, che lasciano spazio all’immaginazione e alla speranza in una svolta o al timore della catastrofe definitiva per la giovane protagonista.

Questa struttura delinea essa stessa la condizione di frammentazione della personalità di Juliet e si cala nella vita adolescenziale, fatta di capitoli, che si aprono intensamente e si chiudono drasticamente. A fianco di Juliet nei capitoli importanti della sua esperienza si palesa un’amica diversa, un’altra lei, in cui la ragazza può vedere rispecchiate le sue paure, le ombre e le speranze. Sarà inevitabilmente con l’“altra cosa”, quel male mostruoso che risiede in lei, che la protagonista dovrà trovarsi faccia a faccia. 

Man mano che si procede nella lettura il ritmo rallenta, i capitoli si dilatano. Juliet intraprende un percorso di cura, non lineare, come non lo è qualunque percorso di crescita: qualcosa cambia in lei, nel suo modo di vivere le relazioni, di vedere il mondo che la circonda, di osservare se stessa, di fare esperienza delle sue emozioni, di prendersi cura degli aspetti più piccoli e fragili di sé, di essere viva.

Il romanzo inizia con lo sfondo dell’oceano e della spiaggia, con un’immagina di sabbia, che racchiude simbolicamente potenti significati, ma che in quel momento lascia intravedere solo la caratteristica dell’essere sgretolata e si conclude con la sabbia stessa, capace questa volta di schiudere nuovi significati.

Martina Appiano

Vai alla tua libreria di fiducia o sul sito Bookdealer
Oppure compra su Amazon