Ex-Libris-0-8-6

Anno 0 | Numero 8 | Maggio 1997

Le storie sono fatte di coincidenze. Quelle più belle almeno. Le storie, non le coincidenze. Soriano, è stata una coincidenza incentrarlo. Torino, Salone del Libro, tre anni fa e un amico che ti mette in mano un libro. “Leggilo”. Un’ombra ben presto sarai.

“Sembra incredibile, ma c’è ancora qualcuno che non ha mai letto Soriano”; scrive quell’amico in un retro di copertina tre anni dopo. Io non l’avevo mai letto.

Poi mi sono trovata in un posto dove si giocavano a carte i ricordi.

Falta envido…

– Questa non voglio perderla…

– Un fantasma contro un fantasma.

Il rischio, il caso, la miseria.

Non ho più smesso. Marlowe che prende pugni da John Wayne; l’aereo che lancia merda su un paese in rivolta, ribelli per caso, per pura coincidenza; il rigore più lungo del mondo; il figlio di Butch Cassidy che fa l’arbitro in Patagonia; tutti Artisti, pazzi e criminali. Divorando storie di pura poesia. Rilanciando ricordi ad ogni nuova mano.

Perdersi nelle immagini per ritrovare gli uomini, questa è la sua magia. Questo abbiamo sempre amato, noi che lo abbiamo amato. L’infinita pietà di uno sguardo che sa ridere della pietà.

Questo soprattutto ricordano quelli che l’hanno conosciuto veramente. Soriano sapeva ridere. Dote di pochi. Poi un giorno chiedo se è vero che quest’anno verrà al Salone. Voci di corridoio che non sanno che è malato, che il male se lo sta mangiando.

Tre giorni dopo, solo tre giorni dopo, la magia del tre, è notte e leggo l’ultima riga “Bisognava soltanto scrivere il finale”.

Qual è L’ora senz’ombra? Qual è?

Una coincidenza. Mentre chiudo il libro su quell’ultima riga qualcuno si è preso la libertà di scrivere il finale. Per il libro, per me. Per lui.

Giovanna Giovannozzi