La protagonista principale del romanzo di Rivka Galchen è Katharina Kepler, un’anziana vedova analfabeta, madre di quattro figli e residente a Leonberg, un villaggio del ducato di Württemberg, in Germania. Se il nome della donna vi suona familiare, non vi sbagliate, il suo figlio maggiore, infatti, è il noto Johannes, matematico imperiale e autore delle leggi sui moti dei pianeti.

Siamo nel 1615 e un giorno la donna viene convocata dal governatore ducale poiché un’infamante accusa è stata mossa nei suoi riguardi: secondo quanto affermato da Ursula Reinbold, infatti, Katharina sarebbe una strega, colpevole di averle dato da bere una pozione magica che le avrebbe provocato la follia.

Il lettore segue l’evoluzione della trama leggendo ciò che la protagonista ha da raccontarci attraverso una sorta di manoscritto che la donna ha dettato al suo amico Simon quando era ancora incerta sulla sua sorte futura. Ricordiamo che, in caso di condanna, la pena da scontare per l’accusa di stregoneria era, al tempo, la tortura e l’uccisione.

Oltre a seguire il punto di vista di Katharina (narratoci in prima persona e mediato, come già detto, da Simon), la storia diventa man mano una narrazione corale. Oltre al punto di vista di Simon, si aggiungono anche le voci dei diversi abitanti del villaggio, chiamati a dare la loro testimonianza nel corso del processo. Ed ecco che ognuno ha un aneddoto da raccontare su Katharina, che sembra aver portato il male nelle case di diverse persone. Tuttavia a dilagare tra le strade di Leonberg vi sono soprattutto la menzogna, l’invidia, l’egoismo e la stupidità. Sì, perché in questa vicenda la verità verrà spesso distorta dai vari abitanti, troppo spinti ad assecondare il proprio tornaconto piuttosto che ammettere la realtà dei fatti.

Lo sanno tutti che tua madre è una strega è un romanzo di una potenza narrativa notevole, una storia a tratti divertente in maniera assurda e brutale in altri passaggi. Ho trovato particolarmente interessante la capacità della scrittrice di descrivere in una maniera molto realistica e credibile i pensieri e il modo di agire dell’accusata e degli accusatori.

Altro punto di forza è sicuramente il modo in cui la realtà dei fatti sia stata imbastita con la finzione. Ricordiamo che Katharina Kepler è stata per davvero accusata di essere una strega, così come le lettere inserite nel romanzo sono basate su lettere reali, mentre il resto è nato dalla fantasia dell’autrice.

Trovo che valga davvero la pena di leggere questo libro perché ci racconta, in una maniera apparentemente leggera, la storia profonda di una donna forse troppo anticonformista per l’epoca, capace di curare con le erbe, di dire tutto ciò che pensa, talvolta anche in modo brusco, senza condizionamenti di ogni sorta. L’omaggio perfetto a tutte quelle donne che hanno subito accuse tremende e che hanno spesso pagato con la vita la loro emancipazione in un mondo che non ha saputo comprenderle e difenderle.

Sara Perotti