Thomas Tsalapatis classe 1984 è un poeta contemporaneo nato ad Atene. Le sue poesie sono state tradotte in francese, inglese, spagnolo.

Alba un testo del 2015 è stato portato anche a teatro.

Nel rispolverare questo testo per la traduzione italiana, il poeta si accorge come poi accade a quasi tutti gli autori che riprendono testi scritti molto tempo prima che tra le righe si nascondono le emozioni che pensava non sarebbero trapelate come quella appunto della morte del padre.

Alba in italiano assume diversi significati. Alba è l’inizio di un nuovo giorno, Alba può essere il nome di una ragazza, Alba è il nome di una città. Thomas Tsalapatis unisce tutti questi significati in un diario di poesia dedicato appunto a una città e a una ragazza apparentemente frutto dell’immaginario.

Il poeta parla di quartieri di Alba che potremmo paragonare alle piccole frazioni appunto della città che abbiamo l’onore di avere in Piemonte.

Nel contesto si intravede una ragazza di nome Alba appunto nella città che porta lo stesso nome, dove il vecchio si mescola con il nuovo, il grande con il piccino, il brigante con la persona per bene. Dove una semplice festa di carnevale diviene per l’uomo del paese, oggi conosciuto come narcisista, spunto per rivelare la sua identità con ego, smascherato da quella moglie che una volta all’anno si presta a lui nel corpo con rassegnazione e abitudine.

Alba dalla finestra osserva la pioggia affascinata mentre il fumo della sigaretta disegna sul vetro e si immagina forse altri mondi lontano da lei, altre vite o forse nemmeno le importa circondata dalle sue abitudini, abitudini di un borgo lontano dal mondo dove il tempo non esiste.

Una vita in cui si rispecchia chi è cresciuto in piccoli borghi di paese, frazioni di città.

Il poeta esprime con la sua poesia qualcosa che sfiora il surreale tanto si avvicina alla realtà lontana dalle grandi città.

Ci si ritrova in Alba. Una semplice parola che già di per sé è poesia. Un nuovo inizio tutti i giorni in un tempo non misurabile dall’orologio menzionato dal poeta che ne sottolinea l’insignificante senso in uno dei quartieri di Alba. L’orologio, egli scrive, del tempo stesso non può spiegare nulla se non constatare l’inevitabile susseguirsi delle ore.

Un breve diario di semplici versi e profondi che per un’oretta ti porta in un luogo immaginato dal poeta in cui i personaggi apparentemente strani ma fortemente motivati da una routine di cui nessuno si chiede il motivo perché semplicemente è cosi.

Così come questo libro tascabile “edificante” per menti che vogliono ripercorrere ricordi di una vita che sembra essere stata vissuta secoli prima.

Una poesia diversa fatta di vita.

Angelina Todarello