Parlare di un proprio libro è un po’ come guardarsi allo specchio. Si rischia di deformare la propria immagine, di caricarla di significati o di svilirla. Si rischia di vedere cose che altri non vedono o di perdere dettagli che altri colgono. Di Ultimi, nel mio specchio, vedo soprattutto due sfide. Tre anni fa, dopo alcuni libri di viaggio sul Medio Oriente, decisi di cimentarmi con l’Italia. Meta ben più difficile. È tutto sommato semplice giocare agli esotismi o ai mondi sconosciuti finché si scrive di località lontane, esotiche e sconosciute per definizione. Trovare un’idea che permettesse a me – e a chi poi mi avrebbe letto – di scoprire dietro casa luoghi nuovi o di vedere in modo diverso quelli già noti, mi parve il vero traguardo da raggiungere, o, se si vuole, la sfida. Decisi di andare a visitare l’Italia che non è Italia, di esplorare le terre dove, senza mai varcare i confini, un italiano diventa straniero. Attraversai innanzitutto l’Italia delle minoranze, popolata da persone che abitualmente parlano lingue diverse, seguono tradizioni diverse, si alimentano di culture diverse da quelle italiane. Conobbi i provenzali, gli occitani, i mycheni, i cimbri, gli sloveni, e così via, e ogni volta era un mondo nuovo ad aprirsi davanti a me. Proseguii il mio cammino andando alla ricerca dell’Italia che si ostina a vivere nel passato, quella in cui non esistono

«Illuminata dalla fioca luce di un neon, (i turisti) scoprono l’anima di Amalfi: un fiume dall’asfalto reso clandestino, una vita dal progresso
costretta all’oblio.
»

supermercati né semafori, e telefoni e televisori vengono considerati una conquista troppo recente per non diffidarne un po’. Dopo un anno di cammino avevo il mio viaggio nell’Italia che scompare, un viaggio in cui, a tratti, mi ero sentita così straniera da aver bisogno di un’interprete per comunicare con le persone con cui stavo parlando, da aver bisogno di studiare per capire il mondo che mi veniva descritto, i suoi strumenti, le sue abitudini. Con il materiale raccolto potevo scrivere un saggio, un libro in prima persona e chissà che cos’altro. Nove di loro sono diventati il libro. Le loro storie rappresentano il viaggio attraverso i luoghi e il tempo dell’Italia che va scomparendo. I loro volti, le loro passioni, le loro sventure e soprattutto la loro testardaggine, narrano di un paese per alcuni versi da fiaba, per altri stralunato, in ogni caso sempre reale. Con ambizione: dare vita al Novecento nascosto, raccontare il secolo che sta per finire attraverso i suoi protagonisti dimenticati.

Il viaggio parte dalla Valle d’Aosta e arriva fino alla Sicilia, toccando capitali del turismo, note al mondo intero come Venezia e Amalfi, così come valli e borghi così remoti da non esistere nemmeno sulle carte geografiche. E la partenza non è soltanto metafora: chiunque può, il libro alla mano, come una guida turistica, andare a cercare i protagonisti del libro e immergersi nel loro mondo.

Sfida, guida turistica, libro di racconti, rivincita di un mondo minore: nel mio specchio questo è quello che io vedo in Ultimi. Che cosa realmente vi sia, se sia qualcosa di diverso, se sia una sfida riuscita o no, forse più di me soltanto i lettori possono dirlo.

La bio nel 1999 e nel 2019

Flavia Amabile è giornalista a La Stampa, dove si occupa di attualità.
Ha scritto: Siria, Giordania e Libano (Guide Clup), In viaggio con Kipling (Il Minotauro), Vietnam e Cambogia (Calderini) e, insieme a Marco Tosatti, I baroni di Aleppo (Gamberetti Editrice). Con La Lepre Edizioni ha pubblicato Fiordamalfi (2009); ancora in coppia con Marco Tosatti ha scritto Mussa Dagh. Gli eroi traditi (Mursia, 2005) e L’ammiraglio (ilmiolibro, 201Per i tipi di Perdisa ha invece pubblicato Mangiare per strada (2004). Nel 2018 ha ottenuto il Premio Carlo Casalegno, il riconoscimento intitolato alla memoria del vicedirettore del giornale simbolo dei valori della Costituzione e vittima del terrorismo, che la direzione de «La Stampa» assegna ogni settimana al giornalista che più si è messo in evidenza per il reportage da Villaricca sul centro d’eccellenza che cura l’Alzheimer.

Il libro

Ultimi di Flavia Amabile
Flavia Amabile
Ultimi. Viaggi nell’Italia che scompare

Gamberetti Editrice, 1999
Collana: Orienti
112 p., brossura
€ 14,46

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