Dopo il fortunato articolo sulla Sicilia, la nostra rubrica sulle regioni che grazie alla letteratura riqualificano periferie, città, borghi e campagne guarda alla Campania.

Se la sola Napoli è necessaria per la scrittura di questa incursione, non è comunque sufficiente per dare un’idea di quanto le pagine scritte possano impattare sulla rivalutazione, anche in chiave economica, di intere aree.

Procida grazie al capolavoro L’isola di Arturo di Elsa Morante aveva già acquisito una sua identità letteraria, tanto da far coincidere il suo nome con quello del ragazzino che nel compimento del suo personale romanzo di formazione passava da un idillio solitario alla scoperta delle passioni dell’adolescenza.

Napoli invece si spinge ben oltre, riuscendo persino a superare se stessa, reinventandosi e ridisegnando geografie umane di interesse collettivo, come accade solo ai luoghi dotati di un’anima in costante fermento.

Napoli, Piazza dei Martiri
(Foto: © Wolfgang Moroder)

Il capoluogo campano, negli ultimi venti anni, è riuscito a sfornare successi letterari che hanno valicato i confini nazionali e a mezzo di altre lingue sono riusciti a porsi come romanzi globali, portatori di una cultura identitaria molto riconoscibile. Diventando un brand.

Roberto Saviano con Gomorra aveva già riscattato le periferie al punto da portare il turismo, prima impensabile, in luoghi come Scampia. Sede fino a dieci anni fa quasi esclusivamente di associazioni a delinquere di stampo camorristico, oggi il quartiere delle vele è un bacino di associazioni culturali di resistenza alla malavita, capaci di generare indotto e circoli virtuosi, grazie ai quali i ragazzi dello sfortunato rione riescono a trovare alternative di vita possibili. Caso emblematico quello della Scugnizzeria, incubatore polifunzionale e di riqualificazione civile, dove ha sede tra le altre attività, la Marotta&Cafiero editori, casa editrice indipendente che ha sostituito lo spaccio delle droghe pesanti con lo spaccio di libri.

Il fenomeno planetario de L’amica geniale di Elena Ferrante ha poi iniettato nuova linfa ad una delle zone più desolate della parte orientale della città, il rione Luttazzi, scenario che fa da sfondo al legame tra le due protagoniste Lila e Lenù. Sono tantissimi i tour operator, le agenzie di viaggi e anche le librerie che ormai organizzano percorsi letterari sulle orme di questa “amicizia geniale”; c’è chi parte dal Maschio Angioino, chi da piazzetta Olivella  per passare da Piazza Garibaldi (già sapientemente descritta da un superlativo Ermanno Rea prima che iniziassero i lavori per la nuova metropolitana), a Via Caracciolo e Piazza dei Martiri.

Secondo uno studio frutto di elaborazioni condotte da Cst confesercenti in occasione della presentazione della XXIII Borsa delle 100 città d’arte, Napoli è la seconda città italiana (dopo Matera) per incremento del turismo culturale dal 2010 al 2018. Senza dover per forza scomodare i mostri sacri del passato che pure ne hanno calcato il suo basalto e i suoi sanpietrini, da Gabriele D’Annunzio che scrisse al Gambrinus i versi della celebre canzone ‘A vucchella a Matilde Serao che sugli stessi tavolini fondò il quotidiano “Il Mattino”, passando per Oscar Wilde e il filosofo francese Jean-Paul Sartre, basterebbero solo i romanzi editi negli ultimi anni per farne un campionario di storie universali, di innegabile successo. E oggi, come e forse più di ieri, set a cielo aperto di numerose produzioni che l’hanno quasi promossa a succursale di Cinecittà. Basti pensare a come i romanzi di un arguto e amato Maurizio de Giovanni diventino puntualmente acclamate serie TV; i Bastardi di Pizzofalcone e tutta la saga che vede come protagonista il commissario Ricciardi. Anche in questo caso, come era accaduto in Sicilia per Montalbano, hanno visto la luce veri e propri tour cinematografici alla scoperta della collina dove nacque Partenope, lasciata per anni al degrado dovuto ai lavori eterni di un ascensore scavato nel cuore di Monte Echia.

Napoli regina incontrastata, ma non solo lei.

Calitri
Calitri, Borgo Castello

La Campania, anche nelle sue viscere meno note, nel suo entroterra più insidioso, offre un territorio prolifico, dove le storie narrate hanno spesso cambiato i destini dei luoghi più impensabili. Ne è un esempio Calitri, paesino nel cuore della verde Irpinia, dove da anni un instancabile indigeno del posto, poeta, cantautore, artista poliedrico, che risponde al nome di Vinicio Capossela, organizza lo Sponz Fest, giunto quest’anno alla sua settima edizione. Versi che ispirano e, prendendo in prestito una definizione forse abusata ma pertinente, fanno girare l’economia. Da un appuntamento estivo che coinvolgeva la piccola Calitri e i comuni limitrofi, nel corso degli anni lo Sponz ha assunto dimensioni di una portata tale che al mese di agosto, quando ha luogo la manifestazione, tutti i piccoli hotel, i B&B e le case vacanza della zona vengono letteralmente presi d’assalto e centinaia di migliaia di persone da tutta Italia si riversano nelle strade di minuscoli centri che avrebbero conosciuto la triste parabola dell’oblio. In un post terremoto perpetuo.

Una radiografia dei paesi irpini delineata anche dal poeta e “paesologo” Franco Arminio, di Bisaccia, che grazie al suo verso ha contribuito a ridare dignità a intere costellazioni terrene di paeselli, spopolati dal progresso, dimenticati dall’attualità, abbandonati dalle generazioni che non riescono a coniugare tra le loro viuzze una esistenza al futuro.

Acciaroli

Dall’approccio malinconico tipico di un’espressione artistica dell’entroterra, allo splendore fulgido della perla del Cilento: Acciaroli. Le teorie secondo le quali in questo antico borgo marinaio, oggi curatissima località balneare, il passaggio di Ernest Hemingway con la V armata USA sia stato un momento chiave per la stesura de Il vecchio e il mare si sono spese incessantemente nel corso degli ultimi decenni, arrivando perfino ad una nomenclatura degli esercizi commerciali che richiamano il nome del premio Nobel. Anche se fonti attendibili come Fernanda Pivano, amica, traduttrice e biografa dello scrittore, abbiano più volte smentito che Hemingway si sia ispirato ad un vecchio pescatore del posto per tratteggiare il protagonista del suo celebre romanzo, Acciaroli è riuscita a declinare questa leggenda in servizi televisivi, articoli sui principali quotidiani nazionali e interviste ai parenti del vecchio zio Antonio, il pescatore con il quale si presume lo scrittore abbia instaurato un rapporto di amicizia.

A dimostrazione del fatto la letteratura riesca a creare indotto. Perfino quando non c’è.

Sul potere indiscusso dei libri e di quello che in una società avanzata riescano a generare in termini economici avrà ragionato anche Guido Alberti, che nel 1947 insieme a Maria Bellonci si inventò quello che sarebbe divenuto il premio letterario più prestigioso d’Italia, lo Strega. Allora proprietario dell’azienda produttrice del noto liquore, il premio si ispira proprio alle leggende sulla stregoneria che a Benevento, terra di janare, esistono sin dai tempi dell’età classica. Proprio quest’anno a Palazzo Terragnoli nel cuore della città di Benevento è stata organizzata la mostra bibliografica “La biblioteca del Premio Strega – l’incantesimo della letteratura”. Una mostra annunciata da Antonio Di Maria, Presidente della Provincia di Benevento, orgoglioso di un evento culturale che rende omaggio al premio letterario promosso da una delle eccellenze produttive del Sannio.

Casertavecchia
Casertavecchia

Se la Caserta turistica si esaurisce quasi esclusivamente nella reggia del Vanvitelli e nei suoi splendidi giardini, il borgo medievale di Casertavecchia continua a vivere un eterno presente grazie ad una manifestazione che da quarantasette anni attrae flotte di visitatori, sempre più numerose tra le sue arterie. Scelta da Pasolini per alcune scene del suo Decameron, dallo stesso Boccaccio come ambientazione della sua novella Andreuccio da Perugia, dall’artista tedesca Ursula Pannwitz, Casertavecchia quest’anno ha ospitato la manifestazione Un borgo di Libri, dove itinerari letterari e cinematografici, mitici e leggendari, hanno avuto luogo a Casa Hirta. Come quella risalente ad epoca normanna durante la quale è venuto a crearsi il mito delle fate, grazie alle quali, secondo la leggenda, si riuscì a trasportare pesanti colonne dall’antica Calatia posta in pianura, alla sommità del borgo per consentire l’ampliamento della cattedrale.

Streghe e fate, scrittori da ogni angolo del pianeta, riti e miti, tradizioni, economia letteraria circolare, nuovi percorsi; opportunità di riscatto socio-culturale.

E una città-universale che da sola rappresenta le sfumature dell’umanità tutta.

Angela Vecchione e Marco Perillo

Prima della Campania c’è stato il Focus Sicilia.