«Vigàta in realtà è Porto Empedocle. Ora, Porto Empedocle è un posto di diciottomila abitanti che non può sostenere un numero eccessivo di delitti, manco fosse Chicago ai tempi del proibizionismo: non è che siano santi, ma neanche sono a questi livelli. Allora, tanto valeva mettere un nome di fantasia: c’è Licata vicino, e così ho pensato: Vigàta. Ma Vigàta non è neanche lontanamente Licata. È un luogo ideale, questo lo vorrei chiarire una volta per tutte.» Così Camilleri parla della Vigàta nella quale ha scelto di ambientare i suoi libri. Un sito entrato ormai nell’immaginario condiviso, mosaico di scorci e di panorami, collage di piazze e di palazzi anche distanti tra loro. Una città che affida la sua reale collocazione al comune di Porto Empedocle in provincia di Agrigento nelle pagine; a più località in provincia di Ragusa nella serie tv che ne è seguita. Il Municipio di Scicli con la splendida stanza liberty del primo cittadino sono diventati sede del commissariato; Ibla, il quartiere più antico di Ragusa, con il maestoso Duomo di San Giorgio, si è declinata in chiesa madre della città immaginata da Camilleri.
Il cuore della Sicilia barocca, già meta turistica, ha incrementato il flusso dei suoi visitatori negli ultimi tre anni in modo significativo. Il proliferare di tour disegnati sulle vicende del popolare commissario creato dalla penna del grande autore scomparso lo scorso 17 luglio mostra quanto sia potente l’attrattiva culturale in un’isola che potrebbe già definirsi museo a cielo aperto; quanto la letteratura riesca a creare indotto culturale e a far girare l’economia. Non solo palazzi nobiliari e chiese centenarie, ma luoghi abbandonati che vivono una seconda vita. Grazie a una identità attribuita dal potere immaginativo. Succede perfino con un rudere che si trova sulla scogliera di contrada Pisciotto a Sampieri, frazione di Scicli: la vecchia Fornace Penna che si eleva ad attrazione turistica per aver prestato il suo scheletro a La Mànnara, tonnara abbandonata apparsa negli episodi La forma dell’acqua e in La pista di Sabbia.
Grazie a Montalbano la sola provincia di Ragusa nel 2019 ha registrato un + 13,2% di turismo. L’assessore regionale al Turismo, Sandro Pappalardo, ha più volte espresso la propria soddisfazione per il risultato raggiunto. A Ragusa e non solo.
Un’isola altra, che si scopre destinazione di pellegrinaggi laici per appassionati lettori.
Non solo Montalbano, e non solo Camilleri. La Sicilia, che ha dato i natali a mostri sacri della letteratura mondiale, vede luoghi di antica bellezza investiti di nuova linfa. Posti che hanno ricevuto una seconda opportunità.
Un caso emblematico è certamente quello di Villa Boscogrande a Palermo, dimora storica scelta per l’ambientazione de Il Gattopardo, restaurata in soli 24 giorni da un esercito di falegnami, stuccatori e decoratori che risistemarono la facciata, i soffitti, gli infissi e i pavimenti. Stessa cosa per Palazzo Valguarnera Gangi, voluto da Visconti come set della famosissima scena del ballo in casa Ponteleone: quadri, arazzi e suppellettili dell’epoca riportarono la dimora storica al suo antico splendore.
Viene da pensare: chissà se Giuseppe Tomasi di Lampedusa aveva immaginato che sedendosi a scrivere una storia avrebbe, negli anni, innescato una miccia capace di direzionare scelte, investire capitali, dare lavoro a manovali.
Sicuramente sull’effetto delle sue opere e alla sua missione culturale avrà ragionato Leonardo Sciascia che, ancora in vita, indicò ai suoi concittadini il suo itinerario sentimentale spingendoli ad averne cura. Nel 2014 il Comune di Racalmuto, paese natio dello scrittore, attraverso un commissario straordinario lanciò un appello per l’acquisizione pubblica di un immobile appartenuto alla famiglia di Sciascia affinché diventasse casa museo, per evitare che soggetti privati potessero snaturare i luoghi raccontati nelle sue opere. Arrivarono solo due adesioni dei comuni vicini con offerte di aiuto irrisorie. A trent’anni dalla morte dello scrittore siciliano, Pippo di Falco, un intellettuale racalmutese con una grande passione per i libri che ha conosciuto Sciascia e che ha fatto parte del consiglio di amministrazione della Fondazione a lui intitolata, la acquista per realizzare il progetto caro alle istituzioni. Inserendo così l’abitazione delle zie di Sciascia nell’itinerario della “Strada degli Scrittori“.
Nell’agrigentino siamo portati anche grazie ad un suggestivo cortometraggio, I luoghi dell’anima di Luigi Pirandello dei registi Ruben Monterosso e Federico Savonnitto. Sulla scia del video, sono stati concepiti itinerari a tema che seguono le tappe della vita e dell’opera dell’immenso drammaturgo. La sua biblioteca-museo-casa natale ha conosciuto lo scorso anno un incremento di visitatori pari al 16,5% in più; si è passati dai 37.850 del 2017 ai 44.296 dello del 2018.
Dati che indicano quanto l’interesse per le mete letterarie sia in costante crescita e possa alterare le sorti dei piccoli centri, croce e delizia del nostro belpaese.
E se Modica, inclusa dal 2002 nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO, avrebbe probabilmente registrato lo stesso numero di visitatori anche senza aver dato i natali al premio Nobel per la Letteratura Salvatore Quasimodo, grazie al suo affascinante centro storico, alla Val di Noto, al Barocco e alla cioccolata, piccoli centri privi di queste attrattive avrebbero vissuto nell’anonimato senza trame e senza intrecci.
È il caso di Vizzini, Sicilia orientale, paese oggi di appena 6000 anime, che però ha fatto da sfondo a due delle produzioni del padre del verismo italiano: Cavalleria rusticana e Mastro Don Gesualdo. Dalla chiesa di Santa Teresa a Palazzo Sganci passando per la casa di mastro don Gesualdo, questi posti hanno aiutato Verga a scrivere di duelli, banchetti, amori sbocciati o solo desiderati.
Luoghi che avrebbero conosciuto l’oblio della Storia se non fossero stati presi in prestito per immaginare altre storie.
Angela Vecchione
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