“I ricordi intensi e i dolori addolciti sono come le carte di un mazzo da rimescolare per giocare una nuova partita”

Walter Bonatti diceva che le montagne hanno il valore degli uomini che le salgono e che senza non sarebbero che un cumulo di sassi. Lorenzo Pavesi fa sua questa affermazione e la trasforma in un romanzo d’esordio in cui le montagne plasmano vite, dando loro significato e motivazione. Nasce così Nel silenzio e nel vento (MonteRosa Edizioni), che racconta di un’amicizia nata e cresciuta sulle terre alte: due ragazzi in cerca di libertà e spensieratezza tra le cime della Val d’Ossola si ritrovano presto a fare i conti con l’entrata nell’età adulta, con le cose che inevitabilmente cambiano, con eventi più grandi di loro e, soprattutto, con il grande interrogativo della morte che l’autore affronta in maniera sobria e schietta. Dalla Val d’Ossola lo scenario si sposta poi in Alto Adige, a testimoniare che tutto cambia, anche i luoghi, anche le montagne. Qui, è il cammino che cercherà di dare una risposta a interrogativi che non sembrano averne. È il cammino che riuscirà ad avvicinare due persone che non avevano mai avuto grande simpatia reciproca, è il cammino a mettere i protagonisti di fronte ai propri limiti e a offrire una chiave per superarli.

L’amicizia tra Franco e Luca nasce appunto tra le cime della val d’Ossola ed è un legame intenso: uno di quelli che si creano soltanto quando alle passioni comuni si unisce una profonda comprensione delle reciproche fragilità. Sarà il destino, però, a imporre ai personaggi di questo romanzo un impatto duro con l’ingresso nell’età adulta, con le cose che inevitabilmente cambiano e, soprattutto, con il grande interrogativo della morte. Nel silenzio e nel vento racconta una storia avvincente e allo stesso tempo toccante, mettendo al centro i temi del lutto giovanile, della sua elaborazione e della fatica di ricominciare a vivere superando i traumi del passato. Sarà avventurandosi tra le montagne e affrontando un lungo cammino tra le Dolomiti che i personaggi cercheranno di dare una risposta a interrogativi che non sembrano averne. Del resto, è il proprio cammino a mettere l’uomo di fronte alle proprie fragilità e ai propri limiti, offrendo però anche una chiave per superarli.

Natalia Ceravolo