Questo libro è per te, perché tu ora non lo sai e nessuno te l’ha mai detto, ma le alternative alla “normalità” esistono e sono tutte valide. Scoprirlo sarà la tua salvezza.

Può capitare che a diciannove anni una sera qualunque facendo zapping da un canale all’altro ci si soffermi per caso su una puntata del “Maurizio Costanzo Show” ricevendone un’illuminazione invece della solita noia. All’ascolto della parola “porno” si arresta il digitare compulsivo dei tasti del telecomando. Seduta sui divanetti più famosi d’Italia, a presentare il suo libro Porno Manifesto, Storia di una passione proibita, c’era Ovidie. Francese, caschetto nero liscio e lucido, elegante, sicura e colta. Dall’altro lato dello schermo Valentine aka Fluida Wolf che per la prima volta intuisce quella che può essere la sua strada. Ed è proprio da questo incontro fortuito che sceglie di far partire il suo libro PostPorno. Corpi liberi di sperimentare per sovvertire gli immaginari sessuali pubblicato con Eris Edizioni nella collana BookBloc.

Negli anni ’50 la pornografia diventa parte integrante e determinante della cultura di massa grazie alle intuizioni di un giovane Hugh Hefner che con “Playboy” influenza l’immaginario eterosessuale. La donna è docile e sottomessa e completamente dedita al piacere maschile che è e deve essere l’unico piacere da soddisfare. Variazioni a questi ruoli ben definiti non sono ammesse. Comincia così la lotta interna ai movimenti femministi che si dividono tra chi vorrebbe eliminare gli stereotipi nella pornografia e chi vorrebbe eliminare totalmente la pornografia. Negli anni ’70 sarà Annie Sprinkle, prima sex worker e pornostar e poi artista e sessuologa, a iniziare “a sperimentare nuovi modi di godimento estremi partendo dal presupposto per cui la sessualità è un campo sterminato da esplorare in una moltitudine di approcci diversi”. Non è la sola a mettere in discussione il porno mainstream. Betty Dodson, Candida Royalle, Dorrie Lane, Scarlot Harlot e Veronica Véra sono solo alcune delle performer ad aver sperimentato una pornografia esplicitamente femminista. E ancora ad Annie Sprinkle, o meglio ad un suo spettacolo che consisteva in una pubblica esposizione della sua cervice, si deve la parola postporno. Come ci racconta Valentine aka Fluida Wolf il postporno non riesce a essere confinato in una definizione ma ha un intento ben preciso e dichiarato: “smascherare i codici della pornografia convenzionale, maschilista, razzista e abilista e sovvertirla, sessualizzando lo spazio pubblico, dando voce e dignità sessuale a tutti quei soggetti esclusi, marginalizzati e umiliati da essa”. Da anni ci viene fornito un unico immaginario sessuale che ha avuto e ha pesanti ripercussioni sociali e culturali. Un pensiero unico che si è radicato stabilendo senza appello i limiti delle possibilità, dei gusti e dei corpi di ognuno. L’autrice continua con la sua carrellata storica arrivando fino ai giorni nostri e raccontando il luminoso esempio artistico, culturale e attivista esploso florido nella penisola iberica. Ai cenni storici accompagna anche la sua esperienza personale. Questa scelta è una delle parti più interessanti del libro perché sottolinea la dimensione personale che la postpornografia mette al centro. Ogni esperienza è diversa e viene riconosciuta e rispettata come unica ma allo stesso tempo parte di un insieme. Sperimentare modi per trovare la propria voce, il proprio desiderio, la rappresentazione del proprio corpo. Come esorta Paul B. Preciado “a partire da questo momento, le donne e le minoranze si riapproprino del dispositivo pornografico e delle sue tecnologie di produzione e di rappresentazione e piacere per mettere in discussione lo sguardo dominante”.

Mi sono chiesta perché un libro così piccolo per un argomento così vasto e ho cominciato a cercare altre fonti per poter affrontare questo articolo. Ho letto articoli in rete, visto documentari e interviste, ascoltato podcast ma non mi bastava e ho continuato a cercare ritardando la scrittura delle mie riflessioni sul libro. Fino a che una sera tutto mi è apparso chiarissimo: il postporno non può essere rinchiuso in un generoso volume. Il postporno ha bisogno di scendere per le strade, di amare, di godere, di manifestare, di confrontarsi, di ridere e cantare, di essere visto e ascoltato, di essere antifascista, di stare nella folla, di godere, di essere io con gli altri, di mischiarsi e di distinguersi, di affrontare a viso aperto il mainstream,di scopare, di divertirsi, di creare, di proporre alternative, di fare rete, di inventarsi nuovi modi di sperimentare, di crescere, di conoscere le sue radici e di guardare avanti, di educare, di coinvolgere, di desiderare, di esplorare, di rappresentare e di lottare.  

Il postporno è libertà e rivoluzione e questo libro di Valentine aka Fluida Wolf può essere il primo tassello per cominciare a essere davvero chi siamo e cominciare insieme a sovvertire le regole imposte.

Modestina Cedola