Sii come il legno di sandalo che profuma la scure che lo taglia” Proverbio indiano

Il breve saggio Profumo di sandalo – Storie gusti e aromi di un’essenza portentosa si occupa dell’olio estratto da un arbusto nobile, esotico e generoso, denominato anche “albero dei Re”. Dall’utilizzo del pregiato legno, a quello dell’olio che se ne distilla, passando per la classificazione botanica delle varie specie, si ripercorrono le vie dei commerci, le glorie e le storie dei paesi che se ne sono contesi origine e fortuna. Il Sandalum è un sempreverde a diffusione medio-orientale, se ne trovano una ventina di specie distribuite nelle regioni indo-malesi e quelle australiane fino alle isole del Pacifico comprese le Hawaii. Il Santalum Album è la specie indigena dell’India, per molti anni questo paese (in particolare le regioni dei Sud) è stato il principale nella produzione dell’olio di sandalo, base per la profumeria e la farmaceutica, mentre lo Spicatum è la specie tipica dell’Australia che si è contesa il primato dei commerci più di recente con quella indiana, dopo l’estinzione nel XIX secolo della specie hawaiana.

Oggetto di culto per molte religioni quest’olio ha proprietà terapeutiche, che sono messe in luce nell’ayurveda, nella medicina cinese e tibetana, grazie al colonialismo, soprattutto quello inglese in India, si è diffuso nella cucina anche in occidente, oltre che nella cosmetica e nell’aromaterapia, nelle pratiche di benessere. Ancora oggi la ricerca ne approfondisce le potenzialità.

Enormi interessi economici si sono sviluppati intorno al sandalo e il commercio di questo dando origine a traffici e contese già alla metà del XVI secolo in India. Queste hanno coinvolto imperatori, governi e famosi contrabbandieri.

Nella pubblicazione si approfondiscono tutti i vari aspetti e le curiosità, presentando in modo vivace sia ricette che dalla tradizione orientale sono state raccolte e rielaborate poi attraverso gli influssi coloniali, sia l’impatto delle religioni orientali – induismo, culto di Shiva, buddismo e Islam, Giainismo e Zoroastrismo per citarne alcuni – senza dimenticare che anche la religione ebraica antica ne fece largo utilizzo come testimoniato dalla bibbia, così come la civiltà egizia.

Entrato come protagonista nelle abitudini degli occidentali già con la Via delle Spezie di Alessandro Magno, il sandalo raggiunge la nostra cultura con il Rinascimento e la conquista dell’Oriente, divenendo una delle materie prime più vendute sui mercati d’Europa, e un ingrediente principe nel lavoro dei profumieri e aroma-terapisti.

Alla fine del XIX secolo il potere evocativo del sandalo viene celebrato in letteratura, nella cultura dandy, e con la diffusione degli hammam (vedi il primo bagno turco di Mayfair a Londra) entra a far parte delle pratiche e abitudini della borghesia europea, grazie anche a profumieri quali Willliam Henry Penhaligon. Troviamo nel libro brani che lo celebrano tratti da opere di Huysmans, Oscar Wilde, ma tornando indietro alla letteratura d’avventura e colonialista troveremo il sandalo nei racconti di Jules Verne, Emilio Salgari, Kipling e persino, tra i recenti, Oriana Fallaci.

Il libro di Miroglio ci presenta il sandalo come un vero e proprio elemento della cultura, e fornendo ricette di cucina, profumeria, letture affascinanti che lo celebrano, riesce in una “personalizzazione” di questa sostanza preziosa e inebriante.

Micol Faber