Edizioni Clichy nasce nell’ottobre 2012, riprendendo il filo di una precedente esperienza, Barbès Editore, di proprietà del gruppo Edison, ed è stata fondata da chi in quella casa editrice aveva lavorato. Il nome nasce per riprendere proprio quel filo, visto che Clichy è la stazione del metrò successiva a quella di Barbès-Rochechouart sulla linea viola di Parigi. Giunta al decimo anno di attività, la casa editrice può vantare in bacheca più di un riconoscimento, come il Premio Nati per Leggere con Lupo & Lupetto, più una menzione per Una nave di nome Mexique e, più di recente, una menzione speciale al Premio Rodari per È arrivato un dinosauro. “Ma ovviamente – precisa il direttore editoriale Tommaso Gurrieri – la storia più esaltante sono tutti i premi, dal Leone d’Oro all’Oscar, vinti dal film tratto dal nostro libro Nomadland di Jessica Bruder”. Con Gurrieri lavorano Franziska Peltenburg-Brechneff, responsabile della redazione, della promozione e della comunicazione della casa editrice, Maria Pia Secciani, editor e responsabile della collana per bambini, che si occupa anche dell’Ufficio Diritti, Matteo Francini, referente della redazione e dell’Ufficio Stampa, Silvia Lombardini, che si occupa del lavoro redazionale dei libri più complessi, Filippo Taddia, social media manager e, infine, Francesca Ciuffi ed Elisa Frilli che seguono il lavoro della redazione.

Nomadland è sicuramente il libro che ha acceso i riflettori sulla vostra realtà.

Sicuramente più di tutti gli altri libri, Nomadland ci ha fatto capire che non stavamo sbagliando strada, perché ha vinto tutto ciò che era possibile vincere ed è un libro che abbiamo amato fin da subito e che contiene in sé tutto ciò in cui crediamo e tutto ciò per cui facciamo e amiamo così tanto questo lavoro.

Quali sono i vostri punti di forza?

Credere in quello che facciamo, mantenere la nostra coerenza di proposta editoriale, pur non avendo un atteggiamento austero o meno che mai presuntuoso. Siamo seri e pop, coerenti ma aperti. E ci sono valori e idee in cui crediamo profondamente, considerando sempre che fare editoria significa anche avere un ruolo sociale, politico, educativo. E questa coerenza diventa anche materiale, nel costruire oggetti curati, mai di consumo immediato.

Perché ha ancora senso investire nell’editoria?

Perché un mondo senza libri è un mondo come quello descritto da Orwell e poi da molti altri dopo di lui. È un mondo povero, non democratico, non libero, senza futuro. Non bisogna arrendersi, si deve rivolgersi a chi già legge e mantiene ferma questa possibilità di libertà e cercare di conquistare altri.

Come scegliete e selezionate i vostri autori inediti?

Confrontandoci e parlando senza sconti tra di noi, tenendo presente il mercato ovviamente, ma anche sentendo la responsabilità di rimanere coerenti con il nostro progetto e con tutto quello che abbiamo costruito con pazienza, facendo anche molti errori ovviamente, ma sempre con un’idea precisa in testa.

Cosa vuol dire essere un editore indipendente?

Essere indipendenti vuol dire avere più libertà di chi non lo è. Come nella vita, del resto.

Cosa pensa dell’editoria a pagamento?

Pensiamo che sia un modo per assecondare e approfittare della vanità di chi scrive – e sono tanti – senza avere la possibilità o le capacità di pubblicare in modo classico. Nessun moralismo, ma non ci interessa.

Meglio l’irresistibile fascino della carta o la comodità e la velocità delle nuove tecnologie?

La convivenza è assolutamente possibile e, anzi, è quello che sta accadendo. Pensare che non lo sia è fare inutile allarmismo. Quando è stato inventato il motore a scoppio non sono sparite le biciclette. Magari i carri trainati da cavalli sì, ma non le biciclette. E andare in bicicletta è bellissimo.

Tutto vero, ma poi bisogna vendere.

In Italia si fanno troppi libri, e forse la pandemia, con tutto quello che è successo, ce lo ha fatto capire. Anche noi abbiamo ridotto la produzione, e vogliamo promuovere i nostri libri meglio e di più, sulla stampa ma soprattutto sui social, visto che ormai la gente si informa soprattutto sui social. Dedichiamo alla promozione tempo, energie, idee. Fare cose belle è inutile se non lo fai sapere a nessuno. Il nostro progetto non cambia: ha un respiro lungo e molto futuro davanti, se chi ama i libri, per adulti e per bambini, continuerà a seguirci.

Intervista a cura di Marco Grasso