“Dovresti scrivere un libro, zia. Raccontare com’è il nostro lavoro di becchini.”

Cosa non facile, come non è facile trattare l’argomento della morte senza urtare la sensibilità di nessuno o scendere nel banale, e questa storia non lo fa.
Tutto si svolge in una giornata. I protagonisti sono Pietro Ventura, impresario funebre che lavora nella ditta di famiglia e Lorenzo, un ragazzo adolescente che tutto ha per la testa, tranne la morte.

Il percorso dei due si intreccia quando la vita di Lorenzo è appesa ad un filo, dopo essere caduto dal terrazzo di casa e Pietro ne percepisce la presenza, l’essenza e può vederne anche la forma.

La Casa funeraria dei Ventura è un luogo di passaggio: all’interno vi è la Strettoia, percorso che le anime seguono per recarsi nell’Aldilà e i Ventura tengono unite la vita eterna dei defunti e le vite dei familiari, conoscenti, amici affranti e spaesati.

Senza mai scendere nel macabro, vengono raccontate le storie delle anime di passaggio all’interno della Casa, ognuna speciale e degna di un ricordo e la sensibilità dei Ventura è così forte da fondere le anime con la realtà.

A questa fusione assiste anche Lorenzo, messo davanti ad una scelta difficile per chiunque, figuriamoci per un ragazzino: tornare alla vita di ogni giorno o oltrepassare la Strettoia e dimenticare per sempre tutti i problemi della sua adolescenza?

Scegliere non sarà facile, ma in questa scelta non sarà solo. Con lui ci sono Pietro, Agostino, il più anziano dei Ventura, e Camilla, il cane di famiglia, entrambi abitanti dell’Aldilà ed entrambi affettuosi e attenti verso Lorenzo.

Qualcosa nascosto di Marco Bagliano e Susanna De Ciechi è un romanzo scorrevole, talvolta ricercato nel lessico, ma non in maniera eccessiva. Piacevole da leggere e dai tratti sensibili. Un romanzo che affronta il tema della morte in maniera umana.

Se dopo la morte, esistesse un’altra vita, sarebbe bello che ognuno di noi incontrasse un Ventura: un impresario funebre che non considera i corpi dei numeri, bensì delle persone pronte a nuova vita.

Aurora Cassetta