Per fortuna che esistono piccole case editrici che traducono e pubblicano in Italia piccole chicche come il libro dell’uruguaiano Pablo Casacuberta.

Fin dalle prime pagine di questo romanzo sono rimasta ammaliata dal protagonista Máximo Seigner, il ragazzo quasi diciottenne nel quale è impossibile non immedesimarsi: chi di noi nel delicato e faticoso momento di passaggio tra l’infanzia e l’età adulta non ha faticato a riconoscersi nello specchio, non ha odiato per un qualche motivo il nome che i propri genitori gli avevano dato, non si è posto domande sulla propria famiglia, non si è vergognato delle proprie piccole o grandi manie (per il protagonista ritagliare articoli di giornale) non si è sentito un pesce fuor d’acqua in qualunque situazione?

Bastano 200 pagine per raccontare i due giorni che, attraverso una serie di incontri più o meno casuali, cambiano la vita al protagonista avvicinandolo inesorabilmente a quello che lui definisce come “il traguardo inevitabile dell’età adulta”, a “percorrere la distanza che separa  Conoscenza e Qui e ora”.

Uno dei cardini intorno a cui ruota la narrazione sono proprio i due giornali  Conoscenza e Qui e ora i cui titoli rimandano alla smania della giovinezza di vivere il presente senza aspettare e l’età adulta fatta di esperienze, di “un’orizzonte molto più vasto del presente […]non solo ciò che è immediato, ma anche accumulato […] che per definizione non è esattamente né qui né ora”.

Le vicende sono narrate in prima persona dal protagonista al cui fianco appaiono ben caratterizzate poche altre figure maschili e femminili ciascuna con un ruolo preciso nell’economia delle vicende presentate.

Una copertina accattivante nella sua semplicità, nella quale sono presenti tutti gli elementi delle vicende; un linguaggio curato, ma accessibile a tutti; un giusto equilibrio tra dialoghi, monologhi interiori, descrizioni e narrazioni sono le carte vincenti di questo libro.

Penso che questo volume possa essere inserito a pieno diritto tra i romanzi da consigliare ai ragazzi dell’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado e a quelli del biennio della scuola secondaria di secondo grado: dalla lettura delle vicende di Máximo è possibile ricavare numerosissimi spunti per un laboratorio di lettura (come molto probabilmente sperimenterò nel prossimo anno scolastico).

Maria Crevaroli