Ex-Libris-0-7-5

Anno 0 | Numero 7 | Aprile 1997

“Il popolo romano esprime dolore e sgomento per la fine tragica e violenta di PIER PAOLO PASOLINI artista e studioso tra i più significativi dell’Italia di oggi […]”
(Volantino FGCI, 1975)

“{PIG}3 […] SCHIFO […]
BLASFEMO, COPROLALO […]
PARTITO C… ITALIANO”
(modifiche apportate al volantino dal gesuita Arturo della Vedova, 1975)

A più di 25 anni dalla sua morte le opposizioni reclamano il pensiero di Pier Paolo Pasolini ora manifesto di una corrente ora di un’altra. Sarà un luogo comune, ma a quanto pare deve essere questa la sua dannazione.

A più di venticinque anni dalla sua morte sarebbe ora di comporre un requiem in sua memoria. Si può celebrare un requiem per Pasolini attraverso la ri-composizione dei suoi scritti: un requiem che è un modo possibile per ritrovare la sua autenticità di un uomo al di là delle opposizioni di categoria (fascista-comunista, cattolico-blasfemo, conservatore-innovatore etc.) e magari tra le righe.

Il lavoro di Rainer Ganahl è la manifestazione che ci sono più modi – altri modi – per leggere Pasolini.

Rainer Ganahl è un artista che da dieci anni vive e lavora a New York. Il suo motto è: “allontanarsi il più possibile dalla propria lingua d’origine”, intendendo con ciò dimenticare la propria Origine per acquisire nuovi approdi: parla undici lingue, riprende se stesso durante i suoi “Travelling Linguistics”, trasforma un processo in arte. Un’arte che non è immediata, bensì rivelata: mostrata e velata soltanto in seguito.

– “Basic Italian, six days, six hours a week” 18 videocassette – è un processo di apprendimento attraverso la lettura di alcuni testi di Pasolini: Scritti corsari (da “Il discorso dei capelli” a “Contro l’ufficialità della storia, testimoni inclassificabili”), Poesia in forma di rosa (“Supplica a mia madre”, “La ballata delle madri”), Le ceneri di Gramsci (“Terre di lavoro”). Successivamente questo processo è stato scompaginato e l’ordine cronologico delle riprese cancellato. Travelling Linguistics! Si può seguire questo viaggiare iper non meno che intertestuale attraverso gli appunti di lavoro.

E gli appunti saranno ulteriori punti di partenza.

“Sto ascoltando sempre le risate di Pasolini – che amor grande c’è dietro queste risate… dio”, Rainer Ganahl.

È dentro alle risate che si scopre l’audacia di un uomo che, affascinato da “i ragazzi che si vedevano in Italia una decina di anni fa: figli dignitosi e umili, con le loro belle nuche, le loro belle facce limpide otto i fieri ciuffi innocenti” omette di citare le donne in un articolo sull’aborto. La parola donna è sostituita dagli epiteti “femministe frustrate da altro” e “ragazze madri”. È dalla lettura a voce alta davanti a una telecamera che “Marylin” è “sorellina dai piccoli seni” […] “dal ventre facilmente nudo”. È per rispetto all’arte, intesa come dialogare fra uomini, che di un epitaffio come Marylin si può cogliere la passione e non teorie politiche. Perché se Pasolini voleva presentarsi come Intellettuale, Teorizzatore, è vero che quel che più ci ha lasciato non sono teorie, ma rapporti concreti con le parole. Rapporto consapevole con le parole che scrive, è lui stesso a correggersi in continuazione, “per fondere – o meglio diffondere” una pratica con il suo pensare.

Ed è questo che vale la pena cogliere come “tetti di case tra mucchietti di pomodori”.

Francesca D’Antona

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