Rockaway è una sottile lingua di terra che penzola giù dal Queens, indecisa se staccarsi e diventare un’isola o tenersi più forte, terrorizzata all’idea di essere abbandonata. Sulla cartina c’è, ma a coprirla basta uno stupido bastoncino da cocktail.
Alla fine degli anni settanta i Ramones la cantavano. Alla fine degli anni ottanta Jill Eisenstadt la raccontava attraverso quattro ragazzi: Alex, Chowderhead, Peg e Timmy. È Rockaway Beach la spiaggia urbana più lunga degli Stati Uniti. Un tempo quartiere degradato oggi centro della movida hipster.
Rockaway Beach, inizialmente composto dall’autrice Jill Eisenstadt come tesi di laurea per la Columbia University, venne pubblicato per la prima volta nel 1987. A venti anni di distanza una nuova edizione del libro è stata realizzata da Little, Brown & Co. disponibile in Italia nella traduzione di Leonardo Taiuti dal 2018 grazie alla felice intuizione della casa editrice Black Coffee.

Rockaway te la porti dentro per sempre anche se provi a liberartene. Lo sa bene Alex partita per il college dopo la sera del ballo. L’ultimo atto del liceo. L’ultima notte insieme ai suoi amici di sempre. Le stranezze di Chowderhead, la spregiudicatezza di Peg e l’amore tenero di Timmy. Alex sente la loro mancanza al college, la nostalgia per riti ormai familiari, le fughe in spiaggia che risolvono ogni problema. L’impatto con il college è duro ci sono nuove dinamiche da scoprire e alleanze da creare ma soprattutto Alex dovrò imparare a conoscersi e a capire chi è veramente senza la protezione del gruppo e di Rockaway Beach.

Uno strappo che Alex compie inaspettatamente quando ritorna a Rockaway durante le vacanze. Ora le cose che un tempo sembravano il massimo non fanno più ridere e Alex che dal college pensava a Rockaway Beach con il magone si sente sempre più distante dalla sua solita vita ma soprattutto dalla solita Alex. Un cambio di umore repentino nel giro di pochi giorni. Quando arriva è la nostalgia delle cose perse a prendere il sopravvento (Allora Alex capisce che le cose vanno avanti anche senza di lei) per poi lasciare il posto al fastidio e all’incertezza dei suoi sentimenti (È lei. Fuori posto a scuola, fuori posto a casa, corto di fiato, lenta a capire qualsiasi cosa di ogni cosa)

Nel libro la distanza tra il mondo dei giovani e quello degli adulti, lo sballo per vincere la noia di giornate vuote, il tumulto interiore di una generazione a cui sono stati rubati anche i sogni che sono pochi e al ribasso. Emblema è la “crociera che non va da nessuna parte“. Descrizione perfetta per vite intrappolate, che girano in tondo senza nessuna meta.

Rockaway è pigra, svogliata, brutale, spietata, annoiata, sguaiata e strafatta. È la colorata e affollata festa del 4 luglio. È il giorno che cambia tutto, crea distanze e nuovi colpevoli da bullizzare.

Rockaway Beach è il racconto del passaggio nel mondo degli adulti, di come salutiamo tutti in modi e tempi diversi l’adolescenza, dei fardelli che ci portiamo appresso e delle incognite che ci aspettano. Diventare grandi non sempre va come vorremmo e nella quasi totalità dei casi spaventa.

Sott’acqua c’è silenzio. È bello. Sarebbe facile lasciarsi andare, restare lì, o far credere agli altri di volerlo fare. Si affloscia, scivola via dalle mani rudi e nuota, nuota verso il fondo. Se avesse davvero le palle di farlo, basterebbe solo qualche minuto. Lo sorprende scoprire che la vita non gli passa davanti agli occhi come si dice. Si sforza di farlo accadere. Solo due immagini: il volto di Alex, mentre guarda brandelli di lucciola schiacciata brillarle sotto la scarpa, e il volto di sua madre, in cortile, mentre osserva le zanzare che vengono attratte e fritte dalla luce viola della lampada insetticida. Tutto qui? Volti? Insetti? Si convince che se avesse davvero intenzioni suicide, vedrebbe molto di più. Pensa al paradiso, in cui crede ancora e in cui è certo che Agnes lo farà entrare in un modo o nell’altro. Mentre lo tirano su, Timmy stabilisce che Dio è una cacchetta di uccello in confronto all’oceano. Lo dirà ad Alex, che voleva pregare, ah, la sciocca. Lui ha passato mezza vita a pregare e guarda cosa ne ha ricavato, un biglietto d’ingresso nel Club degli Assassini

Modestina Cedola