Il male e la paura pervadono le pagine di Titanio, l’ultimo romanzo di Stefano Bonazzi edito dalla Polidoro Editore e uscito a luglio del 2022.

Il male e la paura come compagne di vita, come fossero altri componente della famiglia disfunzionale di Fran, il tredicenne protagonista del romanzo che racconta la sua storia all’educatore Alan mentre sconta una pena detentiva per il reato di cui si è macchiato.

Ma è davvero Fran il colpevole oppure è necessario spostare lo sguardo  su altre prospettive? Perché quando si nasce in un quartiere residenziale dimenticato da tutti, quando il condominio è abitato solo da abusivi,  tossici e dalla miseria, quando i tuoi genitori coltivano e spacciano marijuana, quando non sei stato registrato all’anagrafe, quando non sei mai andato a scuola, quando ti insegnano che solo lì, alla Ciambella, puoi sentirti davvero al sicuro e protetto, allora diventa difficile scovare il vero colpevole di un reato, per quanto efferato esso sia.

Stefano Bonazzi ci offre un romanzo dal ritmo narrativo sincopato che graffia il lettore con la semplicità con cui riesce a descrivere il dolore, la rabbia, il bisogno di fuggire ma anche la bellezza di un’anima che si allunga verso i propri sogni. «Mi appoggiavo al davanzale e guardavo la notte nel cortile. Fuori c’era un mondo che non conoscevo

Un’anima che ricerca la solitudine nella solitudine in cui vivono tutti rifugiandosi all’ultimo piano perché «C’era un silenzio irreale, le marmitte delle auto sembravano degli aerei lontanissimi e il vento spingeva sempre conto i vestiti. Il suo ronzio nelle orecchie […] Mi stordiva, mi cullava, Salivo e lui mi soffiava addosso. Era l’amico che non avevo, una specie di sostegno

Fran ha solo tredici anni eppure ha la profondità e la forza di un vecchio, ha lo sguardo intenso e spietato di chi sente il richiamo alla vita e tenta in ogni modo di combattere il male da cui è circondato.

«Che ne sai tu della paura?»

«So che è qualcosa che ti fa diventare un’altra persona. Ti cambia.»

«Oppure di salva.»

Eppure Fran, sebbene viva nella paura, ha la forza e la determinazione di tentare di cambiare il corso della propria vita, di smuovere le acque e di alzare la testa, come un naufrago in mezzo alla tempesta. Lo fa a modo suo, ma ci prova!

Bonazzi è bravo nel mettere a fuoco, con i suoi diversi personaggi, un mondo simile a una gabbia, un luogo anormale in contrapposizione a quello normale per poi pervadere il tutto di quel senso di inadeguatezza e di complessità per cui il normale diventa anormale e viceversa.

I protagonisti si rivolgono al lettore in prima persona e le diverse voci non confondono mai la lettura ma, al contrario ci permettono di entrare direttamente nella loro testa. Ancora di più con uno strano personaggio che, sin dalle prime pagine, lo troviamo come paziente immobile in un letto, curato da alcuni infermieri e senza offrirci alcuna ulteriore informazione fino alla fine, quando con un sapiente incastro, tutto si rivela.

Stefano Bonazzi con Titanio ci pone davanti ad una realtà che sembra inverosimile possa esistere ma che è lì, a due passi da noi, che combatte e graffia per non annegare e sopravvivere. Una realtà immersa nel male, un male che non è solo esterno ma anche interiore, che corrode l’anima e entra nelle viscere al punto da non distinguersi più e sommergere tutto e tutti.

Titanio è un pugno allo stomaco non solo per la trama, quanto per la capacità di Bonazzi di narrare con devastante semplicità il male e la paura e incorniciare un mondo invisibile tanto da renderlo visibile e indelebile nella mente di chi legge.

Il male è semplice.
La cosa più semplice del mondo.

Stefania Piumarta