Un viaggio a ritroso nel tempo può salvare il futuro di un piccolo paese, quanto quello di alcuni suoi abitanti. In particolare nel romanzo Tuo padre suonava l’armonica della giornalista Silvana Mossano, accade che l’Avvocato Cattaneo, una donna in età più o meno matura, si trova a sciogliere alcuni nodi troppo stretti in cui la sua stessa esistenza si trova compromessa, sia a livello privato, che professionale.

Piemontese d’origine, lombarda d’adozione, Agnese vive gli agi e la freddezza della Milano da bere, una vita dettata dal potere economico della giustizia, mentre alle sue spalle lascia sbiadire con una sorta di negligenza le origini contadine che il compagno mal sopporta. Lui è un avvocato di livello, ma per intenderci, di livello superiore rispetto a quello di Agnese; almeno questo è ciò che sia lei che lui hanno sempre pensato. Eppure un giorno accade che la voce della zia di Rivabona, quella maestra ormai anziana che le ha fatto da madre, le domanda aiuto: il sindaco del paese ha intenzione di costruire l’Happy Village e radere al suolo un intero piccolo paradiso terrestre.

Arriva così il momento per Agnese di fare i conti con il presente, il passato e il futuro, in una sola volta, senza sconti e senza compromessi. Le pagine del romanzo iniziano a prendere così una loro vita calda e avvolgente, così gli abitanti del paese vengono affrescati con grande sensibilità, mentre le fila del destino di un luogo martoriato dalle leggi della natura a cui si cerca di fare le scarpe, insegnano a ritrovare i principi fondamentali del saper vivere. A turbare la tranquilla ripetitività dei giorni, che si avvicendano sempre uguali e tranquilli, arriva l’alluvione del 1994, un evento che mette in serio pericolo la grangia e tutti gli abitanti, che si ritrovano sorpresi a contrastare acqua e fango, quando gli argini non riescono a resistere alla forza del fiume. Sembra che il bene e il male s’incontrino e si scontrino di concerto per portare insegnamenti e punizioni. Eppure non è così. Solo chi è in grado di leggere gli avvenimenti per ciò che sono, saprà imparare e mettere in pratica.

La Mossano intesse ricordi, personaggi, misfatti e delitti creando una matassa difficile da sciogliere e dove spesso ciò che appare non é, e viceversa. La potenza della storia si legge negli incontri che Agnese porta avanti nel suo percorso, tratteggiando in particolare alcuni ritratti femminili e più in generale umani di particolare bellezza, che la aiuteranno, pian piano a fare chiarezza sulla propria storia, sulla sua persona e sui casi che, come un’ulteriore immensa sciagura, l’alluvione ha trascinato con sé a Rivabona. La maestra Mantello è una sorta di Virgilio che accompagna Agnese in questo viaggio iniziatico, lei stessa simbolo di conoscenza e di ragione che ha cresciuto moltissimi ex bambini e ora adulti di Rivabona e non solo. Nel mix di avvenimenti in cui nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma, impariamo che sono le nostre azioni, le nostre consapevolezze e le nostre scelte a fare la differenza e a plasmare un mondo e una civiltà dove possiamo sentirci accolti, oppure nella quali siamo costretti a soccombere. Sapiente è la penna che intreccia diversi piani storici, in particolare quello della Resistenza e dell’alluvione, che a distanza di cinquant’anni fluiscono nella più grande idea che ognuno ha il grande onere ed onore di fare la differenza all’ombra della propria unica e insostituibile responsabilità, che ricade non solo su di sé, ma…è il caso di dirlo, sul mondo intero.

Il ritmo un po’ lento e introspettivo dei primi capitoli, ingrana la marcia e coinvolge il lettore, fino a farlo diventare un abitante di Rivabona o del mondo intero. Perché in fin dei conti, tutto il mondo è paese.

Francesca Milanesio