“Poveri voi italiani, incapaci di riconoscere i problemi più veri e le sofferenze più grandi, ma anche di gioire per l’arrivo del nuovo giorno e di sperare in un futuro migliore”.

Un destino su misura di Fulvio Drigani è un libro che parla di scelte di vita, conflitti emotivi e visioni del mondo contrastanti. Il lettore entra di soppiatto nell’esistenza di Giorgio Ravasi, un ventenne privo di slanci emotivi e di determinazione, opportunista, egoista e manipolatore, e lo osserva destreggiarsi nelle situazioni più disparate con un unico obiettivo davanti a sé: evitare ogni turbamento e mantenere una quiete interiore ed economica. Sua sorella Martina, al contrario, è una ragazza generosa, determinata e che fin dalla maggiore età combatte per il proprio destino e la propria affermazione nella sua famiglia e nella società. Una concatenazione di eventi mostra al lettore i diversi approcci alla vita da parte dei due personaggi e l’effetto che ne consegue sulle persone che hanno intorno.

Un libro ricco di profondi spunti di riflessione, rivolto a ragazzi come noi, ai nostri coetanei. Attraverso il suo sguardo letterario ci spinge a cercare di analizzarli, e analizzarci: abbiamo costruito il nostro “destino su misura”?
L’autore ha il pregio di far emergere tutte insieme quelle contraddizioni che sono l’essenza della società nella quale siamo immersi. Giorgio è sopraffatto da un’indolenza cinica che ne appiattisce le emozioni; il padre si lascia sopraffare dai ricordi di un passato che non c’è più, mentre la madre si dispera per le sorti della famiglia.
Unici eroi sono Martina e Mamadou, suo marito, anche se in un primo momento ci sembrano ingenui e idealisti, vittime perfette di una crisi economica (ma non di ideali) perenne. La loro indipendenza, la loro famiglia è forse una sfida troppo grande per chi non sa guardare al futuro, ma è chino sulla propria dimensione personale.

Con una narrativa semplice e scorrevole, l’autore tratteggia alcune dinamiche familiari in uno scontro generazionale in cui non si salva nessuno: da una parte abbiamo i giovani, ritratti come perditempo e privi di valori, dall’altra abbiamo gli adulti, incapaci di comprendere i loro figli e costruire un rapporto basato sul dialogo e la comprensione.

Un insieme di pregiudizi che si mescolano in un quadro grottesco e ipocrita, di cui Giorgio è massimo interprete. Il grande assente è quel dialogo che forse avrebbe potuto cambiare il loro destino, questa volta fuori misura. Ciò che colpisce di più in questo libro sono la superficialità e il menefreghismo – portati all’estremo per fini narrativi – di alcune persone rispetto a fatti di cronaca della vita reale. Li guardano da lontano, senza sentirsi coinvolti, perché troppo egocentrati.

“Solo i tuoi dolori ti sono vicini. Quelli degli altri, di migliaia di altri, no, sono lontani e attutiti. Forse, a pensarci bene, è normale. Siamo fatti così, noi esseri umani. Sempre io, io, io…”

Andrea, Alessio, Beatrice, Gaia, Giovanna, Lucia, Marco

L’associazione culturale Cuba Libri promuove la lettura declinata in tutte le sue forme e possibilità. Numerose sono le iniziative organizzate dall’associazione, tra cui il gruppo di lettura, che si riunisce due volte al mese al Fuoriluogo di Asti per dare vita a un momento di discussione collettiva a partire da un libro, incontri con autori del panorama letterario italiano (ultima in ordine di tempo la rassegna Decanter) e collaborazioni con realtà del territorio