”Mourir c’est se métamorphoser, puis renaître, loin de toutes formes de souffrance”.

Une somme humaine, uno dei quattro romanzi finalisti del Prix Goncourt 2022, segna il ritorno dell’autore haitiano francofono Makenzy Orcel in quella che è la seconda parte di una trilogia. Il primo romanzo L’ombre animale, pubblicato nel 2016, vede come protagonista un’anziana donna nera haitiana che ci racconta la sua vita e la storia del suo paese. L’ultimo romanzo invece sarà ambientato negli Stati Uniti e racconterà la storia di una ragazza adolescente.

Un’autobiografia dall’aldilà

La narrazione di Une somme humaine inizia nel momento in cui la protagonista si getta sotto un treno della metropolitana alla stazione Gambetta di Parigi. Nelle oltre 600 pagine di questa autobiografia dall’aldilà, noi lettori capiamo che la narratrice, di cui non sappiamo il nome, ci racconta la sua storia e le motivazioni che l’hanno portata a volersi togliere la vita. Paragrafo dopo paragrafo scopriamo che è francese, bianca, che non aveva ancora 40 anni quando è morta e che proveniva da una famiglia benestante di un piccolo paese nel sud della Francia. Come dice lei stessa nelle pagine iniziali del romanzo “dal momento della morte tutto diventa più chiaro” ed è con grande chiarezza e dovizia di particolari che ci descrive la sua infanzia infelice in una famiglia borghese, ricca di beni materiali ma senza amore e con una mentalità ristretta e provinciale. Ci parla anche, quasi con freddezza e distacco, della sua adolescenza sconvolta, dell’inizio della sua morte dopo lo stupro subito da parte dello zio, e della fuga a Parigi dove spera di iniziare una nuova vita lontano dalla violenza e dall’ignoranza ma che, dopo un inizio incoraggiante, le riserverà invece altre tragedie. Incontra infatti Orcel, un giovane maliano, di cui si innamora perdutamente ma che perderà per sempre nell’attentato del Bataclan. Cercherà poi la felicità in un amore distruttivo con Makenzy, un uomo manipolatore e crudele, e si ritroverà in una relazione malsana che sarà l’ultima goccia a far traboccare il vaso e spingerla definitivamente verso il suicidio, visto come unica via di salvezza per allontanarsi dal dolore e dalle tragedie cha hanno costellato tutta la sua vita.

Un quadro desolante della Francia contemporanea

Grazie alle oculate scelte stilistiche dell’autore capiamo subito che la protagonista non ha nome perché questo limiterebbe l’universalità di quello che ci racconta. È la storia di una donna qualsiasi che rappresenta tutte le donne la cui vita è stata caratterizzata dalla violenza ma è anche un personaggio che racchiude in sé tutta la miseria e la sofferenza che caratterizza il mondo occidentale.

Oltre alla narratrice la storia è popolata da una moltitudine di personaggi che hanno avuto un ruolo più o meno importante nella sua vita. Così come spesso accade nella società che ci circonda, alcuni sono presenze positive, ma purtroppo molti hanno invece un impatto negativo sulla vita della giovane protagonista. Da bambina è circondata da adulti frustrati e insoddisfatti della loro vita: lo zio, per esempio, è una persona violenta e arrogante che impone la sua volontà sul resto della famiglia. I genitori sono infelici perché non si amano e hanno scelto una vita molto diversa da quella che volevano, la madre che non dimostra né amore né comprensione verso la figlia, nemmeno quando viene a conoscenza dello stupro, si consola proprio con l’uomo che ha abusato della sua bambina, mentre il padre è una figura spesso assente e sottomessa al fratello. Anche a Parigi la narratrice troverà molte persone che la faranno soffrire in amore, nei rapporti di lavoro o nell’amicizia. Dall’altro lato, tra i pochi personaggi positivi troviamo l’amica ‘Toi’ che ha una storia simile alla sua e con cui ha una grande sintonia, e la nonna che viene spesso menzionata e che sembra essere il principale punto di riferimento e fonte di affetto che la narratrice ha avuto crescendo.

Attraverso la narrazione Orcel ci fa riflettere su molti argomenti legati alla vita della protagonista – e degli essere umani in senso più ampio – come il rapporto difficile con i genitori, la vita in provincia e quella in città, l’amore tormentato e quello sfortunato, e la violenza. Questi aspetti sono poi contestualizzati in una descrizione della società in generale, toccando tematiche come la tragedia del Bataclan, il fenomeno dell’immigrazione, la mentalità provinciale e la difficoltà per i giovani di provare un senso di appartenenza. Attraverso la narrazione della vita di una persona qualunque, l’autore ha la possibilità di trattare alcuni dei temi di attualità che caratterizzano la società francese attuale come il dibattito sui flussi migratori, la supremazia del pensiero occidentale, la mentalità maschilista e dominante, il ruolo del terrorismo e le conseguenze di atti come stupri e abusi che non vengono considerati nel modo in cui dovrebbero.

Un monologo interiore

Oltre al contenuto, uno degli aspetti più importanti di Une somme humaine è l’uso magistrale che l’autore fa della lingua francese e di diverse tecniche narrative. Questa autobiografia dall’aldilà è completamente scritta senza maiuscole e senza punti, solo molte virgole e punti di sospensione che permettono ai pensieri della narratrice di fluire liberi in un continuo susseguirsi di personaggi, di ricordi e di eventi senza tempo e senza spazio, creando un monologo interiore che ci rende partecipi di quello che prova e di come si sente. Lo stile narrativo ricorda molto il flusso di coscienza usato da James Joyce e combina tecniche di scrittura tipiche del romanzo, della poesia e del mondo cinematografico con un linguaggio molto variato che va da un registro sostenuto ad un tono caratteristico della tradizione orale.

Fin da subito il lettore si rende conto che questo romanzo è il frutto di un lavoro certosino nella scelta delle parole e delle tecniche narrative utilizzate. Makenzy Orcel dimostra di essere uno scrittore abilissimo che sa capire ed esprimere i sentimenti e i pensieri degli altri, anche se sono molto diversi da lui. In questo romanzo, così come nel resto della trilogia, per esempio, riesce ad entrare nella mente dei suoi personaggi femminili anche se è un uomo e riesce a parlare in modo elegante e rispettoso dei temi più difficili come la morte, il suicidio, la violenza e il trauma. Il linguaggio elaborato e raffinato utilizzato dall’autore indica chiaramente lo sforzo creativo che è stato compiuto per scrivere ogni singola frase ed è prova di come nulla sia stata lasciato al caso, e al contrario sia frutto di una precisa scelta strategica per creare un testo armonioso e di alto livello linguistico.

Molto interessante è, per esempio, l’uso di nomi funzionali per i suoi personaggi come ‘Toi’, in cui il pronome indica l’importanza dell’amica come alter ego della narratrice. Allo stesso modo Orcel si riserva un ruolo nella narrazione e compare come un personaggio ‘bifronte’, dando il proprio nome e cognome ai duo uomini di cui la narratrice si innamora, nello stesso modo in cui ne L’ombre animale, aveva utilizzato Makenzy e Orcel per il padre e il fratello della protagonista. In questo romanzo i due uomini rappresentano due modi di amare agli antipodi e servono per descrivere il ruolo chiave che queste due relazioni così differenti hanno avuto nella vita e nella scelta di morire della protagonista.

Uno stile unico ma di difficile lettura

Une somme humaine è senza dubbio molto originale sia per la storia che per lo stile narrativo e il linguaggio utilizzati per raccontarla. A prescindere dalla preferenze letterarie di ciascuno di noi, è impossibile non apprezzare la maestria nell’uso della lingua francese, l’innovazione nel combinare lo stile lirico e poetico con quello romanzesco, e la scelta di un monologo interiore per creare un’autobiografia dall’aldilà. Allo stesso tempo però va sottolineato come questa prosa a volte densa – nel contenuto e nella forma – possa risultare poco accessibile e difficile da seguire, soprattutto per i lettori che preferiscono uno stile più semplice e meno elaborato. Tuttavia se siete alla ricerca di un libro che vi faccia riflettere e mettere in discussione lo stile canonico di raccontare una storia, questo è la scelta giusta.

Valentina Lorenzon

Makenzy Orcel è uno dei finalisti del Choix Goncourt UK insieme a Giuliano da Empoli, Brigitte Giraud e Cloé Korman. Valentina Lorenzon, che ha partecipato alla lettura per la scelta, ci sta portando alla scoperta di questi quattro libri non tutti tradotti in italiano.