Io ci ho provato. Ed è andata bene. Ero curiosa di entrare dentro la scatola di plastica colorata (MTV – la grande sorella) e vedere come funziona. È andata bene. Daniele è “Daniele”, e davvero non c’è altro da dire. Se non lo conoscete, accendete MTV di pomeriggio. È lui, semplicemente: pizzetto, capello corto, occhi furbi. Bella voce.

Ho pensato ad intervistarlo per due motivi: il primo è che ha lavorato in radio per molto tempo, e quindi la conosce bene, e conosce altrettanto bene la televisione, visto che ora sta ad MTV Mi interessava parlare con qualcuno che avesse fatto entrambe le cose e che fosse approdato al compromesso; il secondo motivo è che quel tipo di linguaggio, quello di MTV, si avvicina molto a quello che penso significhi “contaminazione linguistica”. Immagini, musica, pastasciutta, video, suoni e colori, caffè e tutto il resto. Come funziona la testa, che si muove, a volte, per associazioni mentali, dove nessuna cosa esclude per forza l’altra. È il Contenitore, e l’impressione è che se ognuno di noi avesse una buona idea e si presentasse sotto gli studi di MTV a Milano, probabilmente sarebbe ascoltato: la formalità non esiste, tutti si chiamano per nome e si danno del tu come se stessero chattando in Internet e si conoscessero da sempre. Facciamo un esempio: quanti di voi sanno qual è il cognome di Daniele? (La risposta a fine intervista).

Come hai iniziato?

Per caso, nel senso che lavoravo per la radio, e c’era “Cercasi Vj” organizzato da MTV Ho spedito una cassettina dove mi sono ripreso mentre lavoravo in radio, proprio così: Ciao sono Daniele, ho tot anni – così, per gioco.

In quel periodo per chi lavoravi?

Per Rtl.

Ed era già un pezzo no, che lavoravi? Tu hai iniziato da giovanissimo.

Sì, ho iniziato da giovane, però non ho mai guadagnato una lira, nel senso che lo facevo per hobby. Poi dopo… senti scusa, un attimo che mi sposto perché stanno facendo dei lavori e c’ho sto’ martello… ecco … scusa, ok. Ti dicevo, in pratica avevo 14 anni. Poi ho iniziato nel ’96 a essere retribuito, nel senso che il primo assegnettino me lo ha dato Claudio Cecchetto, per Radio Capital. Tutto quello che ho fatto prima era gratuito. Da Rtl c’è stato questo passaggio a Mtv e a Radio Deejay contemporaneamente. La radio comunque la continuo a fare. Ora sono fermo per questioni logistiche, però continuerò ancora con la radio, a settembre, non ho voglia di fermarmi.

Che differenza c’è di linguaggio tra il fare la radio e fare la televisione?

Secondo me Mtv è il compromesso giusto tra i due mezzi di comunicazione. Ti permette di essere totalmente te stesso. Non c’è un’impostazione schematica come in una televisione normale, quindi è perfetto, va benissimo.

In radio, che fasce hai coperto?

Io ho fatto molti programmi, in quasi tutte le fasce d’orario. Dal mattino, al pomeriggio, alla sera, alla notte. Sicuramente la fascia serale è quella che preferisco, perché ti permette di comunicare le cose in maniera sensibilmente differente dalle altre fasce. Ti permette di utilizzare un linguaggio diverso, più ricercato, perché comunque la gente che ascolta quella fascia oraria è diversa da quella del pomeriggio. È molto emozionante, è più suggestivo.

Secondo te c’è un modo per raccontare bene una storia per far sì che non spengano la radio? Un segreto?

È la forma del linguaggio il segreto. È un miscuglio tra il timbro vocale, il volume, il senso del discorso che stai facendo, armonia tra musica e suoni vocali. Ci deve essere una commistione di tutti questi elementi. Il suono deve essere piacevole. Deve essere semplice, però. Tu devi essere semplice. Se io ora iniziassi a parlarti così [parla impostato], probabilmente tu cambieresti subito stazione.

C’è qualcosa che paragoneresti allo stare dentro una stanza, al buio, magari, dove l’unica finestra per il mondo esterno è la tua voce che parla ad un microfono?

Mi viene in mente Internet. È il nuovo modo di comunicare in assoluto, che non è ancora entrato nelle abitudini di tutti, ma ci sta provando. Molti si parlano con e-mail, perché è il metodo più economico, ha anche immagini visive e sonore, e quindi puoi pensare che sarà quello il nuovo modo di comunicare, e non più dentro a uno studio di registrazione, bensì dal letto di casa propria, dallo studio di casa propria.

Tra tutti i mezzi di comunicazione qual è quello che preferisci?

Internet e il computer mi fanno impazzire, sono bellissimi, ma non ancora immediati, probabilmente, e se ti devo dire che cosa accendo appena metto piede dentro casa, ti dico: lo stereo di casa mia. Mi metto su un cd e sono felice.

Intervista di Sara Beltrame

Risposta: Bossari