Xaimaca è il nome di un’isola, un fazzoletto di terra capace di contenere al suo interno un universo. Xaimaca è il titolo di un romanzo che Ricardo Güiraldes ha scritto nel 1923 nel quale amore e disillusione narrano la storia di un viaggio in uno stile ricco e immaginifico. Xaimaca è collana editoriale di Arkadia Editore dedicata agli scrittori di lingua spagnola provenienti da un’America meridionale dotata di grande potenza narrativa.
Nata due anni fa da un’idea di Marino Magliani, romanziere ramingo, autore tra gli altri di Quattro giorni per non morire e Prima che te lo dicano altri (Premio Selezione Bancarella 2019) con la collaborazione di Luigi Marfè, ricercatore universitario e traduttore, la collana propone al pubblico italiano autori sudamericani importanti come César Vallejo, Ricardo Güiraldes, Eugenio Cambaceres. Magliani era alla ricerca di uno spazio editoriale nel quale condividere letture accumulate durante i suoi vagabondaggi spagnoli e sudamericani e Arkadia è stata la casa editrice giusta ricettrice di questa proposta. Comincia così la pubblicazione di testi che si caratterizzano per una certa agilità narrativa, raramente si superano le cento pagine, e per la presentazione di un mondo, quello della metà del secolo scorso, che pare non esistere più. Un continente che ha dato vita al realismo magico, a opere di straordinaria importanza nella letteratura mondiale.
Abbiamo chiesto ai curatori cosa troviamo una volta giunti sull’isola di Xaimaca, e tra i nomi più riconoscibili e quelli meno noti rintracciamo il motivo che accende l’avida curiosità di noi lettori. “Nel microcosmo di Xaimaca, si possono incontrare assaggi di autori molto noti, come ad esempio César Vallejo, poeta peruviano, autore anche di prose meravigliose, che abbiamo raccolto in Guerra verticale (1944). Altri nomi, come Enrique González Tuñon, di cui abbiamo pubblicato Letti da un soldo (1903) potrebbero a prima vista suonare nuovi al pubblico italiano, ma si riveleranno subito indimenticabili per chi li vorrà scoprire.”
Un’occhiata alle prossime uscite.
Ernesto Herrera, scrittore uruguaiano vissuto tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 pubblicò nel 1910 una raccolta di racconti nella quale i suoi personaggi picareschi vivevano ai margini della società: poeti, prostitute, derelitti dalle vite inquiete in quotidianità fatte di linguaggio crudo e azioni brutali. Con un titolo potentissimo, Sua maestà la fame l’autore viene riproposto 110 anni dopo, con tutte le caratteristiche narrative di un racconto intatto che funziona perché pone l’uomo in quella lotta, spregiudicata e visionaria, per soddisfare l’istinto ancestrale per antonomasia: el hambre, la fame appunto. La povertà e il sentimento, la rabbia e l’idealismo convivono in questi racconti senza tempo.
Molti saranno anche gli autori che approderanno sulle rive di Xaimaca e della costola “Xaimaca-Jarama”, che ospita i testi di autori viventi come Laura Freixas (nata a Barcellona nel 1958), Gli altri sono più felici, Fernando Velazquez Medina (nato a L’Avana nel 1951), Caribe, José Luis Cancho (Valladolid 1952), I rifugi della memoria.
Laura Freixas era già approdata lo scorso anno in Italia in occasione del Salone del Libro di Torino, quando il filo conduttore era la lingua spagnola e il gioco della Rayuela dell’argentino Julio Cortázar aveva segnato la sua cornice meravigliosa.
Fernando Velazquez Medina, con la sua Última rumba en La Habana, è considerato come il poeta simbolo del realismo sporco cubano. In questa opera, a mezzo di una protagonista appena uscita dal carcere l’autore crea un gioco di flashback grazie ad un misto di linguaggio crudo, citazioni colte e osceni doppi sensi. Anche Caribe non ci deluderà, ne siamo certi.
Quello di Cancho è una opera autobiografica che si è aggiudicata il Premio de la Crítica de Castilla y León nel 2018. Attesissima anche questa.
Non vediamo l’ora di scoprire tutti questi autori, nuovi e meno nuovi. E voi?
¡Preparados, listos, ya!
Angela Vecchione
E tu cosa ne pensi?