Essere presi per mano e lanciati a capofitto tra i vicoli, travolti dagli odori, abbagliati dal riverbero sui muri bianchi della città vecchia, frastornati dall’improvvisa apertura sul mare e sui nuovi quartieri è quello che si prova attraverso la lettura di Bari. Una guida di Alessandra Minervini, della collana incentro diretta da Elena Commessatti, edita da Odòs Libreria Editrice.

La fonte di uno sguardo così coinvolgente sulla città è dichiarata fin da subito nella dedica al padre, suo primo cicerone, e nell’amore per un luogo d’origine al quale si ritorna per costruire, con quell’esperienza di distanza che aiuta a capire più profondamente da dove si viene.

Alessandra Minervini vive a Bari, ma si è diplomata alla Scuola Holden di Torino, con la quale collabora come consulente e docente. Lavora come editor freelance, occupandosi principalmente di esordienti, sua la rubrica #Perunalira su exlibris20, e pubblica racconti su riviste, tra cui «Colla», «EFFE», «Crack», e un romanzo Overlove per LiberAria. Il suo sguardo è uno sguardo autoriale.

Il cammino in sua compagnia inizia sempre da una piazza o da un vissuto di condivisione, ma soprattutto dalla « volontà di rendere eterna la verità del capoluogo barese dove “nessuno è straniero” e dunque tutti si possono sentire a casa ». Una città che continua a essere membrana tra Oriente ed Occidente, caratterizzata fin dall’antichità da un senso di attraversamento per via della sua collocazione geografica. Se le si entra nel cuore, non le si può più sfuggire, come è successo per San Nicola, il più amato tra gli stranieri, che dalla Turchia è diventato il simbolo più rappresentativo del patrimonio tradizionale locale.

Dagli orizzonti desiderati della Fiera del Levante all’inatteso quartiere armeno degli anni Venti, fino al porto con la sua espansione turistica e il suo bagaglio di storia migrante, si rientra all’interno percorrendo le direttrici che attraversano il centro storico. Da una parte all’altra, su diversi piani, dall’alto delle mura alle profondità marine, tra le oasi verdi urbane con le esotiche palme raccontate da Gianrico Carofiglio, all’inatteso quartiere liberty di Umbertino, le otto passeggiate a piedi ricompongono un giusto melange tra sapore contemporaneo e humus storico.
Anche una delle più tipiche immagini che si stagliano nella mente di chi ha visitato la città, quella dei “sottani”, tipiche abitazioni a livello della strada, da cui sbucano le mani operose delle nonne che impastano le orecchiette intorno a Largo Albicocca, trova nuova vita attraverso le parole di
Italo Calvino: « Così si moltiplica all’infinito la vecchia Bari, grazie a Dio, cresce nuova e non muore mai ». Il caleidoscopio dei sensi che si ricompone girando ogni angolo tra tiella, panzerotti, braciole, taralli e un’intera sezione dedicata ai panifici sa di autenticità, mai di manierismo.

Una significativa parte del volume è dedicata alla fervida vita culturale cittadina, ricucendo in modo personalissimo una linea temporale che va dall’Accademia degli Incogniti di Isabella d’Aragona alla storia della casa editrice Laterza e alla rivista di Benedetto Croce, fino a Nicola Lagioia e a Psicoscimmia, collettivo pugliese formato da fumettisti indipendenti dell’Accademia. Il jazz d’oltreoceano degli anni Cinquanta trova spazio tra le pagine insieme a la Nouvelle Vague di Alessandro Piva e del suo film in dialetto LaCapaGira (1999), pluripremiato e ormai divenuto perfino un modo di dire tra gli abitanti del posto. Allo stesso modo il background musicale, che spazia dalla Fondazione Lirico Sinfonica del Teatro Petruzzelli a Ermal Meta, è solo uno dei tanti squarci aperti da questa guida nelle viscere di un tessuto urbano non solo architettonico, ma profondamente sociale e umano.

Infine, come in ogni volume della collana, non mancano le top 5, mete imperdibili che nel format fanno il verso a High Fidelity di Nick Hornby. Questa volta le suggestioni sono state raccolte dalle penne di Eva Clesis, Gabriella Genisi, Federica Introna, Marcello Introna e Francesco Marocco. La voce narrante le accompagna, le insegue, si moltiplica fino a diventare coro e a perdersi naturalmente nel chiacchiericcio delle strade, portata via dal vento a richiamare nuovi forestieri.

Nicoletta Daldanise