Anche quest’anno vi consigliamo le tipe da spiaggia: otto libri di recente pubblicazione, scritti da otto scrittrici. Queste sono le prime quattro tipe da spiaggia, seguiranno altre quattro la prossima settimana. Buona lettura e buone vacanze!

(Se #tipedaspiaggia vi piace, condividete citazioni tratte da questi libri, fotografati durante le vostre letture vacanziere.)

Olga Tokarczuk
Guida il tuo carro sulle ossa dei morti
Bompiani
Traduzione di Silvano De Fanti

Quando non si può parlare, allora bisogna scrivere.” Facciamo che non dovete nemmeno aspettare di partire per leggerlo. La vacanza sarà la lettura. Quando per vacanza intendiamo quel periodo libero dai pensieri, un tempo di riposo nel quale dare attenzione a tutto ciò a cui normalmente non prestiamo attenzione. Concedetevi del tempo, leggendo questo romanzo. Guida il tuo carro sulle ossa dei morti è uno strumento di meditazione profondo. Un romanzo che fa gong, provoca una potente vibrazione che difficilmente si addormenta. Dopo averlo letto, il gong vi culla e vi culla ancora per molto. È la storia di Janina, un’anziana insegnante di inglese che si è trasferita in un paese polacco, isolato e privo di stimoli. Qui ha cambiato lavoro e fa la guardiana delle belle case disabitate del circondario. Ha due ossessioni: gli animali e l’astrologia. E per entrambe viene spesso considerata la strega del villaggio. Ovviamente non è così. La scrittrice, premio Nobel per la letteratura 2018, ha costruito una trama geniale che si regge totalmente su quest’anziana signora, tenera e arguta, a cui nessuno nella vita vera darebbe retta e invece è capace di spostare il mondo di un intero romanzo.

Marilù Oliva
L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre
Solferino

La scrittrice bolognese, nota ai lettori per le sue storie noir, si è messa in testa di riscrivere l’Odissea e di farlo dal punto di vista delle donne di Ulisse. L’idea è piaciuta così tanto che il libro è ormai alla quinta ristampa. Proprio come l’eroe protagonista delle vicende che narra, questo libro viaggia da solo. Lo consigliamo a chi ama i classici greci perché vi troverà al suo interno nuovi ed entusiasmanti punti di vista con cui rivivere le storie di cui si è appassionati. Lo consigliamo anche a chi della cultura classica ha un’infarinatura scolastica, dal momento che nella struttura il libro rispecchia fedelmente l’andamento narrativo dell’opera omerica. Quale migliore occasione per conoscere il lato oscuro, e dunque umano, del mito? Lo sguardo femminile, travolto dalla presenza di Ulisse, è un viaggio meraviglioso dentro la fantasia e l’amore, dentro il passato e il presente, dentro la verità e dentro il mito. Immergendosi nelle storie di donne mitiche che hanno salvato, accudito, amato e atteso un uomo, non sono per niente lontane da noi. Non è solo però l’accudimento sentimentale al centro del libro. L’agone uomo/donna lo si vive anche attraverso il rapporto filiale, in particolare quello tra Zeus e sua figlia Athena. “Mio padre mi ha dato tanto lo ammetto: eppure io non penso molto a lui. Mi basta appartenergli in quanto figlia, mi basta sapere che una linea diretta, invisibile e potentissima ci legherà sempre da un cielo all’altro.

Jessica Andrews
Acqua salata
NN Editore
Traduzione di Silvia Rota Sperti

Chi predilige la scrittura intima, gestita per frammenti, troverà un rifugio vitale nella lettura di questo esordio. Delicato, bellissimo, semplice nella sua complessità intimista. “Comincia con i nostri corpi. Pelle contro pelle. Il mio corpo esplode dal tuo. Siamo al sicuro insieme nel buio violaceo, ma già cominciano ad aprirsi degli spazi tra noi. Sono bagnata e lucente come un tubero che palpita, ansima, boccheggia sottoterra. Tu hai delle ferite nel ventre e segni di morsi attorno ai capezzoli, turgidi e purpurei. Sono opera mia, come io sono opera tua. Ci uniscono fiumi infuocati come la lava che scorre sotto la crosta terrestre. Faglie in movimento. Petrolio imprigionato sotto i mari. Un liquido prezioso che filtra tra le fessure. Questo amore è denso; salato e viscoso, puzza di lievito e alghe marine.” Lucy racconta la sua storia. Fatta di luoghi, l’Irlanda; attraversata da momenti drammatici, l’infanzia; costellata di persone di famiglia che ci sembra di conoscere da una vita. Commuove a tratti, ma senza mai dispiacere. Non cede alla banalità del male. Merito di una scrittura che fluttua leggera e intima, figlia legittima delle onde e delle attese di woolfiana memoria. Chi ama il concetto di vacanza come fuga, non dalla realtà ma dai suoi surrogati quotidiani, troverà in Lucy la sua migliore amica. L’amica saggia delle vacanze che non ti aspetti, quelle che iniziano come un soggiorno comune e poi si trasformano in esperienze indimenticabili. Bello e intenso dal principio alla fine, si legge rapidamente come una poesia e si torna a rileggerlo come un manuale di vita.

Anne Holt
La pista
Einaudi. Stile Libero
Traduzione di Margherita Podesta Heir

La scrittrice norvegese (da 10 milioni di copie) conosciuta in tutto il mondo per i suoi numerosi gialli di successo, ha una nuova creatura da presentarci. Si chiama Selma Falck. Al momento del romanzo ha rinunciato al successo, alla famiglia, alla vita, a se stessa. È un’ex atleta di sci di fondo, avvocato di successo con il vizio del gioco. È un personaggio complesso che ha bisogno di un po’ di tempo per essere abitato dai lettori. Perfetto per inquadrarla immediatamente è l’incipit: “Se Oslo era un corpo, quello doveva essere l’ano. Proprio quell’appartamento. Quel buco di culo di soggiorno. La stanza era piccola e freddissima. La carta da parati dall’indefinibile colore marroncino si era staccata agli angoli e il dozzinale pavimento in laminato era coperto di macchie. Soprattutto sotto le finestre. Selma Falck si accucciò per toccare con circospezione una di quelle misteriose mezzelune scure, cedette mollemente, producendo un suono disgustoso, umido.” Non si finisce mai di scoprire il nuovo giallo della Holt, immerso nelle atmosfere gelate norvegesi. È qui che si svolge la storia di Selma che si intreccia a quella di una campionessa di sci di fondo, accusata ingiustamente di doping. I personaggi si alternano in una narrazione fitta, lucida senza effetti speciali, per questo godibile in un periodo di relax. La Holt ha inventato una trama densa che lo stratagemma dei capitoli brevi, dell’alternanza dei punti di vista e delle sottotrame rende la scrittura adatta anche a chi non divora gialli da sempre. C’è anche spazio infatti per una riflessione, niente affatto estemporanea, sull’urgenza di scrivere e sul fatto che non ci sia un tempo migliore per farlo ma un “dovere” quasi da parte dello scrittore. Selma è un personaggio solo all’inizio della sua storia, pur essendo lungo il romanzo si capisce che avrà un seguito e lo si attende come si fa con la nuova stagione di una serie tv.

Alessandra Minervini