“Vorrei che anche il mio cuore fosse di carta per metterlo tra le pagine del libro e farlo arrivare fino a te. Così potresti leggere cosa c’è scritto sopra, perché io non sono capace di dirtelo.

Una libreria silenziosa e vuota, un messaggio anonimo lasciato in un libro coperto di polvere che nessuno legge mai. È così che inizia la storia di Una e Dan, due ragazzi che decidono di darsi il nome dei protagonisti del loro libro e di scriversi senza mai incontrarsi.

Iniziano a scherzare, a punzecchiarsi e conoscersi, all’inizio con tutta la timidezza e la goffaggine tipica delle prime esperienze, poi con l’interesse che nasce nei confronti l’uno dell’altra dato dalla scoperta di avere tante cose in comune. Dalle loro lettere emergono la tenerezza, l’ironia, la curiosità che derivano dall’adolescenza, ma a cui si aggiunge anche un alone di mistero che avvolge il posto in cui vivono. Cos’è l’Istituto, dove si trovano insieme ad altre centinaia di ragazzi come loro?  E perché devono prendere una medicina che cancella loro i ricordi tutti i giorni? I ragazzi iniziano a interrogarsi, a esplorare, inizialmente come se fosse un gioco o un’avventura, poi con maggiore serietà man mano che la verità si fa strada nelle loro menti, fino ad arrivare a comprendere che non si trovano affatto in un gioco.

Non sappiamo come si chiamino realmente Una e Dan, ma nemmeno loro lo sanno, non sappiamo quanti anni abbiano, non sappiamo dove si trovino, e neanche loro lo sanno. Quello che sappiamo è che si affezioneranno e che questo loro legame finirà per salvarli.

Cuori di carta, di Elisa Puricelli Guerra, è un romanzo che racchiude la fragilità di un fiore, con un profumo dolcissimo ma che ha la tendenza a svanire; fin dalle prime pagine capiamo che i due ragazzi sono destinati a innamorarsi, a legarsi, eppure di un amore frangibile, che nasce e cresce in un ambiente in cui non può sopravvivere nulla, neanche una semplice amicizia. Perché i ragazzi sono nell’Istituto per un preciso scopo, ma quale sarà questo scopo davvero?

Così Dan e Una continuano a scriversi, con la consapevolezza che tutto potrebbe finire da un momento all’altro, ma senza tuttavia trovare il coraggio di incontrarsi, per non spezzare l’incanto delle immagini di loro stessi che si sono creati nella mente. Questa paura fa sorridere, cela l’insicurezza di due ragazzi che si affacciano sullo sconosciuto mondo dell’attrazione, tuttavia fa anche riflettere, perché in fondo è un timore che hanno tutti e non appartiene soltanto al mondo degli adolescenti. La mente crea immagini ideali, sogni e proiezioni che ognuno di noi ha paura di infrangere portandoli alla dimensione della realtà.

I due protagonisti si rifugiano quindi in un mondo tutto loro, fatto di lettere quotidiane e speranze, avventure e ricordi; si confidano e si supportano, trovando un modo per raccogliere i pezzi del loro animo segnato.

Elisa Puricelli Guerra ci offre qualche elemento, pochi dettagli e un ritmo incalzante, amplificato dalle lettere botta e risposta tra i nostri due protagonisti, che ci terrà incollati fino all’ultima pagina. Cuori di carta  è un libro capace di far sognare, di farci immergere in una bolla di delicata felicità da cui faremo fatica a staccarci arrivati alla fine.

E questa sensazione di tenerezza ci farà comprendere un po’ di più cosa significhi avere un cuore di carta.

Silvia Ramella Pezza