All’inizio del 2022, Elsa Morante ha realizzato un altro dei suoi straordinari sortilegi, ritornando in libreria con un nuovo romanzo che racconta la sua storia personale. Questa volta, però, l’immagine di Morante ha sorpreso i propri lettori apparendo dall’altra parte dello specchio della narrazione, come protagonista e non scrittrice del suo romanzo. Elsa (edito da Ponte alle Grazie) è, infatti, opera di Angela Bubba, autrice e morantista che ha scelto di ripercorrere la vita di Elsa Morante in un libro dalla natura ibrida, a metà tra biografia e fiction.

Nello specifico, si tratta di una sacrale trascrizione della storia morantiana, portata avanti con estrema cura per i dettagli da un’apostola contemporanea della scrittrice: ad ogni pagina di Elsa si percepisce vividamente la dedizione con cui Angela Bubba si è occupata per molto tempo dello studio e della lettura di Elsa Morante e si riesce a intravedere con chiarezza la strada che l’ha portata, oggi, a comporre questa sorta di vangelo morantiano, un resoconto ordinato e lineare degli avvenimenti cruciali della vita dell’autrice romana, narrato secondo il punto di vista attento di chi ha letto e ammirato ogni singola pagina pubblicata da e su Elsa Morante.

Il romanzo Elsa, quindi, non pone semplicemente al centro della propria narrazione l’esperienza biografica di Morante, come potrebbe sembrare di primo acchito, quanto, piuttosto, la celebrazione della sua figura da parte di una sua fedele lettrice. In un certo senso, forse risulta ingannevole la veste grafica scelta per la copertina di questo volume, perché la splendida fotografia inedita di Morante e il titolo didascalico, Elsa, per cui si è optato richiamano con più immediatezza alla mente del lettore un contesto strettamente saggistico, seppur venga segnalato in modo chiaro, sulla copertina, che non si tratti di un manuale, bensì di un testo narrativo. Questo ritratto romanzato della propria madre letteraria, Elsa,infatti non è altro che​ uno scambio d’amore tra scrittrici, il tentativo da parte di Bubba di suggellare il sodalizio con Morante e di restituirle, a parole, lo stesso entusiasmo che deve aver provato leggendo le sue opere.

L’intento di rendere grazia ad Elsa Morante, tuttavia, porta il romanzo di Angela Bubba a tratteggiarne un’immagine idealizzata e in parte distorta, seguendo una visione soggettiva e completamente rapita dal fascino di Morante. In Elsa, del resto, si osserva il profilo della scrittrice con uno sguardo sognante e carico di stupore che ricorda quello del protagonista de L’isola di Arturo, che scruta tutto il giorno l’orizzonte in cerca della figura eroica del padre. Lo si nota, in particolare, nella voce che assume la protagonista di Elsa, in cui spesso riecheggiano gli elaborati stili di scrittura sia di Morante che di Bubba ancor prima del tono tagliente e sagace tipico della personalità di Elsa Morante, che riusciva ad incantare e anche a destabilizzare gli altri con le parole, esprimendosi sempre con movenze simili a quelle delle onde, che accompagnano in modo placido le navi in viaggio per poi mareggiare all’improvviso sulle coste.

Attraverso, quindi, lo specchio della narrazione, Elsa crea un personaggio che è solo il riflesso mitizzato di Morante e che non abita il mondo reale in cui lo si immagina, bensì una dimensione letteraria, primordiale e a tratti onirica, che si scopre essere condivisa con i personaggi dei romanzi morantiani. L’Elsa di Angela Bubba, non a caso, arriva a incontrare una delle sue creature poetiche più celebri, ovvero Arturo. «Lei lo ammira in silenzio, mentre vede luccicare la stella Arturo, la più brillante dell’emisfero boreale. È come staccata dal resto del cielo, e illumina da un punto preciso, per l’esattezza dall’incavo di una vertebra» (p. 280). Nel cuore del libro, Elsa e Arturo hanno un lungo dialogo tanto desiderato tra madre e figlio. I due si riabbracciano e trovano nelle pagine scritte da Angela Bubba un territorio comune, un’isola immaginaria e salvifica in cui potersi reciprocamente vedere, perché ridotti entrambi a semplici ruoli letterari.

A distanza di decenni dalla sua morte, dunque, la figura di Elsa Morante continua a riverberarsi nella letteratura italiana, riflettendosi in ogni aspetto della scrittura e arrivando a diventare oggetto di studi, oltre che archetipo per le nuove generazioni di scrittori e talvolta perfino personaggio letterario, come avviene, appunto, nel romanzo di Angela Bubba.

Amedeo Bova

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