Heartstopper nasce dalla penna di Alice Oseman, scrittrice britannica che si è assicurata il suo primo contratto editoriale a soli diciassette anni. Graphic novel da quattro volumi, il quinto in uscita a dicembre 2023 e il sesto in arrivo che concluderà la saga, Heartstopper è diventato una serie televisiva diretta da Euros Lyn, scritta proprio dalla Oseman, e distribuita su Netflix. La serie è già arrivata a due stagioni che contengono le storie delle prime tre graphic novel ed è stata rinnovata per una terza, in fase di produzione.

Heartstopper è il racconto del primo vero amore, di quello che ti travolge, ti tiene sveglio la notte, ti fa sentire le farfalle nello stomaco. Un amore dolce e delicato che ti tiene al sicuro. Quell’amore che tutti abbiamo provato almeno una volta nella vita. E la Oseman lo racconta con una sensibilità tale da riuscire a far vibrare le giuste corde nel cuore del lettore. Soprattutto, riesce a introdurre con estrema naturalezza il mondo lgbt, la sua comunità, e le sue problematiche, dando spazio nella narrazione alla scoperta dell’identità e dell’orientamento sessuale. Heartstopper è la storia di Nick Nelson e Charlie Spring, due ragazzi adolescenti che si conoscono tra i banchi di scuola. Frequentano la Truham, una scuola maschile, ma non si sono mai visti prima, finché non si ritrovano per caso a condividere lo stesso banco. E qui succede qualcosa che in italiano è intraducibile, qualcosa che fa “heartstopper” fermare il cuore, che lo sconvolge e travolge la vita dei due ragazzi. Sono due anime che si trovano e pian piano si scoprono. Charlie sa già di essere omosessuale, Nick invece si ritrova a dover riscoprire la sua sessualità e a mettere in gioco tutto. E non solo, Charlie proprio a causa del suo coming out è vessato dai bulli della scuola. Assieme a Nick e Charlie, vi sono gli amici di una vita di Charlie, ovvero Tao, Elle (ragazza transessuale) e Aled (che nelle serie viene sostituito da Isaac), Tara e Darcy che formano una coppia. Tra Nick e Charlie nasce una tenera amicizia che diventerà ben presto amore. Nick impara a conoscere una nuova parte di sé, Charlie a prendersi il suo spazio nel mondo senza lasciarsi schiacciare.

Le tavole del graphic sono in bianco e nero, abbastanza pulite ma con pochi dettagli essenziali per ricreare il contesto scolastico o le camere dei personaggi, il disegno è lineare e la particolarità è data dalle soluzioni grafiche – note musicali, foglie che volano tra una vignetta e l’altra, cuori, stelle – che vengono poi riprese anche nelle serie per enfatizzare le emozioni dei personaggi. Il graphic di Heartstopper si concentra principalmente sulla storia di Nick e Charlie, mentre la serie, avendo più screen time, permette di indagare anche nelle vite dei personaggi secondari, lasciando spazio a Elle e a Tao, o al rapporto tra Tara e Darcy, o all’amore di Isaac per la letteratura e la sua scoperta dell’asessualità.

La serie televisiva composta da due stagioni da otto episodi ciascuna, secondo il regista Euros Lyn «è una celebrazione orgogliosa di quanto l’amore queer possa essere sano e puro, […] tutti i personaggi hanno degli ostacoli che devono superare e non tutto è utopico e perfetto. Eppure, al di sotto di tutto c’è un travolgente senso di speranza e di gioia». Alice Oseman voleva che si rappresentasse la comunità lgbt in televisione, visto che è poco raffigurata in modo sano e positivo, e voleva far conoscere le sue sfumature, mostrare ai giovani «che possono trovare felicità, amore e amicizie» anche facenti parte del mondo lgbt. Per questo quando la See Saw Films ha letto la sceneggiatura della prima stagione ne ha acquistato subito i diritti di trasposizione.

Heartstopper non è solo il racconto di un grande amore, ma è anche una storia di scoperta, di accettazione di sé. Di ragazzi che scoprono chi sono, chi vogliono essere, a che famiglia appartenere. Heartstopper narra di quei legami indissolubili che ti permettono di trovare “le tue persone”, quelle che ci saranno sempre e non ti abbandoneranno mai. Heartstopper racconta anche del rapporto col proprio corpo e col cibo, e quello con i genitori, delle battaglie per la comunità lgbt in famiglia e all’esterno, dei diritti per le persone transgender, come riconoscere la propria identità di genere e sessuale, dà voce all’importanza del supporto e della cura dei disturbi psichici. Sono una millennial e quando ero adolescente non vi erano rappresentazioni che potessero instradarmi o dimostrarmi la libertà dell’amore verso l’altro e verso sé stessi. Non veniva dato spazio alla comunità lgbt che nella serie viene gestita con delicatezza e consapevolezza.

La prima stagione così come la seconda possono dirsi due piccoli capolavori della cinematografia. La Oseman che ha curato la sceneggiatura è riuscita a riportare su schermo l’atmosfera del graphic e si è presa maggior spazio creando più storie, più interazioni e aggiungendo nuovi personaggi (amerete Imogen). La serie però non risulta solo ottima dal punto di vista della scrittura, ha un cast (Kit Connor, Joe Locke, ecc.) che è riuscito a comprendere a fondo l’essenza dei personaggi, che sembra nato per interpretarli, e riesce a farci immedesimare in loro fin dai primi momenti. Fondamentale anche la scenografia di Tim Dickel, per esempio le camere di Nick e Charlie appaiono uguali al graphic ma hanno anche un’attenzione ai dettagli e alla scelta dei colori curatissima. Non da meno la regia con inquadrature mirate e attente alla psicologia dei personaggi e la colonna sonora (di cui trovate la playlist su Spotify) che ha scovato nuovi talenti come Orla Gartland che canta “Why am i like this?”, una frase che Nick e Charlie si ripetono spesso ma sulla quale tutti ci siamo interrogati. Quante volte ci siamo chiesti “perché sono così?”, quante volte come questi ragazzi ci siamo sentiti sbagliati e diversi. Heartstopper ci accompagna in un’avventura, ci permette di rivivere con leggerezza una storia d’amore adolescenziale, ma ci insegna anche il potere dell’amicizia, il valore dell’aiuto da parte di chi amiamo, l’importanza di trovare un posto nel mondo senza badare al proprio orientamento sessuale. L’essere o meno parte del mondo lgbt ci appare del tutto normale, non mancano ovviamente i momenti di riflessione sul bullismo, sull’omofobia o sui disturbi alimentari, che ci ricordano che la vita non è così semplice come in una fiaba. Ma perché non provare a sognare un posto migliore? Perché non farlo con i propri amici che sono la nostra famiglia? Perché non darci speranza, quella che sembra mancare così tanto al giorno d’oggi?

Heartstopper ci insegna anche ad andare oltre, a godere delle piccole cose, a innamorarci dell’amore, a credere nell’altro. E ad avercele avute serie così che potessero educarci tutti. Per cui provate a farvi del bene e lasciatevi trasportare da Nick e Charlie nel mondo di Alice Oseman. Guardate Heartstopper, la serie che tutti dovremmo vedere, a qualsiasi età.

Ilaria Amoruso