Vi siete mai chiesti come mai ci sono persone che amano leggere e altre che non hanno mai tempo di farlo? Io sì… ma non da molto.

A un certo punto della mia vita mi sono chiesta: come mai a me piace leggere fin da quando ho imparato a leggere? Cosa ha condizionato la mia passione? Quando me lo sono chiesto? Quando è arrivato il mio primo figlio.

Nella mia famiglia mio padre leggeva tantissimo e solo libri in inglese (non per snobismo ma perché lui viveva a Londra da quando aveva 30 anni). Mia madre nulla, non ha mai letto un libro (credo). Mia sorella in un periodo della sua vita leggeva tanti libri d’azione e amore. Mio fratello ha iniziato tardi a essere un lettore e uno studioso onnivoro. Libri in casa ce n’erano, ma strani, disordinati. Libri di narrativa inglese; enciclopedie (tante); qualche classico (il preferito di mio padre era La pelle di Curzio Malaparte) e dei libri stranissimi stile Reader’s Digest. Poi pian piano la casa ha incominciato a riempirsi dei miei libri. Di quelli che andavo a comprare prima dalle Suore Paoline e poi da Tonino, il libraio amico della mitica Libreria Petrozziello al corso di Avellino – accompagnata da mia madre che mi aspettava fuori dal negozio.

Ho sempre pensato che a me piacesse leggere perché mio padre amava leggere, che quindi io avessi imparato dal suo esempio. Ma poi un giorno è arrivato mio figlio che ha una casa piena di libri e una mamma che ama leggere e un padre professore, è arrivato nei suoi fantastici 7 anni e mi ha detto: – Mamma fattene una ragione, a me leggere non piace.

Ripresa dallo shock, mi sono chiesta: – E allora perché a me piace leggere e a lui no? Non ho una risposta certa, altrimenti mio figlio leggerebbe tantissimo.

Ma azzardo un’ipotesi e una strategia.

Leggere, come correre -entrambi gesti trasformabili in passioni – sono una predisposizione che hai dalla nascita. Dopodiché è necessario coltivare quel qualcosa che hai dentro e il metodo “imparare dall’esempio” in realtà è un fatto vero, scientifico. Gli scienziati hanno scoperto infatti che in noi ci sono i cosiddetti neuroni a specchio ovvero neuroni che si attivano sia quando l’individuo compie un’azione, sia quando egli vede compiere quell’azione. Sono insomma neuroni che si attivano sia per cause sensoriali (vedere l’azione) che per finalità motorie (compiere l’azione). Quindi riportando questa scoperta al gesto della lettura, ipotizzo che si può coltivare quel qualcosa con letture fin da piccoli, grazie a genitori che leggono a ripetizioni le storie e maestre che fanno entrare i bambini nella magia delle storie, che fanno vivere loro mille fantastiche avventure. Le maestre sono molto importanti, i nostri bambini (o almeno molti di loro) stanno a scuola per otto ore, un gran pezzo della loro giornata. Lì possono nascere passioni o odi, lì si possono scoprire cose che i genitori a volte non hanno neanche tempo a raccontare. Poi, certo, se hai quel qualcosa continui da solo oppure, se non sei spronato, finisce tutto lì. Mio figlio alla materna adorava la lettura, ora alle elementari come avete potuto capire, non tanto.

Allora ecco la strategia. La mia strategia. Leggo davanti a lui. Compro libri e mi entusiasmo. Leggo libri alla sorellina. Lo costringo a leggere qualche pagina al giorno di libri che in un secondo di disattenzione ha detto che gli potevano piacere. Faccio in modo che i suoi neuroni a specchio – probabilmente al momento dormienti – possano accumulare immagini che poi prima o poi ricorderà e riprodurrà. Un po’ quel che è accaduto a suo zio, mio fratello.

Ma ho deciso di fare anche un’altra cosa. Di rimettere anch’io al centro la mia passione per i libri e lavorare allo sviluppo del progetto exlibris20.it. Vent’anni fa avevo fondato, nella verde Irpinia, una rivista di letteratura; exlibris; e dopo vent’anni, esattamente il 3 settembre 2016, ho deciso insieme al mio amico di sempre e grafico, Carmine di rimetterla on-line. Poi dopo pochi mesi, ho deciso che volevo fare ancora altro. E così sono nate nuove rubriche, alcune ancora in lavorazione: Sala lettura, Strabook!, Incursioni, #leggerenonpassamaidimoda e Compagni di viaggio. Quest’ultima rubrica raccoglie i libri che sono sulla mia scrivania, quelli che sto leggendo e che mi porto a letto o sul treno. I libri che mi piace condividere con gli amici. Compagni di viaggio è un luogo che rimarrà a disposizione di tutti quelli che vogliono farsi ispirare dalle letture di una semplice lettrice appassionata, come me.

E chissà, magari prima o poi anche mio figlio capiterà su quella pagina 😊.

Lea Iandiorio

Questo articolo è apparso la prima volta il 6 marzo 2017 su LinkedIn Pulse.
La foto è di Paolo Saglia: la biblioteca dei MagazziniOz.

 

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